capitolo dodici

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mi sveglio in una stanza alquanto inquietante, è grigia e agli angoli della parete è piena di muffa.
c'è odore di topi e un tavolo con vari coltelli sopra.

sono legata ad una sedia, la testa mi fa malissimo per la botta che mi hanno dato.
:-EEEI, PEZZI DI MERDA LIBERATEMI! LIBERATEMIII!-
urlo a squarciagola.

c'è uno scatto di serratura ed entra lo stesso uomo del camion.
:-ci rivediamo, marabella.- dice calcando il mio nome.
:-vedi tutte queste armi? non le ho ancora provate.. e tu sarai la mia cavia!- dice con il suo accento russo,  come se un'amica ti avesse invitato a casa sua.
si avvicina con un coltellino.
:-no no no no!-
non mi ascolta e mi fa un taglio che parte dalla tempia sinistra fino allo zigomo destro.
urlo di dolore, cosa che lo fa solo ridere.

spero che la mia famiglia arrivi al più presto.

:-nessuno ti verrà a salvare..- dice e continua ad usarmi come cavia.

:-se volevi davvero uccidermi.. perché non l'hai già fatto?- mormoro con voce rauca.
:-oh si, ho già detto che alla tua famiglia sei morta, ma in realtà tu starai qua e ti farò come arma da guerra.-

spalanco gli occhi.

ALEXANDER'S POV:

siamo ritornati a casa perché non avevamo più una meta.

tutti sono distrutti, l'abbiamo riavuta poco tempo fa e c'è già stata portata via.

nel silenzio un telefono inizia a squillare, quello di papà.
con le mani tremanti mette il vivavoce.
:-pronto?-
:-morta.- tutti spalancano gli occhi.
:-c-cosa?-
:-è morta.-
e la chiamata viene riattaccata.

non ci credo, no no no.

Ezechiele è scoppiato a piangere, così come ryan, Bryan e tia.
papà non l'ho mai visto cosí, singhiozza con la faccia tra la mano e sua madre è appoggiata alla sua spalla.
il nonno ha gli occhi lucidi, Domenico è messo come eze e così come tutti i cugini più piccoli.

e poi c'è aron.
piange come un bambino e mattia lo consola.
si capisce da come si guardano da quanto sono innamorati.
ma ora Mara non c'è più.

non ci riesco e scoppio a piangere.
quegli stronzi dei russi!

corro in camera ignorando le chiamate da parte dei miei familiari.

metto soqquadro la stanza, butto i documenti per terra, spacco il vetro del bicchiere, prendo a pugni il muro.

-FLASHBACK-

:-𝑎𝑙𝑒𝑥𝑥- 𝑒𝑠𝑐𝑙𝑎𝑚𝑎 𝑚𝑎𝑟𝑎 𝑒𝑛𝑡𝑟𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑛𝑒𝑙 𝑚𝑖𝑜 𝑢𝑓𝑓𝑖𝑐𝑖𝑜.
𝑔𝑙𝑖 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑑𝑜 𝑐𝑎𝑙𝑜𝑟𝑜𝑠𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑒 𝑙𝑎 𝑣𝑎𝑑𝑜 𝑎𝑑 𝑎𝑏𝑏𝑟𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎𝑟𝑒.
:-𝑐h𝑒 𝑐'𝑒̀?- 𝑐ℎ𝑖𝑒𝑑𝑜.  
:-𝑎𝑛𝑑𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑎 𝑝𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑢𝑛 𝑔𝑒𝑙𝑎𝑡𝑜 𝑝𝑒𝑟𝑓𝑎𝑣𝑜𝑟𝑒𝑒?- 
:-𝑠𝑖𝑖.- 𝑒𝑠𝑐𝑙𝑎𝑚𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑟𝑎𝑔𝑎𝑧𝑧𝑖𝑛𝑎.

𝑝𝑎𝑠𝑠𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑖𝑙 𝑝𝑜𝑚𝑒𝑟𝑖𝑔𝑔𝑖𝑜 𝑛𝑒𝑙 𝑐𝑒𝑛𝑡𝑟𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑚𝑒𝑟𝑐𝑖𝑎𝑙𝑒, 𝑎𝑏𝑏𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑚𝑎𝑛𝑔𝑖𝑎𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑔𝑒𝑙𝑎𝑡𝑜 𝑒 𝑎𝑏𝑏𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑟𝑖𝑠𝑜, 𝑡𝑎𝑛𝑡𝑜.
𝑙𝑒 𝑣𝑜𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑢𝑛 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜 𝑑𝑖 𝑏𝑒𝑛𝑒.

-FINE FLASHBACK-

so che ora non potrò più mangiare un gelato pensando a lei, ridere sapendo che non è lei a farlo, perché ora è morta.

la famiglia Garcia. ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora