8 Sogno

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Loro si avvicinavano.

Sentivo il loro puzzo, acre .

Volevo scappare, ma loro me lo avrebbero impedito.

Facevano sempre così.

Con le loro risatine e le loro battute.

-Sei una bambina!- urlò uno di loro, e il volto di Amelie Poisson mi si palesò davanti -Una bambina stupida e grassa!-

Gli altri scoppiarono a ridere

-Quelle come te dovrebbero richiuderle in un porcile!- trillò Marissa Tremoin

-Lasciamola dentro un pozzo!- era stato Florian a parlare

-Si! Si!- urlarono

No, vi prego ...

-Quello è il posto per te, scrofa!-

Mi voltai.

François Lenoble camminava verso di me, ondeggiando.

-Un buco buio che puzza di merda!-

Ti prego François.

Ma lui ghignava.

-Puttana, lui è mio!- Amelie gli si avvicinò e avvinghiò il braccio sulle sue spalle -Mi fai pena-

-Per questo te ne sei andata da Parigi? Perché non potevi averlo?- Marissa scoppiò a ridere

-Che speranze poteva avere un grassona come te, con uno come François-

La verità era un'altra.

Mio padre era stato trasferito e io con mio madre l'avevamo dovuto seguire

-Tutte scuse!- urlò Amelie, il calcio si abbatté violento sul mio addome -La verità è che sei codarda! E una fattona!-

Come faceva a sapere,Amelie, della mia disavventura?!

Lei non c'era, lei era in Francia ....

Che cazzo stava succedendo?!

-Per giunta carcerata!?- qualcuno rise.

-E poi quel Geremia ... pensi di piacergli? Appena potrà ti lascerà, o magari ti userà come corriere della droga!-

No, Geremia era diverso.

-Siamo tutti uguali- rise François.

Qualcuno mi tirò un calcio, un altro un pugno.

Caddi a terra.

Era tornato tutto come prima, come in Francia.

Gli insulti ...

Non era cambiato niente.

Potevo cambiare stato, rimanevo sempre una scrofa.

Mandarli a Fanculo non era servito a niente: eccoli là davanti a me, vividi e stronzi come sempre.

-Elenoire!-

Li odiavo tutti, nessuno escluso

-Elenoire!-

Amelie, Marissa, Florian .... François.

Il profumo della sua camicia ancora mi inebriava

-Elenoire!-

"Era tutto uno scherzo!" aveva detto.

Mi aveva preso in giro: i complimenti, gli appuntamenti, i baci ... tutto.

Tutte cazzate.

-Elenoire, cazzo, svegliati!-

Aprii gli occhi e la luce della mia camera mi investii.

-Finalmente!-

Geremia era seduto sul mio letto, una mano sopra la mia spalla

-Sono dieci minuti che provo a svegliarti!-

-Ho il sonno pesante- dissi

Lui scoppiò a ridere -Lo vedo-

Risi anche io

-Cosa ci fai qui?-

-Volevo vederti.-

-Ultimamente mi stalkerizzi solo perché hai voglia di vedermi?-

Sorrise -Si-

Avrei voluto sorridere, ma qualcosa mi frenò.

Mi rabbuiai.

E lui lo notò

-Cosa succede?- chiese

Lo guardai negli occhi.

Erano intensi e freddi, come il ghiaccio.

-Perché sei stato dentro?-

Sospirò.

Prese fiato.

-Avevo della roba e la stavo vedendo ad alcuni miei amici ... e mi hanno scoperto-

-Perché hai opposto resistenza all'arresto?-

Scrollò le spalle -Il poliziotto mi aveva rotto le palle, e così gli ho rotto il naso-

Trasalii

-Ora avrai un'altra opinione su di me- mormorò sconsolato

Scossi la testa e mi stupii di me stessa

-No, anzi, voglio conoscere i tuoi amici-

Mi guardò stupito, poi sorrise.

-Certo, Elenoire-

CHE CAZZO AVEVO CHIESTO?!

(GOOD) BYE#Wattys2015Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora