Capitolo 22 | Papà

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Adrien's pov

Sono davanti alla grande porta che segna il confine con la sala conferenze di mio padre, luogo in cui passa la maggior parte del tempo, soprattutto per lavorare.

Questa casa così imperiale e fredda contiene così tanti ricordi che mio padre sembra voler cancellare.

Ogni volta che vedo quel quadro raffigurante me, mio padre e mia madre felici e sereni, sento una strana sensazione alla gola, quasi come non riuscissi più a parlare.

Attendo con impazienza che Natalie mi faccia entrare, così che possa finalmente parlare con mio padre, anche se ho paura di come potranno andare le cose.

Parlare con Alya è stato, nonostante la paura di rivelarle tutto, utile; devo ammettere che mi sento molto meglio ora, mi sono liberato di un peso troppo grande per essere gestito da un adolescente.

Vorrei poter parlare di tutto a mio padre, ma so che sarebbe pericoloso e - conoscendolo - mi farebbe riconsegnare il mio Miraculous.

Noto che Natalie apre la porta e mi dice: "Adrien, tuo padre è pronto a riceverti".

Deglutisco e rispondo: "grazie, Natalie"; entro e chiudo la porta alle mie spalle, pentendomi già di aver richiesto un colloquio con mio padre.

Sento che non andrà bene, ma ora non posso più tirarmi indietro.

Ormai il danno è fatto.

"Dimmi, figliolo"

"Hey papà, volevo chiederti una cosa"

"Lo immaginavo. Senti, ho molto lavoro da sbrigare, possiamo fare in fretta?" mi dice con voce ferma.

Dopo questa affermazione, sento le mie guance andare a fuoco.

Non so se essere più arrabbiato per il trattamento che sto ricevendo o per il fatto che, pur essendo suo figlio, non trova mai un attimo di tempo da dedicarmi, non presta attenzione a ciò che dico e voglio.

"Ok, allora andrò dritto al punto, anche se non ti piacerà. Non voglio più fare il modello, né per te, né per nessun altro. Una volta era divertente, ma Ora è diventata solo un peso e non mi lascia vivere la mia vita come un ragazzo qualsiasi dovrebbe fare. Voglio essere semplice, papà. Voglio uscire con i miei amici, divertirmi, studiare ciò che preferisco e avere una ragazza. Voglio essere libero di prendere le mie decisioni e passeggiare per il parco senza nessuno che mi insegue o urla perché sono il figlio di Gabriel Agreste."

Durante il mio monologo, lo sguardo di mio padre, che stavo cercando disperatamente, passa dallo schermo del suo computer di ultima generazione a me.

La sua espressione, all'inizio disinteressata, diventa enigmatica, pensierosa, quasi mortificata.

Alla fine del discorso, sento di non avere più fiato nei polmoni, tanto da prendere respiri profondi; sento gli occhi pesanti e la vista offuscata e lui l'ha notato.

Si avvicina lentamente a me e dice: "Se è questo quello che vuoi, così sarà fatto. Non voglio costringerti ad intraprendere questa carriera, se non lo vuoi. Ti ho sempre incoraggiato a fare il modello per assicurarti un futuro nell'azienda di famiglia, ma non posso costringerti ad essere infelice. Da ora puoi uscire con i tuoi amici quando ti pare, pur che tu non ti metta nei guai."

Alla fine appoggia una mano sulla mia spalla e mi mostra un sorriso rassicurante, come non lo vedevo fare da molto tempo, da quando mamma era ancora in vita.

"Grazie mille papà, sei il migliore!" esclamo, pieno di gioia, stringendo di scatto mio padre in un abbraccio.

Inizialmente è rigido e colto dalla sorpresa, ma poi ricambia timidamente l'abbraccio e mi sussurra all'orecchio: "ti voglio bene, Adrien. So che non lo dimostro affatto, ma voglio cambiare. Sappi che tutto - e sottolineò tutto - ciò che faccio è per il tuo bene. È l'unica cosa che desidero."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 02, 2023 ⏰

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