CAPITOLO 17 :

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Mi sentí toccare la spalla, aprí velocemente gli occhi e vidi il tenero e dolce viso di Mirko.
-Ma buongiorno! Avevi intenzione di scendere dall'aereo o di rimanere qui?-
-Oh... ho dormito cosí tanto?-
Presi la borsa ed uscimmo dall'aereo andammo vicino al nastro trasportatore e ritirai la mia valigia.
Andammo ad aspettare in una saletta ed estrassi dalla valigia il computer, lo misi in borsa.
Dopo circa mezz'ora nella sala d'aspetto e venti minuti di coda riuscimmo ad imbarcarci sull'aereo.
Stavolta mi misi seduta vicino a Marco.
Dopo dieci minuti di volo mi feci coraggio e gli parlai.
-Marco, ma cos'ha Gio? Si comporta in maniera cosí strana, insomma, molto più strana del solito.-
-Melissa, credo abbia spento le sue emozioni, il dolore per la perdita di suo fratello doveva essere troppo e non essendo riuscito a sopportarlo, deve aver deciso di spegnere i suoi sentimenti, se un vampiro decide di fare cosí, smette di provare emozioni di qualsiasi genere. Non gli importa degli altri e nemmeno di se stesso.-
Dopo la spiegazioni mi misi comoda e cercai di distrarmi con il computer.
Mi resi conto di aver lasciato la chiavetta nella valigia. Cosí decisi di scrivere una pagina di diario, non ne tenevo uno vero e proprio, se avevo qualche riflessione, la scrivevo li e basta.
Marco mi mise la mano sulla gamba, io alzai gli occhi e lo vidi che mi stava guardando, ma non come si guarda una persona, mi stava studiando mi guardava come se mi dovesse disegnare, attento ad ogni particolare, intento a capire a cosa stavo pensando.
-Marco, tutto a posto?-
-Si solo che non va bhe niente.. non importa!- disse lui sorridendomi.
Lasciai perdere ed inziai a giocherellare con le ciocche di capelli.
Pensavo a cosa sarebbe stato di me, io non volevo perdere nessuno dei due eppure in quel momento li stavo perdendo entrambi sia Marco che Giorgio.
Dovevo assolutamente fare qualcosa in fondo gli amavo o no? Si gli amavo e per loro avrei fatto di tutto e l'avrei fatto!
L'aereo stava per atterrare, il viaggio non era stato molto lungo, l'hostes ci invitó ad allacciarci le cinture e ci pregó di spegnere telefonini computer e aggeggi vari.
Ero sempre molto nervosa prima di un atterraggio iniziai a tirare forte i capelli sempre di piú, e il mio respiro si fece
mano a mano sempre pi veloce e pieno. Le gambe iniziarono a tremarmi e la testa cominció a girare vorticosamente.
Mi aggrappai al braccio di Marco cosí forte che sarei quasi riuscita a staccarglielo.
-Ehi stai calma va tutto bene! Sono qui, io sono qui, a fianco a te. Chiudi gli occhi!-
Io istintivamente chiusi gli occhi e Marco inizió a sussurrarmi nell'orecchio le note di una dolce ninnananna che suonava familiare, non conoscevo le parole, anzi non erano neanche inglesi le parole, sembrava cinese o giapponese. Era un dolce ricordo lontano, sembrava che il mondo si fosse fermato, non sentivo più i miei compagni che parlavano e neanche il turbinio dei motori, solo la voce, ma non era quella di Marco era quella di una donna. Una donna sicuramente cinese, era chinata su una culla e cantava, aveva un abito rosso pieno di ricami in oro e in nero. Aveva i capelli neri raccolti sulla nuca e fermati con due bastoncini. Era bellissima. La bambina nella culla rideva nel sonno sembrava contenta della voce della mamma.
-Dormi Meia! Dormi!- disse la donna. Stava parlando in cinese ma scopr con mia grande sorpresa di averlo capito perfettamente. Cosí tendendo un po' l'orecchio riuscí anche a comprendere le parole della canzone, o almeno in parte.
Dormi dormi mio tesoro,
La notte ti bacerá,
Figlia delle stelle e il sole,
Niente pi ti fermerá,
Dormi dormi mio pulcino,
Che al risveglio ci saró,
Sempre fianco a fianco non ti abbandoneró.
Riaprí gli occhi di scatto, ero in braccio a Marco. Fuori dall'aereo eravamo su un pullman. Ma come c'ero arrivata li?
-Marco cosa è successo? Dove siamo? Come ci siamo arrivati qua???-

-Stai calma, eri addormentata cosí ti ho portato fino a qua in braccio, stai tranquilla.-
Mi ammutolí e mi misi a ripensare al sogno.
-Ma Marco, dove stiamo andando???
-Sulla Tour Eiffel!- disse Marco con non curanza.
-Wow, Marco sulla Tour Eiffel, che meraviglia che deve essere! Non sei un po' eccitato?-
-Io ero li quando la stavano costruendo! L'ho vista e rivista, ormai è cosa vecchia.-
-Ah già... per un momento stavo dimenticando che tu... bhe sai no?-
Marco mi fece un sorriso veloce e si giró dall'altra parte.
Perché si comportavano tutti cosí, cosa dovevo fare?
Arrivammo e io e il resto della mia classe rimanemmo meravigliati dalla bellezza e dalla magia di quel magnifico posto.
Facemmo un giro turistico e poi andammo all'albergo. Sistemai le mie cose nella mia stanza, mi feci la doccia, poi visto che ero in anticipo per la cena mi misi ad ascoltare un po' di musica mentre aspettavo che Chiara finisse di farsi la doccia.
Quando Chiara uscí dal bagno aveva tutti gli occhi gonfi e rossi. Andai ad abbracciarla, e ci stringemmo forte come non avevamo mai fatto, le diedi un bacio sulla guancia e la consolai e lei si riprese, e cosí come aveva iniziato a piangere smise e mi fece un enorme sorriso, come se non fosse successo niente.
-Allora? Se ti dico bagno dell'aereo cosa ti viene in mente?- mi chiese scoppiando a ridere.
-Oddio é stato bellissimo, selvaggio potente passionale! Fantastico!-
-Lo so, non vorrei ricordartelo ma ci sono stata pure io a letto con lui!-
-Cazzo, é vero, avevamo promesso che non saremmo mai state con i ragazzi o gli ex ragazzi della nostra migliore amica, ma va be dai, dimentichiamo!- dissi ridendo.
Cosí dicendo scendemmo di sotto e ci sedemmo ad un tavolo tenendo il posto a Marco Giorgio e Mirko.
Arrivarono tutti ma mancavano due nostri compagni, Giorgio e Alice. Un'idea strana mi passó per la mente, ma non poteva essere cosí!
Dopo mezz'ora si presentarono, Alice andó a sedersi ad un altro tavolo e Giorgio venne al nostro si mise nell'unico posto libero come se niente fosse e incominció a mangiare quello che aveva nel piatto.
Ero troppo stordita non ci potevo credere, ma feci finta di niente come gli altri e continuai a mangiare silenziosamente aspettando che il pranzo finisse.
A metà pranzo prima che gli altri finissero mi alzai dalla sedia e me ne andai in camera.
-Melissaaaaaaaaaa- qualcuno mi stava chiamando, stava sussurrando il mio nome come lo struscio della lingua di un serpente.
-Melissaaaaaaa- sentí di nuovo.
-Chi c'é?-
-Sono quiiiii-
La porta di camera mia si aprí, mi feci coraggio ed entrai, ma non vi trovai niente di strano, sembrava normale come la prima volta che l'avevo vista.
-Melissaaaa-
Mi girai ma non vidi niente mi rigirai e di colpo vidi Roberto, che mi guardava con aria sinistra.
-Melissa questo é colpa tua, sono morto per te. E tu cosa fai per ringraziarmi? Fai andare in depressione mio fratello! Melissa, Melissa, Melissa cosa bisogna fare con te? Cosí bella cosí maledettamente dannata! Torna a casa Melissa qui troverai solo morte, lasciali perdere entrambi muori da umana vivi una vita piena e dimentica! Dimentica ogni cosa!-
-No! Io li amo non li dimenticherei mai! Non si possono trovare scorciatoie, bisogna affrontarle le cose non scappare, é una questione di principio!-
-Con quante idiozie hai riempito la tua testa! Sei sicura sia amore? Insomma a te sembra cosí, ma sei sicura che non si tratti solo del sortilegio? So che ci hai pensato, ma andiamo, hai liquidato questa domanda con cosí tanta facilità!-
-Io... io sono sicura che si tratti di amore, insomma io non posso vivere senza di loro! Sento un vuoto dentro ma tu ma tu cosa ci fai qui? Sei morto!-
-Sono un fantasma!- mi dissse tranquillo.

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