capitolo quattro

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ALEXANDER'S POV:

:-non ci credo ancora.- disse mio padre con lo sguardo perso nel vuoto.
:-mia sorella è una dura!!- esclama mattia insieme a Ryan.
:-mi ricordo che a 5 anni giocava con le barbie e ora con uno sguardo ti riesce ad ammazzare.-
arrivò la cameriera.
:-la cena è pronta potete accomodarvi.-
:-tia vai a chiamare tua sorella.- disse mio padre.
:-sii-

MARABELLA'S POV:

oggi mi sono superata, in due ore mi sono fatta 3 canne belle forti, speriamo ch-
:-MARABELLA È ORA DI CENA.- disse qualcuno, ma non riuscivo ad identificare la voce.
:-arrivoo.- dissi con voce rauca.
mi alzai ma caddi subito, girava tutto.
dopo un impresa mi ritrovai davanti alle scale, come cazzo faccio?!
dopo dieci minuti e una caviglia andata a puttane sono arrivata in sala da pranzo, tutta la famiglia mi stava guardando.
sembravano nervosi.

:-mara c'hai fatto aspettare venti cazzo di minuti!!- disse vincent.
:-scusa..- dissi ridacchiando, mi era uscita bene l'interpretazione di lucidità per fortuna.
focalizzai una sedia libera tra Mattia e Ryan.
andai un po' traballante e non uscì inosservato ai ragazzi.
mi sedetti e lasciai un lungo sospiro e mattia iniziò ad annusarmi, ma non disse nulla.
:-sei un cane?- dissi.
:-forse.- disse matt alzando le spalle e io iniziai a ridere.
mi guardarono storta.
:-ho dei dubbi, ma forse mi sbaglio.- disse Ryan, gli altri annuirono.
notavo che la mia famiglia lanciava molti sguardi ai disegni che avevo sulle braccia, non sono stupida anche se sono fatta.

arrivarono le portate di cibo, i miei occhi si fecero a cuoricino e i miei fratelli divertiti presero le forchette.
poi ad un certo punto si fermarono e i loro volti si fecero seri.
:-io lo dico che voi siete lunatici.- dissi con la bocca piena e i loro visi si ammorbidirono.
prese l'attenzione mio padre che si schiarì la gola.
:-mara?- chiese vincent
:-dimmi tutto.-
potevo dire che non capivo un cazzo, ero fatta di erba.
:-sei fatta?-
tutti si zittirono, ci misi un po' ad elaborare la domanda, ma poi annuii e basta.
:-porca merda..- disse mattia.

li guardai negli occhi un ad uno e sembravano nervosi.
:-ho una domanda..- dissi.
:-si.- disse mio padre con tono dolce.
:-mh, allora, è vero che siete la mafia? cioè, dite si o no e mi tolgo il pensiero, ahaha.-
tutti si congelarono.
:-si, te l'avremmo detto al più presto.- disse mio padre.

:-come fai a saperlo?- disse titubante Leonard, wow non parla mai.
:-cazzo, ho lavorato per la mafia spagnola, vi conoscono tutti ahhaha.- dissi sdemoralizzando.
:-spagnola?- disse mio padre
:- si gli vend- stavo per dire un'altra cazzata, ma mi fermai.
:-continua- disse Bryan.
:-no, nulla,ho un amico.-

ondeggiai un po' nonostante fossi seduta.
:-mara quante canne ti sei fatta?-
disse Ryan.
presi qualche secondo per ricordare.
:-tre.- mio padre si strozzò con il vino e io risi.
:-io credo.. di andare a letto..- dissi.
:-ti accompagno.- disse ezechiele.
quando mi alzai mi vennero le vertigini e quasi cadetti all'indietro.
delle mani mi afferrarono i fianchi.

-FLASHBACK- TW!

ero sul divano a leggere il mio libro fin quando la serratura della porta scattò.
immaginai che fosse mia madre ma in realtà entrò un uomo.
avrà avuto una trentina di anni in più di me, aveva la barba disfatta e i capelli lerci.
mi vennero i brividi.
:-chi sei?- chiesi tremante.
:-tua madre mi ha incaricato di giocare con te, quindi alza il culo.-disse con tono malizioso.
mi alzai senza rimproveri, avanzò e io indietreggiai fin quando non toccai le spalle con il muro.
mi iniziò a toccare, partì dalle spalle, si fermo sul seno e scese poi sui fianchi.

mi prese violentemente i capelli portandomi al piano di sopra.
:-lasciami!- urlai cercando di liberarmi dalla sua stretta.
mi buttò sul letto di camera mia e chiuse la porta a chiave.
si tolse la cintura dai suoi jeans sporchi e la buttò chissà dove.
lo guardai con terrore.
letteralmente si buttò su di me aprendomi le gambe, avevo un vestito che adoravo, era bianco di velluto.
mi dimenai, urlai, piansi.
ma tutto fu inutile, senza che me lo aspettassi entro dentro di me, spinse più volte fin quando non fu arrivato al suo piacere.

si riallacciò i jeans e uscì dalla camera con il suo maledetto sorriso.

FINE FLASHBACK-

12 anni, 12 fottuti anni.
mi ricordo tutti i pianti che feci quella notte in poi.
scoprii che mia mamma mi aveva venduta per un po' di soldi che avrebbe speso in droga e alcol.

mi dimenai dalla presa di ezechiele che mi guardò stranito e preoccupato.
vidi un lampo di tristezza negli occhi di tutti per un attimo.

corsi in camera mia con il fiato pesante.
quella fu solo una delle volte che quell'uomo mi toccò.
in tutto sono 7.
l'ultima volta fu quando avevo 15 anni, o appena 16.
provavo disgusto di me stessa.

andai nel mio bagno personale, lasciai riscaldare l'acqua nel box doccia e intanto mi spogliai.
avevo alcuni lividi su tutto il corpo, per fortuna niente di grave, ma erano ancora freschi.
c'erano anche ferite di tagli che mi faceva mia madre con le bottiglie di vetro.

entrai in doccia e l'impatto con l'acqua fredda mi fece rabbrividire, i miei nervi si rilassarono contemporaneamente.
tra le mille goccioline d'acqua si mischiarono anche le mie lacrime solitarie.

uscii dalla doccia e indossai una felpa nera con il cappuccio e il leggins di prima.
misi il cappuccio sulla testa, traballavo ancora.
ora che ci penso non avevo proprio bevuto un bicchiere d'acqua.

scesi al piano di sotto e c'erano le luci spente.
quando entrai in cucina vidi nel buio una sagoma.
:-marabella, ancora sveglia?- disse qualcuno che si dimostrò essere mattia.
:-si, avevo sete.-
presi un bicchiere e lo riempio con l'acqua del lavandino.
:-perché prima hai reagito così?-
bloccai il bicchiere mezz'aria.
:-non mi piace il contatto fisico.- e finalmente bevvi tutto d'un sorso l'acqua.
:-mara.- mi richiamò.
:-mh-
:-vuoi parlarne.- chiese ma sembro più un'affermazione
:-no.- dissi ferma.
:-va bene, se vorrai mai parlarne io ci sono.- annuii e gli feci un leggero sorriso.

salii di sopra buttandomi sul letto, ma non riuscivo a prendere sonno.
decisi di andare in camera Ezechiele.
aprii la porta e vidi che stava dormendo beatamente.
in realtà era più sul dormi-veglia quindi sapeva che fosse entrato qualcuno in camera.
mi avvicinai al suo letto, mi ricordai quando prima mi dimenai da lui, la sua faccia delusa.
mi misi sotto le coperte e mi rannicchiai sulla sua schiena.
si girò verso di me e mi fece un grande sorriso.
:-ehi, come mai qui?- disse con voce roca.
:-non riesco a dormire.-
mi avvicinai al suo letto.
:-mi dispiace per prima.-
:-tranquilla.- mi accarezzò i capelli bianchi e sentivo il sonno prendere il sopravvento, ed entrambi ci addormentammo abbracciati.

la famiglia Garcia. ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora