❄️15-[23:45]

159 30 1
                                    

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

・・・・❄・・・・❄ ・・・・

It's time to say goodbye
Until we meet again'
Cause this is not the end
It will come a day
When we will find our way

・・・・❄・・・・❄ ・・・・

Paris, France - [21 marzo 1880_23:45]

Gli ultimi dieci minuti erano stati terribili. Jungkook si sentiva svuotato da tutte le certezze. Aveva provato per tutto il mese passato lì dentro a rimanere saldo. Mente ferma. Lui sapeva, conosceva la verità. Eppure, non sembrava più così. Erano bastate due ore per far crollare tutto. «Gli ultimi giorni passati con loro, adesso che ci ripenso, sono stati strani. Densi di ansia, un presentimento che qualcosa...» qualcosa di terribile dovesse accadere. Jungkook più cercava di guardare la situazione da un occhio esterno, più notava stravolgimenti. Si erano fatti distanti, giorno dopo giorno. 

«Parli tanto di tuo zio Dorian» disse il dottor Durant e con quegli occhi affranti Jungkook tentò di guardarlo «Di lui elenchi tutte le qualità negative ma non ti soffermi mai a pensare che forse i veri cattivi siano stati loro.»

Le labbra di Jungkook si chiusero come se volessero replicare. Ma l'unica cosa che ne venne fuori fu confusione «C-cosa?»

«Pensaci, Jungkook. Ammettiamo che esistano veramente» ipotizzò Durant. Infilò le mani nelle tasche del suo camice e con un piccolo sforzo si alzò. Osservò Jungkook dall'alto «Ti hanno sfruttato, usato per i loro comodi e poi ti hanno abbandonato. Avevano un problema, ovvero... Come si chiama l'angioletto?»

«Jimin» mormorò Jungkook. 

«Ecco, dovevano rincontrarsi in qualche modo e tu sei stato la scusa perfetta. Ti hanno messo in testa un po' di sciocchezze, ti hanno ammaliato e poi, quando finalmente quello dalle ali bianchi è mutato in nero, ti hanno messo da parte con una banale scusa.» mimò delle virgolette in aria «"Abbiamo da fare."»

«Come fai a...»

«Saperlo?» il dottor Durant buttò il petto in fuori, vantandosi di ciò che sapeva «Sono profili psicologici abbastanza comuni.»

Ma Jungkook scosse la testa «Non... Non voglio arrendermi a questa idea.» si sentiva soffocare. Sembrava non avere più il controllo di niente. Tutto era sabbia tra le sue mani. 

«Erano con te quando siamo venuti a casa tua?» chiese il dottore.

«No.» strinse i pugni Jungkook. 

«Hai provato a chiamarli?»

«Certo.» Dirlo a voce alta fece male.

«E loro?»

«Non sono venuti.» Jungkook non aveva più un filo di voce e la testa gli ricadde verso il basso, mentre silenziosamente pianse.

«Ed eccoci qua.» Il dottor Durant sospirò, fece il giro della sedia e si pose dietro essa «Vedi, Jungkook, sarai contento di sapere che il racconto è giunto al termine.»

«Per l'ennesima volta» mormorò il ragazzo con voce rotta.

«Ma non come le precedenti» ribadì il medico «Non sei mai arrivato a riflettere su questo nuovo epilogo. Il ché mi rende un po' più speranzoso nei tuoi confronti.» e Jungkook avrebbe voluto ridere nel sentire quella frase poiché già sapeva quale sarebbe stato il punto finale di quel teatrino «Signorina Margaret, dica di preparare la sala per effettuare l'intervento di lobotomia sul paziente.» 
Il respiro di Jungkook si fermò. 
Era finito, aveva perso. E ora gli avrebbero sottratto anche se stesso.
Avrebbe voluto scappare. Gridare, chiedere aiuto. Ma si ritrovava tra quattro mura grigie. E già solo per aver messo piede lì dentro, era stata segnata la sua condanna. 

«Sempre ammesso e non concesso che siano esistiti, se lo faccia dire, quei due l'hanno abbandonata e se ne sono lavati le mani» infierì il dottor Durant.

E Jungkook pregò. Ripeté i loro nomi. 

Jimin.

Taehyung.

E chiese loro aiuto. Così disperatamente. Chiuse gli occhi, li strinse forte e continuò. Non lo accettava, era impossibile. Il pensiero che tutti quei sentimenti fossero finti, che tutto ciò che aveva provato in realtà fosse un'illusione... No, ne era certo. Lo avrebbero ascoltato, lo avrebbero salvato.

«Devo ammetterlo, la vita è stata un po' ingiusta con lei, Jungkook.»

E sentendosi richiamato il ragazzo aprì gli occhi. 
Il suo sguardò puntò per terra. Lì, dove aveva lasciato cadere la piuma nera.
Ed il suo cuore perse un colpo. 

Le lacrime si fermarono. E un sorriso di rivincita nacque in lui.
«Giusto un po', già. Ma, dottore, guardi.» gli fece cenno, con il capo, di volgere lo sguardo nel suo stesso punto.

E il dottor Durant sbiancò. Il volto cadaverico ed un brivido ad attraversarlo.

Accanto la piuma nera, adesso, ve ne era una bianca.

«Lei è sicuro che questa sia la fine della storia? Forse... Penserà anche lei di essere pazzo.»




Jungkook, quella notte, venne portato in sala chirurgica ed il mondo, per lui, si spense. 

・・・・❄・・・・❄ ・・・・


Correte subito al prossimo capitoloooo

𝙍𝙊𝙎𝙀𝙍𝘼𝙄𝙀 // ⱽᵐⁱⁿᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora