Giuseppe rientrò a casa abbastanza presto quella sera di inizio dicembre. Aveva avvertito Irene che non sarebbe andato da lei quella sera perché era un po' stanco e poi avrebbe dovuto parlare con Olivia, ma una volta entrato all'interno dell'appartamento, sentì distintamente due voci provenire dalla camera da letto.
«Tranquillo amore, il coglione non tornerà prima di cena. Possiamo stare ancora un po' insieme a farci le coccole»
Giuseppe si avvicinò con lentezza e li vide: Olivia parlava e sorrideva ad un tipo alto, abbronzato e palestrato mentre entrambi se ne stavano nudi sotto le coperte, visto che probabilmente avevano finito di scopare da poco.
«Giuseppe! Ti assicuro che non è come sembra, posso spiegare» si giustificò prontamente lei, coprendosi i seni con il lenzuolo.
Ma Giuseppe non era nient'affatto triste per quello che aveva appena visto, ma anzi, un'inspiegabile sensazione di sollievo si era fatta largo dentro di sé. In ogni caso, si limitò a dire solo due parole prima di congedarsi.
«Ti aspetto di là, dobbiamo parlare»
Andò ad accomodarsi in salone su una poltrona ed attese; il tizio palestrato accennò a malapena un saluto ma andò via a testa bassa e senza degnarlo minimamente di uno sguardo. Dopo pochi minuti invece, Olivia fece il suo ingresso in salone con indosso una vestaglia di seta e si sedette sul divano, dinanzi a lui.
Rimasero in silenzio per poco, fin quando Giuseppe non decise di prendere la parola.«Come ci siamo ridotti»
«Ti assicuro che-»
«Da quanto va avanti questa storia, Olivia?»
La donna abbassò lo sguardo e sospirò, prima di rialzarlo e guardare Giuseppe negli occhi. Non l'aveva mai vista così mogia e in difficoltà, prima di allora.
«Da qualche mese, da luglio bene o male. Ma-»
«Grazie per avermi dato del coglione, comunque, sono onorato... Una finissima proprietà di linguaggio! Non sono arrabbiato, se è questo che ti stai chiedendo. Mi sento solo un po' stordito, ma ti devo confessare anche io una cosa e avrei voluto dirtelo in altre circostanze»
«Cosa?»
«Mi sto vedendo con una ragazza» le rispose.
«Ah ecco, ti stai già scopando un'altra!»
«Senti»
Giuseppe si alzò in piedi così come aveva fatto anche lei, per fronteggiarla, prima di continuare a parlare.
«Non farmi la morale perché ti sei comportata allo stesso modo e non iniziamo ad addossarci a vicenda delle colpe per com'è andata a finire la nostra storia. Anche se siamo pari però, una cosa te la devo dire: io non ti riconosco più. Stai sempre ad urlarmi contro, a prendertela con me persino se vola una mosca e va a posarsi sul vetro della finestra. Cazzo, mi hai anche messo le mani addosso! Ti rendi conto della gravità della situazione? Non siamo più gli stessi di prima»
«Decisamente no»
«Che cosa ci è successo?»
La donna bionda rimase in silenzio e non rispose, salvo poi farlo poco dopo, solo per dire due parole.
«Non lo so, ma sarebbe meglio per tutti e due se ci lasciassimo, così facendo ci facciamo solo del male»
«Per una volta sono d'accordo con te. Sarebbe inutile rimettere a posto un vaso che si è già rotto parecchie volte e continuerebbe a rompersi» le rispose Giuseppe, amaramente.
Si guardarono negli occhi e rimasero in silenzio per qualche minuto, poi Olivia riprese la parola.
«Come si chiama lei?»
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Non mi lasciare.
Romance«Dammi tempo, ma ti prego non mi lasciare. Ti scongiuro, Irene» le disse, inginocchiandosi davanti a lei ed abbracciandola, posando il capo contro il suo ventre, aggrappandosi a lei in una maniera tale da farla sciogliere di tenerezza. «Non ti lasci...