Capitolo 2

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Ero arrivata a destinazione.

Scendo dalla aereo e prendo la mia valigia.
Presi il taxi che mi portò nella centre-ville.
Le persone che vidi erano tante, tantissime.
Nell'aria si sentiva Parigi al quanto poco sapevo non importava, si capiva dai cittadini, dai turisti e dall'arte.
Ho sempre amato l'arte di Parigi, non supera quella italiana, ma è spettacolare comunque.
E quando scendo il taxi mi porta davanti al mio hotel.
Ho preso un piccolo appartamento in centro città apposta per osservare la meraviglia di questa città.
Si sente l'odore dolce di Parigi, zucchero di canna e bacche, in questo modo penso che Parigi sia in un cibo.
Non ho mai amato tanto il cibo francese, ma non è male comunque, nessuno supererà mai il cibo della mia Italia.

Entro e nella reception e trovo tutta la meraviglia dell'hotel, – non per vantarmi eh – ma diciamo che ho buon gusto.

”Bonjour! How can i help you?“

Per far spiccare il mio francese le risposi con esso. – non per essere vanitosa ma è un vantaggio, perché non usarlo? –

”Ho prenotato una stanza.“

”Nome e cognome, per favore.“

”Eva Turb-“

”Oh, voi siete quella con due nomi.“

Ah, probabilmente lei e le sue colleghe mi hanno deriso per i due cognomi, ottimo inizio direi.

”Esattamente...“

”Bene, elencatemi i dati, per favore.“

Allora le elencai i dati e cose varie.

”Volete pagare ora per il primo mese?“

”Si, grazie.“

Avevo già deciso di pagare ora il primo mese, poi mi prenderò un lavoro part-time, e pagherò gli altri mesi.

”Perfect, we have done. “

Mi fece segno di prendere le chiavi, la ringraziai ma mi disturbò il fatto che mi avesse risposto nuovamente in inglese.
Mah, non importava.
Lei avrà avuto pochi anni in più di me quindi magari era il suo primo lavoro immagino...
Ho sempre saputo che la gente francese non era molto cortese ma mi ci sarei abituata, come a tutto il resto.

Quando aprì la porta rimasi abbastanza, non scioccata, ma entusiasta.
Era un appartamento abbastanza grande, con quattro stanze: una cucina meravigliosa – sarebbe diventata la mia stanza preferita – che era attaccata al salotto accogliente con un finto camino – brucierò l'appartamento, lo so – , una stanza molto carina e spaziosa con una scrivania e un armadio abbastanza accurato, il bagno molto brillante che, purtroppo , non aveva il bidè – la cosa peggiore che mi potesse succedere – e infine una stanza abbastanza piccola ma mi lasciò a bocca aperta, c'era una piccola libreria con un bel tappeto rosso e un divano che sembrava morbidissimo.
Per non parlare del terrazzo che affacciava proprio sulla Torre Eiffel.

Mi buttai sul divano, erano le 12:23 , era mezzogiorno e io non avevo mangiato, dormito, bevuto e mi trovavo a Parigi, senza genitori, con l'università che mi aspetta domani, la valigia ancora piena, con un appartamento ancora vuoto da riempire con le cose dell'Ikea e senza sapere cosa mi aspettava in quella città.
Tuttavia, mi addormentai.









Luce italiana nella fama francese - Kylian MbappeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora