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📍25 Agosto 22,
Phuket, Thailandia

Sono le 8.00 di mattina.
Il sole è appena spuntato su Phuket, illuminando le isole e l'acqua piatta dell'oceano.
Charles si è addormentato solo da poco.
È rannicchiato al centro del letto, non ha nemmeno messo le coperte addosso.
Ha gli occhi gonfi e rossi dal pianto.
Le labbra consumate dai morsi dettati dal nervosismo.
I capelli sono in un completo disordine, qualche ciocca è attaccata alla fronte probabilmente per il sudore.

Questa è esattamente la scena che Denise si trova davanti quando entra in camera da letto, e la scena che vorrebbe dimenticare immediatamente.

Quando, la sera prima, Charles ha finalmente realizzato cosa fosse successo, ha iniziato a chiamare Denise al telefono insistentemente, ma squillava a vuoto.
Le ha scritto un'infinità di messaggi, chiedendole di tornare, di tornare da lui, di parlarne per bene, di spiegargli cosa le fosse successo e che qualsiasi cosa fosse l'avrebbero affrontata come hanno sempre fatto.

In un disperato messaggio in segreteria le ha detto piangendo che era sicuro dell'amore che provavano l'uno per l'altro, che lui è certo che lei lo ama, e le ha chiesto scusa per averle fatto quella proposta forse troppo avventata.
Le ha detto che non doveva dire sì o no, se non le andava poteva anche non rispondergli, lui avrebbe capito.
Avrebbero risolto tutto perché l'amore che provano li lega più di qualsiasi altra cosa.

Le ha detto che l'aspettava a casa, le ha chiesto di tornare da lui, piangendo e mostrando tutta la sua disperazione.
Le ha chiesto di non lasciarlo da solo, di andare ad abbracciarlo perché avrebbe accettato qualsiasi cosa, anche se avesse risposto di no a quella proposta, ma non la sua lontananza.
Perché si sono sempre fatti forza a vicenda e quello era un momento in cui entrambi erano deboli, troppo deboli, e solo loro avrebbero potuto calmarsi.

Quando Denise ha smesso di visualizzare i messaggi Charles non si è arreso.
Ha continuato a scriverle e a chiamarla.
Non sapeva dove fosse, con chi fosse.
Di notte, fuori, da sola.
Quanti pericoli avrebbe potuto incontrare.
E lui non si sarebbe mai perdonato una cosa del genere.
Non poteva fare denuncia per la sua scomparsa, era fuori discussione.
La legge non lo avrebbe consentito dopo così poche ore e lei non avrebbe voluto.
Perciò ha continuato a piangere, a urlare, a buttare vestiti in ogni direzione.

Ha fatto una doccia per calmarsi, per riuscire a togliere via quella strana sensazione che si sentiva addosso.
Ma non è servito a nulla.
Allora ha iniziato a pensare di nuovo.
Alla loro vita, a quella sua e di Denise, a tutti i momenti passati insieme e a tutto quello che hanno vissuto e come lui in un attimo è riuscito a rovinare.
Allora ha ricominciato a piangere fin quando non si è addormentato stremato con le lacrime sul viso.

Quando Denise entra ed inizia a raccogliere i suoi vestiti per metterli all'interno della valigia mentre piange silenziosamente, Charles talmente stanco nemmeno se ne accorge.
Ha la testa sul cuscino, la bocca semiaperta e le labbra gonfie dalle quali escono respiri lenti.
Non si accorge di Denise quando quest'ultima ha chiuso nella valigia ogni cosa che le appartiene, quando prende foglio e penna e scrive qualcosa lasciandolo poi sul suo comodino.
Non si accorge di quando scende la scale, apre il portone e va via da quella casa, dalla Thailandia e dalla sua vita.

Yuanfen || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora