Capitolo 2

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Christian si sedette sulla riva del fiume e guardò attentamente la foresta dietro di lui.

Quello era il posto in cui andava quando cercava un po' di pace e in cui tornava ogni volta in cui si sentiva giù di morale. Mattia era la ragione per cui era andato lì quel giorno.

Erano appena tornati a casa dal porto e lui era rimasto immobile nel salotto fissando dalla finestra Mattia accanto a suo padre che entravano dall'ingresso.

Non poteva rimanere nella stessa stanza con lui, non se c'era anche Alex.

Se solo Anna fosse stata davvero sua madre, forse lei e Giulia Valenti avrebbero progettato di fare sposare a lui Mattia. Invece l'accordo era stato fatto prima che lui venisse accolto in casa Stefanelli ed entrambe le donne erano ormai morte e sepolte e l'accordo che avevano fatto per i loro figli era stato suggellato ermeticamente come le loro tombe.

Era uscito di casa non appena Mattia era entrato.

Non poteva desiderare ardentemente chi era stato promesso a suo fratello.

Durante il viaggio Christian aveva temuto che se Alex avesse fatto il suo nome, non sarebbe riuscito a nascondergli la sua reazione al solo sentirlo. Per fortuna non lo aveva fatto.

Non sapeva come uscire da quella situazione in cui, pur rendendosi conto di interferire con la felicità di suo fratello, non riusciva a smettere di desiderarlo.

Faceva sogni ricorrenti su di lui che correva fra le sue braccia, lo toccava delicatamente e lo baciava.

Prima che partisse, Carola gli aveva accennato che Alex non teneva a Mattia in quel modo.

Ma che importanza aveva? Il matrimonio era stato fissato, senza via di scampo.

A volte si chiedeva se Carola avesse davvero ragione, se Alex fosse così pazzo da non desiderare una persona come Mattia per sempre al suo fianco.

Si alzò e con il suo cavallo si allontanò dalla riva del fiume.

Aggirò la montagna e si diresse verso la città, cercando di tenere la mente lontana da Mattia.

Era tutto ciò a cui riusciva a pensare. Doveva smettere con la sua ossessione per Mattia Zenzola.

Ci aveva provato per anni e aveva fallito. Troppi anni.

Ricordava ancora come tutto fosse cominciato.

Mattia aveva circa tredici anni e stava facendo visita alla piantagione di Albe.

Lo aveva trovato immerso nella piscina naturale della foresta dietro la casa.

Saltava e sguazzava nell'acqua in modo sbarazzino e senza pensieri. Quella visione gli aveva procurato un turbamento. Da quel giorno era diventato l'unico oggetto del suo desiderio.

Era rimasto così sconvolto dai sentimenti che stava provando, che gli aveva urlato contro, ordinandogli di uscire subito dall'acqua e rivestirsi. Così era rimasto in piedi nell'acqua con la sua biancheria intima gocciolante e le braccia incrociate al petto. Gli aveva risposto in modo arrogante.

"Non puoi dirmi cosa fare, tu non sei nessuno per me"

I vestiti bagnati aderenti alla sua figura lo stavano facendo impazzire e non riusciva a distogliere lo sguardo.

Non avrebbe dovuto sentirsi così. Cercò di rispondere mantenendo la calma.

"Mattia, questo atteggiamento strafottente non è più divertente. Rivestiti e torna a casa"

Doveva allontanarsi. Si girò per dirigersi verso la casa.

"Tu non sei mai divertente. Sei così serio, perché non ridi mai? È per questo che non ti sopporto"

Fiore del deserto |Zenzonelli|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora