capitolo 65

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<Kacchan, e se... Per una volta... Fossi io l'attivo? >

A nulla servirono gli occhioni dolci da cucciolo bastonato che gli rivolse.
O le labbra increspate in un tenerissimo broncio pieno di speranza.
E nemmeno le carezze appena sfiorate sulla spalla.

No. Katsuki era certo di aver udito male. La sua mente si rifiutava di elaborare quella frase ed il mutismo in cui si era avvolto cominciò a spaventare Izuku, rendendosi finalmente conto di ciò che aveva detto.

<K-Kacchan! M-mi dispiace i-io non ho pensato e-e se non v-vuoi lo capisco! D-dimentica tu--> tentò di allontanarsi da lui mentre la vergogna lo faceva sentire dannatamente in colpa nel vedere il compagno paralizzato con l'espressione fissa nel vuoto, ma la presa decisa del biondo gli impedì di muoversi di un solo millimetro. <K-Kacchan...? >

<Va bene. Se sei tu, va bene. >

<Kacchan, non voglio che tu ti senta obbligato. Non voglio forzare nulla... > tentò di dire ancora abbassando lo sguardo colpevole. Era certo che se avrebbe visto le sue iridi cremisi vi avrebbe trovato riflesso dentro disgusto ed odio ma, contrariamente a tutto ciò che la sua mente stava elaborando, il tocco gentile del biondo sul suo viso lo portarono ad incastonare i loro occhi fino a fondarsi.

<Ehi, va bene. Anima e corpo, la mia esistenza la dedico a te, ricordi? >

<S-si ma--> un casto bacio carico d'amore interruppe ogni sua paranoia e i quei occhi di un lucido rosso sgargiante lesse solo la sicurezza e tutto l'amore che aveva per lui, affidandogli ogni incertezza e certezza sapendo che solo Izuku avrebbe saputo maneggiare il suo cuore e prendersene cura. <Amami Izuku, amami e fammi tuo. Tutto di me è tuo per diritto. Tuo e di nessun altro. >

<Non voglio farti male Katsuki... > mormorò cercando di trattenere una lacrima e l'altro scosse il capo abbozzando uno dei suoi rari sorrisi sinceri. <E non me ne farai 'Zuku, tranquillo. > disse e stando attento, lo fece scendere dalle proprie gambe, solo per alzarsi dall'acqua che gli arrivava all'addome e si voltò, poggiandosi alla pietra. Girò il capo da sopra la spalla, guardandolo con occhi socchiusi mentre portava una mano tra i suoi glutei in un silenzioso invito.

Izuku non vide quel gesto, no, lui era attratto dalla pelle abbronzata e bagnata delle sue scapole, notando infinite goccioline d'acqua solcare lembo dopo lembo. Era attratto dalle possenti spalle larghe, la vita stretta e sottile ed i capelli lasciati liberi di ricadere bagnati davanti al viso. Tutto di lui in quel momento gridava quanto in realtà fosse fragile e bisognoso solo di essere amato com'era giusto che fosse. Quel corpo corazzato di burbero carattere aveva solo bisogno dell'amore che lenisse tutte le ferite mai curate.

Katsuki aveva bisogno di Izuku.
Aveva bisogno che per una volta toccasse a lui essere consolato e coccolato.
Per una volta, serviva a lui essere debole, essere fragile.

Con lentezza, il verdino mosse pochi passi fino a ritrovarsi ad un soffio dalla figura scolpita del marito e con la punta dei polpastrelli, tracciò il solco tra le scapole e scendendo lungo la colonna che percepiva solo sfiorandolo. Percepì la pelle del biondo venir cosparsa da brividi e baciò una vecchia cicatrice sulla spalla, avvolgendo con entrambe le braccia i suoi fianchi e poggiando la fronte contro il retro del suo collo, rimasero in quella posizione per interminabili attimi.

Udendo solo i loro respiri irregolari ed i battiti cardiaci impazziti.

<Katsuki, voglio che tu ne sia sicuro. > disse serio, dannatamente troppo mentre borbottava quelle parole non alzando il capo e, seppur non potesse vederlo, era certo che il maggiore stesse ghignando mentre gli rispondeva. <Sicurissimo Deku, vediamo che sai fare. > e con sua sorpresa, Katsuki gli prese una mano e se la portò contro il petto, costringendo le sue dita a sfiorargli i pettorali sodi e bagnati, lungo la cicatrice che gli sfregiava la carne, oramai chiusa e del tutto sbiadita.

𝑨𝒏𝒐𝒕𝒉𝒆𝒓 𝑳𝒐𝒗𝒆 {Bakudeku}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora