2 Manette

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I miei passi rimbombavano per lo stretto corridoio della centrale di polizia.

I passi prima del patibolo.

Avrei dato qualsiasi cosa per potermi voltare e scappare ma le dita del poliziotto che tamburellavano sulla mia spalla facevano desistere ogni mio desiderio di fuga.

Mi portò nella sala d'aspetto e mi lasciò scivolare su una delle poltrone.

-Quando verranno i tuoi genitori dovranno firmare della carte poi potrai andare- disse.

Annuii.

Se mio padre fosse venuto a sapere di quella serata sicuramente il mio cadavere sarebbe stato ritrovato sulle sponde del fiume.

Il poliziotto se ne andò e tirai un sospiro di sollievo.

Non adoravo i poliziotti.

No perché fossi una particolare frequentatrice di galere, ma per mio padre.

Lui era stato un poliziotto, uno dell'antidroga.

Era sulle tracce di un famoso narcotrafficante quando un suo collega, nonché suo migliore amico, gli aveva sparato.

Pochi giorni il libretto-paga del narcotrafficante era stato ritrovato e su esso, impresso nella carta, il nome di quel poliziotto.

Fortunatamente la pallottola non aveva lacerato organi vitali e a mio padre toccarono solo sei mesi di riabilitazione.

Ma ormai non riusciva a fidarsi di nessuno.

Vedeva pericoli anche sotto lo zerbino di casa.

-Hai da accendere?-

Sussultai -Cosa? -

Mi voltai e vidi la fonte della voce.

Un ragazzo in piedi davanti alla poltrona, i polsi magri stretti nelle manette.

Scrollò le spalle -Niente.-

Il colore scuro cozzava con la sua pelle pallida.

Perché le aveva?

Indicai i cerchi di metallo -Cosa ...? -

Mi lanciò uno sguardo inferocito -Che cazzo vuoi?-

Alzai le spalle e non dissi niente.

La sua faccia si rilassò.

Mi si avvicinò e quando mi fu davanti mi tese una mano -Geremia Bianco-

Gliela strinsi -Elenoire Mary Iron -

Lanciò un fischio di ammirazione -Cazzo, due nomi, allora sei famosa!-

Risi nervosamente -I miei erano indecisi-

Mi sorrise .

-Bianco?- chiesi -Come il colore-

Rise anche lui -Non sei la prima che me lo fa notare.-

-In effetti è divertente - osservai

- Perché sei qui?- chiese lasciandosi cadere sulla poltrona accanto alla mia.

Lo guardai infastidita.

-Te l'ho chiesto prima io- dissi

-No- sorrise -Tu hai chiesto perché indossi queste- fece tintinnare le manette -Io ti chiedo perché sei qui-

Sospirai alzando gli occhi al cielo.

-Mi hanno beccato con una canna - dissi in un soffio

Mi sorrise -Hai fatto bene a fumare-

(GOOD) BYE#Wattys2015Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora