Capitolo 28

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Capite la sensazione di star collassando?
Io la stavo vivendo.

Mi guardavo e pensavo "tu sei stupida".
Pagavo cassieri antipatici, parlavo con gente che non conoscevo... tutte cose che ho sempre fatto e che ora non sembrano cose reali.
E quando riascoltavo i vecchi dischi di papà sembravano la  merda, ripenso che erano tutti come me cioè più fottuti.
Volevo fare qualcosa di entusiasmante, ma cosa? Io non ne avevo la minima idea.
Soprattutto con queste notizie, coronavirus, che cos'era mai questo virus? Odiavo di già il 2020.
Sicuramente non era il mio anno, proprio no. Non fa nulla, conterò sull'anno prossimo.
A volte volevo solo un mondo in bianco e nero come Pleasentville.
Volevo solo una vita piena di noia a bassa frequenza ma che noia non andare mai di fretta.
Ora che mi avrebbe detto mia nonna? Di star facendo la cosa giusta? Perché davvero io non lo sapevo.

Il telefono era pieno di dm da parte di Kylian, io non sapevo se risponderli o meno.
Chissà che mi aveva scritto... no, la mia curiosità ora non doveva esserci, non doveva mettersi in mezzo.
Io e lui non dovevamo conoscerci, lui non c'entra, la colpa era mia per quella volta che gli ho scritto per scherzo.
È lui che mi ha fatto stare così male? Come se stessi affogando in un mare di lacrime amare che bagnano pagine.
Basta, dovevo toglierlo dalla mia testa, sapevo cosa fare, oggi avrei dovuto parlare con Théo e dirli che aveva ragione.
Perché era così, dall'inizio...

E mentre andavo a scuola provavo a stare su col mio umore.
Ma come merda facevo? Dovevo passare il centro di allenamento del PSG per andare a scuola e se lui mi avesse vista?
Speravo di no, ma poi perché io pensavo ancora a lui? Non aveva nessun senso! Io e lui non dovevamo conoscerci.
Dio, ora mi servirebbe uno di quei discorsi di Théo!
Ma ormai mi stavo avviando e fermarmi a pensare non mi avrebbe aiutato di certo.
L'unico modo era quello di sorpassare il centro sensa nemmeno voltare lo sguardo, ma era difficile, perché pensavo di stare sbagliando? Io dovevo smetterla di pensare, lo odiavo.
Però lì non c'era nessuno, meglio pensai, anche se ci fosse stato lui non gli avrei rivolto lo sguardo.
Poi mi arrivò una chiamata da Margot.

"Ciao Marg."

"Oi! Dimmi."

"Oggi mio papà sta un po' male... non voglio che sia nulla di grave ma oggi starò casa, sai voglio prendermi cura."

"Non c'è neanche bisogno che me lo dici, prenditi il tuo tempo."

"Muah! Poi mi parli del tizio con cui esci eh!"

Ecco, ma io dico, davvero?
Ma davvero davvero?!

Perché ogni cosa portava a lui e i suoi stupidi occhi? Ma ora che stavo dicendo, lui che c'entrava?
Io dovevo starmene zitta fin dal primo momento, non dovevo dire niente a nessuno, nemmeno a Théo.
Dovevo dire a quel stupido calciatore che dovevo smetterla di scriverli da molto più prima.
Ora era tutto distrutto, e quel bacio me lo dovevo dimenticare, mi importava solo del suo fratellino, con cui purtroppo non potrò più parlare.

"Si... è andato tutto a puttane in realtà sai? - Risi - Ora però devo andare, ciao Margot a dopo!"

Riattaccai veloce veloce sperando che lei non mi richiamasse indietro.
Ovviamente ci tengo a Marg ma di quel discorso non ne volevo parlare, ma sapevo anche che avrei dovuto dirlo a lei.
Intendo... intendo che dovevo dirle che io e il ragazzo con cui mi stavo sentendo è finita, il problema? Lei non sa chi è veramente quel ragazzo.
Forse dovevo pensare anche ai miei stupidi pensieri.
O forse dovevo solo andare a scuola.

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"Diciamo che sei migliorato."

Finsi una risata, era difficile ridere in quei giorni.
Per colpa di chi? Mia. La colpa era solo e unicamente mia.
Théo mi guardava sempre strano, forse l'aveva capito che stavo male ma male di ché?

Luce italiana nella fama francese - Kylian MbappeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora