Capitolo 31

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La questione con questo virus andava sempre a peggiorarsi. Spopolava nei giornali e telegiornali, la gente parlava solo di questo. Stavano morendo tantissime persone ed era assurdo che fosse capitato proprio nell'anno nuovo... era un totale disastro. Quelle povere vite infrante per colpa di qualcosa di irrecuperabile, mi sta così sui nervi. Erano passate due settimane ed era iniziata una quarantena globale. Nessuno usciva più di casa se non per fare la spesa o per andare in farmacie o ospedali. A volte, mi mettevo vicino alla mia finestra e osservavo Parigi, era spenta. Nessuno girava più in giro, ed era pazzesco. Era pazzesco come la città con più visitatori d'Europa era diventata così vuota. Nemmeno io uscivo di casa, mamma mi aveva avvisato. Mi aveva detto di stare attenta ma l'avrei fatto anche senza le sue parole, lo sa quanto sono tragica. Per fortuna va tutto bene a casa, anche i miei amici stanno bene e questo è l'importante. Quando abbiamo ricevuto l'avviso dell'università Théo mi aveva subito iniziato a chiamare per dire quanto fosse scocciato, ma non era una nostra scelta decidere. Non lo era di nessuno in realtà. Le lezioni su Classroom stavano andando bene tutto sommato, non erano di certo la stessa cosa ma ci dovevamo accontentare, dopotutto la tecnologia ci ha salvati. Margot l'ho sentita tre giorni fa. In quei giorni non chiamava molto perché si stava prendendo cura di suo padre, questo maledetto virus l'aveva colpito, ma per fortuna leggermente. Ora stava bene fortunatamente. Le ero sempre stata vicina in quei giorni, ne aveva bisogno e io ci tenevo a lei e alla sua salute mentale. Quelle giornate passavano lentamente rinchiusa in casa, non c'era nulla da fare. Di solito, dopo le lezioni, andavo fuori con i miei amici o camminavo per le vie di Parigi... ma ora nulla. Vado fuori solo per comprare il pane.

Ora ero qui, stesa sul divano a guardare La casa di carta! Certo che Rio era sempre così figo... non importava quante volte lo riguardavo... c'era qualcun'altro che era sempre figo ma non ho intenzione di dire il nome. Si proprio lui, Kylian Mbappé! Perché si, lo ammetto! È un figo ma questo non vuol dire che mi piace o che io voglia qualcosa, ho chiuso questa storia da tempo. Giusto? Ovvio che è giusto! Comunque... le partite erano diventate più silenziose, in tutti i sensi. Il pubblico non c'era, il che l'entusiasmo dei miei giocatori non era dei migliori, soprattutto nell'esultanze. Ma continuavamo sempre a supportarli, soprattutto in questi momenti no. Se no che tifosi siamo?
Smisi di guardare la tv quando una telefonata improvvisa comparve sul mio telefono. Quando vidi il nome mi venne un piccolo sorriso.

"Hey Oliver! Ça va?"

Era sempre bello parlare con Oliver, lui era come una luce. Nelle giornate buie aveva sempre qualcosa da dire per rincuorarmi, aveva proprio l'animo da poeta. Gli volevo un sacco di bene.

"Salut Eva... ça va bien, ça va bien."

"Hourra! Come te la passi a casa oggi?"

Sbuffò.

"Solite cose... non riesco ancora a scriverli nulla."

Mi sedetti composta quando disse quelle parole. Non riusciva ancora a confessare il suo amore per Théo, mi dispiace così tanto. L'avevo sempre stimato a farcela ma non era così facile...

"Lo so che non è facile... ma ci devi sempre provare. Il significato dell'amore! Me l'hai detto tu!"

Oliver rise.

"In una situazione così non è-" si fermò per tossire. "-non è così semplice... sai quante persone sono omofobe? Se lo fosse anche Théo? Fine del mondo."

Mi morsi il labbro, ovviamente non lo capiva ampiamente... solo lui poteva capire come ci si sentiva. Ma nonostante ciò non volevo fermarmi.

"Sentì... Théo secondo me non lo è affatto, magari non è gay ma non significa che sia etero! Può essere..."

Pensai ad un nome ma non mi venne in mente.

"Bi?"

"Esatto, bi! È un ipotesi no?"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 14 ⏰

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Luce italiana nella fama francese - Kylian MbappeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora