XXVII /A & G pov

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Giorgio

È la quarta sera che Arienne dorme a casa mia. La quarta sera di fila che facciamo l'amore prima di dormire o appena svegli.
Arienne sta condividendo troppe cose con me in poco tempo. Non so se sia un bene o un male, ma nel frattempo mi vivo i bei momenti.
Momenti come questi, ad esempio.
Questa sera siamo in Toscana, in una casa affittata per due notti. È stata una pazzia organizzata in giornata, un piccolo regalo di compleanno per Arienne.
Ho pensato che portarla qui, su questa casa dalle pareti vetrate dove affaccia la natura, sia un'idea carina per staccare la spina e rilassarsi un po'.
«Non tornerei mai più a casa» mi confessa Arienne.
Le sue dita stanno delicatamente giocando con la mia collana, la solita iniziale di mio fratello che porto al collo a cui sono fortemente affezionato.
«Possiamo sempre ritornarci» rispondo.
«Comunque questa collana mi piace un casino. So che odi parlarne, ma... è una cosa bellissima aver fatto una collana con la sua iniziale»
Abbozzo un sorriso baciando l sue mani. «Dipende in che modo parli di mio fratello. Non sempre odio parlare di lui...» alzo lo sguardo fissando la finestra sul soffitto che pare un quadro. Improvvisamente mi sento nostalgico, mio fratello Vittorio mi manca sempre. Ogni giorno. Come l'aria a volte, se ci penso a lungo.
«Chissà se anche lui aveva i tuoi bellissimi occhi» mi accarezza una guancia.
«Edo è uguale a me, anche Vittorio lo era. E sai...» deglutisco per trattenere, bloccare le lacrime che vorrebbero cadere come pioggia sul mio volto. «Lo è ancora... non è mai andato via, è sempre qui con me»
Arienne posa la testa sul mio petto e dolcemente mi accarezza. «Ti capisco, anche se è scontato, ma ti capisco davvero Gio»
«Chissà cosa nasconde Arienne dietro la sua stronzaggine» dico scherzando, per sdrammatizzare.
«Arienne è tosta, ma ha sofferto tantissimo. E un certo Mostro gli ha praticamente... salvato la vita»
Mi sono sentito dire tante volte questa frase dai miei fan, ma come sempre, non riesco a crederci.
«E perché Mostro ti ha salvata? Se non sono indiscreto» le chiedo, arricciando una sua ciocca di capelli.


Arienne

«E perché Mostro ti ha salvata? Se non sono indiscreto»
Mi ha fatto una domanda a cui dovrò dare una risposta molto cruda. Devo parlare di me, far scoprire chi è veramente Arienne e cos'è diventata con il tempo.
Con Giorgio mi sento un libro aperto, stargli vicino e sentire il tuo battito cardiaco rimbombare nelle mie orecchie mi rassicura, mi scalda l'anima.
E così apro una pagina, rispolvero i ricordi e faccio scoprire una parte di me.
«Mio padre alzava le mani contro mia madre, la picchiava quasi ogni sera. L'errore più grande, per mia madre, è stata sposarsi con quell'uomo. Prima di crescere, ero una ragazzina dolce e gentile, non esisteva il modo di fare rozzo. Ma poi la vita mi ha sbattuto in faccia la peggior cosa mai esistita: la depressione. L'annullamento. E nessuno mi sorreggeva, nessuno comprendeva il mio male.» mentre mi racconto, Giorgio mi accarezza e stringe a sè. «Dopo la separazione, mia madre si è alcolizzata ed è finita per odiare l'unica persona che amava davvero: me. Sua figlia. Diceva sei tutto tuo padre, una merda come lui. Odiava i miei occhi, il mio sorriso. Odiava vedermi splendere perché lei non lo faceva. E in quelle sere di merda dove in casa c'erano solo urla e bottiglie rotte io mi rintanavo nella tua musica. Alzavo il volume per sovrastare le grida di mia madre. Solo in quel modo mi calmavo e mi sentivo compresa. Sono uscita di casa molto presto, per fortuna la mia determinazione mi ha portato dove sono adesso... questo è un pezzo di me, non è facile mettersi a nudo...»
Giorgio mi prende il viso con entrambe le mani e ci guardiamo. Persino i suoi occhi sorridono. È meraviglioso il sorriso di questo ragazzo. «Lo so che è difficile. E apprezzo tanto il fatto che hai raccontato un pezzo di te. Perché sai, io sono molto simile a te. Ancora non mi conosci, ma... sono un tipo strano, molto strano. Sono spesso irrequieto, ho persino dei tic nervosi che tento di nascondere»
«Beh, il fatto che sei irrequieto mi fa sorridere. Quando ti intervistano non stai mai fermo! E poi la normalità non mi è mai piaciuta» sorrido dolcemente senza distogliere lo sguardo dalle sue iridi.
«E secondo te uno che si chiama Mostro può essere attratto dalla normalità?»
Scuoto la testa. «Su questo ci troviamo alla perfezione»

«Ma dove sei stata tutto questo tempo?»
«

A romperti le palle su Instagram sicuramente!»
Ridiamo assieme rotolandoci sul letto, disfando le lenzuola mentre ci baciamo dolcemente.
«Mi è venuta fame, ti va di andare in giro a cercare qualche kebabbaro aperto?»
Inarco le sorpacciglia sorpresa. «Ma sono le due di notte»
«E che cazzo me ne frega. Abbiamo due giorni, godiamoceli e facciamo quello che ci pare»
Ci alziamo dal letto e usciamo velocemente da casa.
Sembriamo due bambini.
Ci basta restare seduti su una panchina a mangiare un kebab e fumarci qualche sigaretta.
Il bello di questo ragazzo è che non gli interessano i ristoranti stellati, i vestiti firmati e tante altre cose che la fama ti trascina a fare o diventare.
Giorgio è la semplicità. È l'improvvisato.
È lo stravolgimento dei piani, ma senza rovinarli.
È proprio vero che siamo simili in molte cose.

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