Parte Seconda Discoteca

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Faceva freddo.
Piccoli sospiri di vento si insinuavano tra le mie gambe, facendomi rabbrividire.
Il vestito ,che mi aveva prestato Cri, sfiorava a malapena la metà della coscia.
Ger mi prese il polso.
-Ci siamo quasi, tesoro- mormorò, il suo respiro caldo mi pizzicò le guance.
Era teso.
-Andrà tutto bene- sussurrai.
Ma le mie parole si condensarono in una nuvola.
La fila davanti a noi si stava ingrossando e le luci dell'insegna non erano più visibili.
Ger sbuffò rabbioso
-Dove cazzo è finito Orazio? Doveva essere qui dieci minuti fa!-
Nel sentire quel nome, un brivido mi scosse la schiena.
Ger ci aveva fatto pace, la questione era stata risolta con una stretta di mano tra loro due.
E per me andava bene.
Il telefono di Geremia vibrò

Vi aspetto all'entrata
Orazio

-Andiamo-
Le sue dita si serrarono ancora più forti al polso e tirò.
Passammo tra la moltitudine, facendoci strada a spintoni.
Sentii imprecazioni, qualcuno mi afferrò un lembo del vestito, braccia possenti tentarono di separarci.
Ma la mano di Ger rimaneva incatenata alla mia.
Orazio ci aspettava davanti all'entrata , le braccia conserte davanti al petto.
- Ce l'avete fatta finalmente- disse.
- Stai zitto- brontolò Ger tendendo la mano - E dammi i pass-
-Ok,ok- Orazio tirò fuori due stringhe gialle -Anche se la tua signora non potrebbe...-
-Stronzo- borbottai
Ger scoppiò a ridere - Non ci faremo scoprire-
Orazio sbuffò poi lasciò cadere le stringhe sul palmo aperto di Geremia.
-Divertiti dolcezza-
-Fottiti-
Scoppiò a ridere.

Una luce verde fluo mi colpì in pieno viso appena sollevai la tenda d'entrata.
Improvvisamente tutto il freddo che avevo sentito fuori venne rimpiazzato da un caldo asfissiante.
Mi tolsi il giubbotto e lo cacciai nella borsa.
Ger prese dal giubbotto un pacchetto di Camel.
-Dammene una ,tesoro- gracchiai.
Lui mi lanciò un'occhiata di sottecchi.
Odiava condividere le sue adorate sigarette
-Tieni- borbottò controvoglia, porgendomi il pacchetto
Ne presi una e l'accesi.
Il fumo mi riempì i polmoni.
Tossì.
Nonostante avessi iniziato a fumare già da un po' di tempo, le sigarette mi davano ancora fastidio.
Ger mi prendeva in giro per questo.
Diceva che non avrei mai imparato ad aspirare come si deve.
Io rispondevo tirandogli un pugno, ridendo.
-Andiamo a cercare Cri- disse e io annuii .
Ci infiltrammo nella calca danzante.
La trovammo subito.
Quei capelli platinati, gli occhi cerchiati di neri, i braccialetti ai polsi erano impossibili da non trovare.
Era inchinata davanti a un tizio,la testa appoggiata sulla sua camicia,le mani sulla cintura.
E lo sconosciuto aveva la zip dei pantaloni aperta.
Guardai Ger stupita.
Anche lui la stava osservando.
Solo che lui sorrideva.
-Dovremmo fare anche noi questo giochetto- mi sussurrò all'orecchio.
Rabbrividii.
-Stavo scherzando-
Mi scoccò un bacio sulla fronte.
Ma questo non mi tranquillizzò.
C'era stato qualcosa nella sua voce, una nota fuori posto, una sottile malinconia .
Geremia Bianco stava invidiando quel tizio.
Tornai a guardare Cri.
Sembrava così tranquilla mentre le sue dita esploravano il corpo dello sconosciuto.
Mi chiesi se le sue dita avessero mai esplorato Ger.
Erano stati insieme, mi aveva avvertito.
Erano stati insieme, perché si conoscevano fin da piccoli.
Erano stati insieme, solo per il sesso.
Erano stati insieme.
A volte mi chiedevo se Ger tornasse da lei.
Se lei le dava quello che io non gli permettevo di avere.
No.
No.
Non potevo dubitare di Ger.
Lui era mio.
E poi Cri era sempre gentile con me.
Nessuno dei due mi avrebbe mai fatto del male .
Ger mi strinse a sé e mi baciò .
Risposi al bacio con veemenza, accarezzandogli le guance, il mento, i capelli.
Lui era mio.
Dal fondo della mio borsa avvertii il telefono squillare.
Lo tirai fuori.
Il display era illuminato.

5 CHIAMATE PERSE
2 Mamma
3 Papà

Fottetevi

(GOOD) BYE#Wattys2015Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora