XI /Arienne's pov

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Sono nel mio studio di tatuaggi, ho lavorato tanto in questi giorni. Ora ho finito anche questa giornata di lavoro, sono soddisfatta dei lavori che disegno sulla pelle dei miei clienti, escono dallo studio contenti ed impressionati dalla mia bravura. E questo mi dà tanta forza.
"Arienne!"
Una voce che proviene dall'esterno dello studio mi distrae dalle pulizie. Alzo lo sguardo e vedo Giorgio con un sorriso a trentadue denti mentre sventola una mano per salutarmi. Ma stiamo scherzando? Ho appena chiuso e questo tizio viene a rompere?
Vado ad aprire la porta e con le mani posate sui fianchi lo fulmino. "Che ci fai qui?!"
"Sta' calma, già parti così nervosa?"
"Come vedi sto facendo le pulizie perché è l'orario di chiusura!"
Alza le spalle con le mani dentro alle tasche dei pantaloni. "Vabbe, allora vado"
Se ne sta andando, resto per un po' fuori dallo studio mentre osservo la sua camminata lenta, sembra quasi che spera di essere chiamato per farlo tornare indietro.
Sbuffo e alzo gli occhi al cielo. "Aspetta dai! Che dicevi dirmi?"
Immediatamente si rigira per avvicinarsi. Lo sapevo, era una tattica.
"Niente, ti volevo solo dire che..." si blocca e fissa l'asfalto "niente, lascia stare dai"
"Non sto capendo" dico perplessa.
"Senti... ti va di fumarti una canna con me?"
Ha l'aria di uno che ha appena detto una cazzata, non mi convince molto la sua espressione, forse voleva dirmi qualcos'altro.
"Devo finire di pulire prima" dico rientrando nel mio studio.
Giorgio entra e mi segue, si siede sui divanetti ed osserva le mie pulizie.
"Ma che fai? Non puoi aspettare fuori?" dico infastidita, ma anche in imbarazzo.
"Dai, allora ti aiuto" si alza per avvicinarsi, ma subito lo spingono per allontanarlo.
Ci è rimasto male, poverino.
"Faccio da sola. Aspettami fuori!" urlo.
"Stai calma, fai paura oh!"

Abbiamo appena finito di fumarci una canna insieme sul retro dei miei due negozi, siamo nel parcheggio.
Giorgio è con la schiena posata sulla sua auto, mi guarda serrando la mascella.
"Che guardi?" dico, sempre nel mio solito tono arrogante.
"Niente. So solo che... penso di dire una cazzata adesso, forse perché sono fatto. Però mi piacerebbe rivederti, uscire con te una sera. Sono curioso"
Sono rimasta spiazzata. Schiudo leggermente la bocca, non voglio mostrargli il mio stupore, anche se è complicato farlo. "E se a me non interessasse?"
Ridacchia divertito dalla mia domanda provocatoria.
Ma ragazzi miei, quando sorride c'ha il sole addosso.
Che cazzo ho detto? No, scusate, è tutta una cazzata. Sono solo fatta anch'io.
"So che sei curiosa anche tu. Quindi non dire di no" aggiunge poi a braccia conserte.
"E va bene, come vuoi. Ora però devo andare"
Un mio braccio viene afferrato, mi avvicina al suo corpo per annullare le distanze e mi bacia.
Mi sta baciando ed io schiudo le labbra per unirmi alle sue, la sua lingua sta cercando la mia. Il suo modo di baciarmi si sta facendo sempre più frenetico.
Di scatto lo allontano ed indietreggio. "Sei matto?"
Abbozza un sorriso, uno di quei sorrisi da bastardo, dopodiché apre la portiera della sua auto. "A presto, stronzetta".
Resto impalata. Non l'ho nemmeno salutato. Aspetto che esca dal parcheggio e così poi faccio anch'io.
Caccio un sospiro liberatorio, stendo i nervi e lo stomaco si rimette a posto.
Mi sfioro le labbra, sanno della sua saliva mischiata con il fumo. Sono incredula. Perché mi ha baciata? E perché diamine non l'ho rifiutato?
Siamo solo troppo fatti, ecco la verità.
Che cazzo di giornata, per fortuna è già sera. Non vedo l'ora di toccare il letto e sprofondarci dentro.
Balzo all'improvviso, il mio cellulare ha appena trillato. È una notifica da Instagram, Giorgio mi ha inviato un messaggio. Mentre leggo il messaggio tiro un pugno sul volante, quasi vado contromano. Vorrei tanto prenderlo a ceffoni. Lo odio.

Instagram
illmostro
Non dovevo baciarti
Ho in testa un'altra ragazza
Facciamo finta che non sia
mai successo

(NON) IMPORTA - mostro /instagram Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora