CAPITOLO 1:

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Mi svegliai molto agitata quella mattina. Avevo mal di testa e non avevo nessuna voglia di andare a scuola, ma tanto non importava, ci sarei dovuta andare lo stesso! Così scostai le coperte e le mie gambe avvertirono un arietta fredda che proveniva dalla finestra che era leggermente aperta! Guardai con disgusto la mia camera, non che fosse brutta, anzi, era piuttosto graziosa. C'erano i mobili in legno chiaro il pavimento era anch'esso in legno ma un po' più scuro. La mia scrivania era coperta di libri e fogli sparsi un po' qui e un po' la. Alla finestra c'erano tende composte da due strati molto leggeri che facevano filtrare tantissimo la luce, in pratica erano solo per bellezza, uno strato era azzurro, mentre l'altro era viola.

Le pareti lilla davano un senso caramelloso al tutto! Ma era tutto troppo monotono! Per esempio sapevo che fra qualche minuto mio fratello sarebbe apparso sulla soglia della mia camera dicendomi di muovermi che era tardi! Mi avviai verso l'armadio presi un paio di jeans, mi misi un maglietta viola con un cuore rosa scuro al centro con la scritta kiss. Mi guardai allo specchio i miei capelli neri erano scompigliati come ogni mattina e i miei occhi verde smeraldo cercavano invani di non far trapelare nessuna emozione. Come volevasi dimostrare sentì bussare alla porta per poi vederla aprire da mio fratello Luca che mi guardava accigliato.

-Cosa vuoi?- gli chiesi seccamente io ancora mezza addormentata.

-Sbrigati, dobbiamo andare, è tardi!- disse tutto d'un fiato lui.

Mio fratello era un ragazzo alto e dalla pelle abbastanza scura.

Aveva i capelli neri con un taglio un po' alla emo.

Era propio un bel ragazzo, conclusi mentre scendevo al piano di sotto per andare in cucina a fare colazione.

Salutai mia mamma e mio padre. Loro erano i classici genitori ossessionati dal lavoro, quelli che non avevano mai tempo per i figli. Bevvi un succo alla veloce e agguantai un pacco di biscotti al cioccolato e ne mangiai tre poi Luca prese le chiavi della macchina e uscimmo di casa.

Stavo per salire in macchina quando mi venne in mente che quel giorno toccava a me prendere la merenda per me e per la mia migliore amica Chiara. Così dissi a Luca:

-Luca tu inizia a mettere in monto io faccio un salto alla panetteria.-

Feci una corsa fino all'angolo ed entrai nel primo negozio davanti a me.

-Buongiorno Melissa.- disse il panettiere -Cosa ti do?-

-Il solito.- dissi mentre davo un'occhiata al borsellino di tela argentata.

-Anzi-aggiunsi- metti anche una treccia zuccherata non ripiena!-

-Certo cara arrivano subito.- disse entrando nel retro del negozio.

-Grazie Sam!- gridai cercando di farmi sentire.

Sam era un signore grassottello. Portava sempre la barba lunga mentre in testa c'erano due capelli che sembrava sempre fossero sul punto di cadere! Quando tornò presi il sacchetto e gli diedi i soldi poi scappai di corsa verso la macchina dove c'era mio fratello furioso perchè ci avevo messo troppo tempo!

-Mi dispiace, scusa, pensavo di fare prima!- mi scusai.

-Sali in macchina e non rompere!- mi disse con voce gelida.

Mi misi a sedere e chiusi la portiera dell'auto che partì velocissima.

Luca mi scaricò davanti alla fermata dell'autobus dove c'era Chiara che mi aspettava.

-Ciao Chiara come va? Guarda!- gli dissi porgendole il sacchetto con i due cornetti e la treccia-vedi? Mi sono ricordata!- dissi tutta orgogliosa.

Chiara era una bellissima ragazza i suoi capelli erano biondi e lunghi quasi fino al sedere. Oggi portava una gonna nera di jeans e sotto delle calze a rete. Sopra aveva una canotta bianca e una giacca nera di finta pelle.

I suoi grossi occhi azzurri mi fissavano come per dire "grazie mille, per la treccia, che bella sorpresa!"

-Che novità?- chiese lei curiosa.

-Il solito nessuna novità! E tu?- chiesi con non curanza.

-Io il prossimo sabato sera esco con Simone di quarta C!- esclamò con un sorriso che andava da guancia a guancia.

Simone era davvero un ragazzo carino ed era uscito con pochissime ragazze più piccole, ma che Chiara fosse riuscita a procurarsi un appuntamento con lui non mi sorprese più di tanto.

Così mi limitai a uno scialbo:

-Wow, che fortuna!-

-Non sei contenta per me?- mi chiese facendo la faccina triste.

-Chiara...- iniziai io -tu esci con un ragazzo diverso ogni sabato, non è una novità!-

-Bhe...- accenò lei guardandosi le scarpe -però Simone è molto carino!- concluse lei.

-Siii...- feci una smorfia io -ma Stiven il ragazzo americano che l'anno scorso era venuto qua per lo scambio culturale era molto ma dico molto più carino!- continuai -e nell'anno in cui è stato qui anche se era circondato da ragazze è uscito solo con due tra cui una eri tu!- dissi con un tono che non ammetteva repliche.

-In effetti- bonfocchiò lei -oh guarda arriva l'autobus!-

Prendemmò posto sull'autobus e ci dirigemmo verso la scuola.

La nostra scuola era un normalissimo liceo, noi eravamo in terza quell'anno, e si prospettava un anno magnifico per me e per i miei amici.

THE LOVE OF VAMPIRESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora