Parigi, 8 dicembre 2001
Oggi sarebbe dovuto essere un giorno felice, era il suo compleanno, il suo quinto compleanno, ma doveva aspettarsi che non avrebbe festeggiato come tutti i bambini normali.
Sua madre gli aveva fatto gli auguri di buon compleanno e gli aveva dato un bacio sulla guancia, gli aveva permesso di fare colazione a letto, cosa consentita solo in quel giorno dell'anno, poi gli aveva regalato un piccolo muffin al cioccolato con la glassa azzurra e una piccola candela sopra, non ancora accesa, poi era uscita dalla stanza e lo aveva rimasto nella stanza tutto il giorno con la sorellina di tre anni, che piangeva.
James sapeva che sua madre voleva festeggiare quel giorno con lui, ma sapeva anche che non poteva, era troppo impegnata a litigare con suo padre.
Posò il muffin sul comodino e si avvicinò alla culla rosa pastello al centro della stanza, James era piuttosto basso e dovette alzarsi in punta di piedi solo per intravedere i ciuffetti biondo chiaro come quelli di sua madre e i magnifici occhi verdi di la sua sorellina, che continuava ininterrottamente a piangere.
"Non sopporto più quella bambina, non fa altro che piangere!" sentì suo padre urlare al piano di sotto, urlava contro sua madre, come sempre.
"Cosa ti aspetti da una bambina di tre anni, grande idiota? Adesso sono occupata, smettila di tormentarmi con queste stronzate!" scattò sua madre difendendo la bambina, Kate Argent non era certo quel tipo di donna che si lasciava mette i piedi in testa così facilmente.
"Dannata donna!" esclamò suo padre mentre la porta d'ingresso veniva sbattuta forte.
James sospirò.
Sapeva che suo padre non li amava, le prove erano i lividi sulle braccia di James e anche su quelle di Kate, per il momento non aveva ancora osato toccare la piccola Lexie, era ancora troppo piccola, se avesse subito uno degli attacchi del padre in una così tenera età, James dubitava che sarebbe sopravvissuta.
Il fratello maggiore chiuse gli occhi quando sentì le urla di suo padre, finché non si fermarono e furomo sostituite da passi rumorosi che si avvicinavano alla stanza.
La porta si aprì molto bruscamente rivelando la figura alta e forte di suo padre.
"Ragazzo, fai smettere di piangere quella stupida marmocchia, sono stato chiaro?!" gli puntò contro un dito minaccioso.
Lui annuì debolmente, poi si prese uno schiaffo in faccia.
"Ho detto... sono stato chiaro?" ripeté sibilando e mostrandogli il pugno.
"S-sì," rispose debolmente, tenendosi la guancia ferita con una mano.
"Sbrigati!" disse bruscamente uscendo dalla stanza, sbattendo la porta.
James sospirò e cercò in tutti i modi di calmare la sorellina, che finalmente si addormentò esausta dopo mezz'ora.
Alla fine della giornata si sedette sul letto e prese il muffin, accendendo la candela e soffiandoci sopra.
"Buon compleanno a me"
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Being an Argent
FanfictionFar parte di una famiglia di cacciatori come gli Argent non è affatto facile, Allison lo sa e ne ha subito le conseguenze. Ma Allison non è l'unica Argent ad averne sofferto. James Argent è il figlio di Kate Argent, cresciuto con un padre abusivo e...