capitolo tre

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stavo facendo un riposino quando sentii la mia spalla scuotersi.
mi guardai attorno e vidi una poliziotta che mi guardava sorridente.
:-sono arrivati.- queste sono le uniche parole che disse per farmi saltare in piedi.
sono passate circa 2 ore dall'ultima volta che mi sono addormentata.
ho una voglia matta di incontrare la mia famiglia, non mi interessa se non gli piaccio, la mia eccitazione non mi calmerà neanche a costo della mia pistola preferita.

quando arrivai all'ingresso della stazione notai ben 9 uomini alti quasi un palazzo, sulle loro espressioni potevo notare felicità, tristezza e stupore,molti erano in lacrime.
:-porca merda, che cazzo gli danno da mangiare.- sussurrai.

ad un certo punto è come se mille ricordi mi passassero per la testa.
questa è la mia famiglia, Alex, Vincent, Leonard, Bryan, Ryan, mattia, tia, Ezechiele e mio padre.

mi avvicinai cautamente a loro e sembravo una formica in confronto.
feci un mezzo sorriso e sentivo le lacrime voler uscire, ma non potevo farmi vedere debole.

poi un uomo che sembrò essere mio padre mi abbracciò, un abbraccio di bisogno, affetto e amore.
all'inizio rimasi sorpresa poi ricambiai l'abbraccio.
:-marabella, pensavo di non rivederti mai più.-
:-sono qui, ora- dissi asciugandogli con il pollice una lacrima sul suo viso ben curato.
notavo sul collo alcune macchie di vitiligine.

poi un uomo sulla trentina mi si avvicinò che era un pozzo di lacrime.
mi ricordo di lui.
Alexander.
:-alex.- dissi ormai lacrimando.
:-ti ricordi di me?-
:-si!- dissi per poi abbracciarlo.

poi passammo a Vincent, Leonard,mattia, tia, Bryan, Ryan e infine...
Ezechiele.
il mio gemello.
:-ezechiele..- scoppiammo nello stesso momento a piangere e ci abbracciammo con tutta la forza possibile.
:- mi sei mancata belle...- solo lui mi chiama così e mi è mancato.
:-anche tu ky.-
ci staccammo dall'abbraccio e tutti al famiglia ci stava guardando, mi asciugai le lacrime e sorrisi leggermente.
:-bene, dove si va ora?- dissi curiosa.
:-a New York piccoletta.- disse mio padre
:-abitate lì? figo.-
:-essì..-

presi la mia valigia e la mano di Ezechiele, c'erano 3 auto tra qui la mia preferita: l'Audi R8.
:-wow!- esclamai prendendo l'attenzione di tutti.
:-cosa?- chiese Vincent.
:-l'audi R8!-
:-sei un'appassionata di auto?- mi chiese Bryan.
:- cazzo si! sono la campionessa nelle corse d'auto clandestine!- mi resi conto che dovevo tenere la bocca chiusa infatti tutti guardarono a bocca spalancata.

:-wow..- disse Ryan.
:-fate come se non l'avessi detto e ora andiamo.-
titubanti entrarono nelle proprie auto, io andai nell'audi con papà, Alexander Ezechiele e Bryan.
dovrei avvisare Sasha per la consegna delle mie cose.
:-ehm.. un mio amico dovrebbe consegnarmi via pacco delle cose, ma mi servirebbe l'indirizzo di casa...-
:-va bene.. ****.-
:-grazie mille.
:- ci vuoi parlare di quello che hai detto prima?-
:-ma nulla di che...-
:-illegali...- continuò lui
:-tranquillo non mi hanno ancora arrestato, ho tutto sotto controllo.- dissi ridendo sentendo sghignazzare dietro di noi i miei fratelli.
:-comunque, raccontatemi qualcosa di voi..-
parlammo molto del più e del meno, ho saputo che anche a Bryan piacciono le corse d'auto!

:-mara ho saputo che Anna è morta, ma non so come, vuoi dircelo?- quella domanda mi congelò, ricordarmi cosa mi ha fatto quella brutta strega mi fece stringere i pugni.
:-quella strega è morta cadendo da un ponte perché era ubriaca marcia, non sai quanto ero contenta quando l'ho saputo.- dissi con un tono mortale, quasi da far pietrificare tutti i presenti.
presi il telefono e scrissi a Sasha se ha delle notizie sulle consegne che dovrò fare.

mi disse che a new York Devo dare una consegna.
:-papà.-
:-dimmi tesoro.-
:-non è che ti fermeresti in questo posto devo fare una cosa.-
:- va bene saremo lì fra un'ora emmezza. Alexander avvisa i tuoi fratelli.-
:-grazie ci metterò 10 minuti

di al ragazzo che ci
incontreremo lì,glielo
consegnerò di persona
e che voglio i soldi immediatamente.

Sasha: ricevuto capo.

dopo l'ora prevista ci ritrovammo davanti ad un magazzino.
:- amore, che ci facciamo qui, non credi che sia pericoloso?-
senza rispondere scesi dalla macchina dove c'erano tutti i mesi fratelli che si guardavano intorno.
:-mara che ci facciamo qui?- mi chiese tia, credo che abbia paura, in effetti è inquietante questo posto siamo in mezzo al nulla.
:-fate fare a me.-
aprii la portiera dove c'era la mia valigia sul fondo avevo messo una grande quantità di droga che vendo, non so di averlo già detto ma so il segreto che nasconde la mia famiglia, so che è la mafia americana.

scavai a fondo della mia valigia e intanto guardavo i miei fratelli e mio padre guardarmi straniti.
toccai qualcosa di morbido.
:-eccolo.-
:-cosa eccolo?- disse mattia.
estrassi una scatola di cartone, era piccola e conteneva la droga.
:-ritorno subito- dissi
sgattaiolai dalle loro braccia imbottite e udii rumori in vicinanza, andai dietro all'edificio dove si presentò Enzo.

:-enzo, ti aspettavo.-
:-ciao marabella, hai quello che voglio?-
:-si e tu hai quello che voglio?-
:-certo, gli affari sono affari.- disse alzando le mani.
:-prima i soldi.- dissi.
:-ecco a te ora quella.-
gliela diedi.
:-arrivedeci marabella.-
feci cenno con la testa e lui se ne andò, ritornai alle macchine e vidi che i miei fratelli erano preoccupati, cazzo per essere la mafia americana hanno paura di cosa potrebbe accadere?

li sorpassai e misi la valigetta sui vestiti e quando aprii la trovai piena di soldi.
Urlai di gioia e saltellai.
:-marabella, cos'era quella?- disse Ryan.

-non credo sia importante.-
:-ma che cazz- iniziò mattia ma io gli misi una mano sulla sua bocca in segno di silenzio.

risalimmo in macchina fra circa due ore saremmo arrivati a casa nostra.
nostra, anche casa mia, li conosco da meno di 24h e sento che li conoscessi da una vita, beh fino ai miei 5 anni si.
:-papà.-
:-si.-
:- anna, ha detto che mio padre fosse morto, io prima di incontrarvi non mi ricordavo nulla della mia infanzia, poi quando vi ho incontrato è come se i ricordi fossero tornati, ma solo per parte, cos'è successo?-
ci fu un aria tesa in macchina.

:-beh vedi tua madre un giorno se ne andò portando via te, perché eri l'unica figlia femmina, e prese i miei soldi, almeno una parte, e scomparì dalla circolazione.-
:-oh.-

dopo l'ora prevista siamo arrivati davanti a una villa ENORME.
:-ma che cazzo.- dissi scendendo dalla macchina.
:-bentornata a casa mara.-
saltellai di gioia poi raggiunsi i miei fratelli che mi guardavano come se fossi l'ultimo pezzo di pane sul pianeta.

all'ingresso della casa c'erano della guardie in giacca e cravatta con delle pistole.
entrammo nella villa, non era cambiato molto, i mobili sono solo più moderni, ed è tutto molto costoso.

arrivò una chiamata a mio padre.
:-pronto?-
:-sisi, portateli in casa i pacchi.-
:-grazie, ciao.-

:-mara sono arrivati i tuoi pacchi e una macchina.-
tutti si girarono verso di me e io feci un grosso sorriso.
uscì di corsa di casa e vidi la mia macchina proprio di fronte a me.
:-AAAH- urlai di felicità e corsi verso la mia auto.
la abbracciai in un modo goffo e le solo una piccola parte.

rientrai in casa e aprii un piccolo spiraglio del primo pacco.
erano le mie armi, pistole, coltelli.

aprii poi anche l'altro pacco, era pieno zeppo di droga, possedere queste cose mi rendeva adrenalitica.
:-cazzo si!- esclamai, mentre i miei fratelli cercavano di guardare cosa ci fosse dentro le scatole, ma invani, glielo impedii.

:-dove posso trovare camera mia?-  chiesi.
:-vieni, ti accompagno.- disse ezechiele.

arrivammo davanti a una porta dove c'era il mio nome.
:-belle.- mi chiamò.
:-si?-
:-mi sei mancata.- disse sorridendomi.
:-anche te.- e lo abbracciai.
stemmo così per pochi secondi per poi staccarci.
:-ti chiameremo per cena.-
gli feci cenno con il capo ed entrai in camera chiudendomi alle spalle la porta.

'ho proprio bisogno di qualche canna'
pensai.

misi i due pacchi nella cabina armadio, era gigantesca ma ancora vuota, farò qualche ordine.
andai in bagno dove appoggiai la mia pochette e mi lavai la faccia con l'acqua fredda.
indossai una maglietta a maniche corte che mostrava le mie macchie e i miei tatuaggi, insieme ad un leggins.

presi il sacchettino in cui avevo le mie sigarette, canne di tipo diverso e l'accendino.
via alla danze, o meglio, via alle canne.

la famiglia Garcia. ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora