capitolo undici

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la mattina seguente mi svegliai di buon umore, cosa che non passó inosservata.
:-come mai oggi sei così felice?- mi chiese Vincent.
:-è da stamattina che hai il sorriso.- continuò Bryan.
:-io lo so.- esclamó Leonard che mi fece congelare.
:-no tu non lo sai..- dissi, ridendo nervosamente.
:-oh si, mia cara.-
la mia famiglia ci guardava perplessi.
:-anche io so il tuo segreto!-
ora lui è quello che si congela.
:-sentiamo?-
:-sei fidanzato con Jasmin!-
tutti rimangono a bocca aperta.
:-la nuova segretaria?- chiede mio padre, ma non ottiene risposta.

:-anche io so il tuo segreto!- esclama lui facendomi agitare.
intanto la famiglia era immobile a godersi la "litigata".
:-sentiamo?-
:-te la fai con aron!-
serro gli occhi e la mia famiglia spalanca la bocca, potevo vedere i miei fratelli, mio padre, mio nonno e i miei cugini serrare i pugni.
:-n-non è vero!-
:-vi ho visti ieri sera andare in bagno!-

tutti sussultarono, di nuovo.
:-sei uno stronzo!- gli urlai contro sedendomi a braccia incrociate guardando un punto indefinito del tavolo.

tutti si sorsero in silenzio con ancora gli occhi spalancati.
:-potete dire qualcosa?non è successo nulla di così stravolgente.-
:-stravolgente?stravolgente!? ti sei letteralmente scopata il mio migliore amico!- urla mattia facendomi sbuffare.
:-sei geloso perché tua sorella ha una relazione intima con qualcuno o perché mi sono fatta il tuo amico?-

papà si strozzò con quello che stava bevendo.
:- entrambe, porca puttana!- risponde mattia.
:-le parole!- esclama nonna.
sbuffiamo entrambi appoggiando la schiena sulla sedia contemporanea.
:-domani a scuola lo uccido!- sbatte i pungi sul tavolo Matt.
:-tu non uccidi proprio nessuno! quando tu ti porti a casa ragazze sconosciute mica le ammazzo! sei fortunato che era aron e non uno sconosciuto!-

*********

dopo la discussione di ieri oggi sono rimasta casa da sola.
i più grandi sono tutti a lavoro, i più piccoli a scuola.
ho deciso di finire l'anno scolastico perché mi prende un sacco di tempo e le capacità disciplinari ce le ho tutte.

sono spaparanzata sul divano a guardare il soffitto.
indosso un pantaloncino rosso di ky che mi arrivo fin sotto le ginocchia, una maglia attillata nera a maniche lunghe e delle Nike ai piedi, sono sempre stata abituata a camminare per casa con le scarpe.
è aprile e non si capisce se fa caldo o fa
freddo.

direte che sono paranoica, beh si.
davanti a me c'è appoggiata comodamente una pistola e un telefono, è da stamattina che ho una brutta sensazione.

*BOOM*

sento qualcosa sbattere pesantemente e questo mi fa alzare di scatto, prendo la pistola e metto in tasca il telefono.

vado in cucina, dove trovo un uomo di spalle mettere soqquadro le stoviglie.
non gli sparo perché attirerebbe l'attenzione; afferro un coltello da cucina e gli taglio la gola facendo schizzare tutto il sangue sulla mia faccia, sulla cucina e sul pavimento.

prendo il telefono e controllo che non c'è nessuno nelle circostanze.
con le mani tremolanti e il respiro irregolare chiamo Alexander.
uno, due, tre squilli.
non risponde.
chiamo papà ma anche lui, niente.
chiamo il nonno, ma nulla.
ho lasciato anche un paio di messaggi.
cazzo quando servono non ci sono mai.

perdo le speranze e metto il telefono in tasca.
afferro il coltello e metto la pistola nei pantaloni.
vado al piano di sopra dove sento numerose voci provenienti dalle stanze dei miei fratelli.
inizio dalla stanza di Bryan a seguire.
quando penso di aver ammazzato tutti, un panno mi viene appoggiato sulla bocca, privandomi del fiato.

buio.

ANTONIO'S POV:

:-e con questo possiamo finire la riunione.- esclamo alla sessantina di uomini, tra cui la mia famiglia.

la famiglia Garcia. ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora