5 Dopobarba

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Cazzo.

Cosa ci faceva là?!

Come sapeva dove abitavo?!

Soprattutto, perché diavolo bussava alla mia finestra?!

Lo fissai.

-Ti sposti?- gracidò lui -Fa un freddo cane, qua fuori-

Ubbidii, e mi spostai.

Lui entrò.

Scrutò il letto sfatto e il libro sul cuscino.

-Ti ho disturbato?- disse sorridendo

Scossi la testa -Cosa fai qui?-

-Volevo farti compagnia-

Si buttò sul letto e il materasso scricchiolò sotto il suo peso.

-Fai come a casa tua, tranquillo- dissi acida.

Lui scoppiò a ridere -Sei simpatica.-

Scrollai le spalle.

Avrei voluto che se ne andasse.

Avrei voluto che si alzasse e uscisse dalla finestra

Avrei voluto che non fosse venuto

Eppure ... una microscopica parte di me, gli implorava di restare ...

-Perché mi guardi?- la sua voce aveva assunto un tono brusco.

-Come mi hai trovato? -

Ecco, era venuta fuori.

Quella fatidica domanda era venuta fuori dalle mie labbra.

E appena lo dissi, avrei voluto non averlo detto.

Stranamente lui sorrise -Un deficiente della polizia ha lasciato scivolare dalla tua cartella un foglio con questo indirizzo-

Strabuzzai gli occhi -Ma ... ma- balbettai.

Come faceva sapere che sarei andata oggi da mio padre?

-Mi stavi spiando!- quasi urlai.

Il sorriso scomparve dalle sue labbra -Ho chiesto alla tua vicina; simpatica vecchietta, e mi ha detto che saresti tornata oggi-

Vecchia spiona!

Sicuramente aveva sentito mio padre parlare al telefono con mia madre!

-Perché sei venuto?-

Si alzò dal letto e il materasso emise un lamento sollevato.

-Avevo voglia di vederti-

Le nostri mani erano così vicine; sentivo il calore della sua pelle.

-Non mi conosci - allontanai le dita

Mi sorrise -Si, invece.-

Trasalii -Come?-

-Ti fidi di me-

Scossi la testa -Ci siamo visti una volta, nella stazione di polizia, per giunta-

-Eppure mi hai rivelato il tuo sogno-

Era vero.

Le sue dita mi accarezzarono il mento e lo tirarono su, costringendomi a guardarlo.

I suoi occhi erano oro liquido, intensi e freddi.

Mi ipnotizzavano.

Il suo odore, poi, era inebriante.

L'odore forte della canna si mescolavano al profumo del dopobarba e all'odore di sudore.

Volevo restare in quel modo in eterno.

Ma poi lui si allontanò.

Aprì la finestra.

-Dove vai? - chiesi, la mia voce era fastidiosamente implorante

Mi sorrise, poi con un balzo scavalcò la finestra.

Sentì i rami d'edera gemere sotto il peso delle scarpe.

Ma io rimasi ferma.

Non corsi a vedere se si era fatto male.

Rimasi ferma al centro della stanza, mentre l'aria notturna danzava nella mia stanza

(GOOD) BYE#Wattys2015Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora