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<<VÉSTITI->> Chishiya entrò nella stanza già tirando fuori dalla tasca la scatola con le pillole, Ryori era seduta sul bordo del letto che cercava di allacciarsi il reggiseno del costume e sul suo corpo erano visibili molteplici segni rossi e impronte, lo sguardo di Chishiya vacillò per un secondo sulla pelle macchiata prima di salire sul volto sorridente della riccia, e poi scese velocemente sul pavimento dove vide la maglietta ancora per terra provocandogli un sospiro impercettibile di sollievo. <<È successo qualcosa?>> il ragazzo si piegò leggermente e raccolse la maglietta da terra, prendendo il laccio dalla tasca e facendolo scivolare nel tessuto prima di ridargliela. <<Aguni ha chiamato tutti gli esecutivi, l'ho incontrato di sotto>>
Ryori annuì velocemente, il suo sorriso venne rimpiazzato da una leggera preoccupazione mentre si alzava dal letto prendendo la maglietta dalle mani di Chishiya, e la indossò velocemente rendendosi conto solo allora del fatto che anche le chiavi le fossero scivolate di dosso ieri sera. Indossò il laccio, prendendo poi la bottiglietta d'acqua e una pillola mormorando un grazie mentre uscivano dalla stanza, e Chishiya la seguì in silenzio verso la sala principale dove il resto degli esecutivi si stavano radunando.
Davanti alle porte c'erano due militanti insieme a Niragi che bloccavano l'entrata ad Arisu e Usagi, Ryori li salutò brevemente, ansiosa di entrare, ma Chishiya si bloccò. <<Nessuno vi ha chiamati qui>>
<<Invece si, li ho invitati io>>
<<Senti>> il ragazzo dai capelli neri si prese un lungo momento per scivolare con gli occhi sull'intera figura di Ryori, senza sforzarsi minimamente di nasconderlo, e la vide rabbrividire il che lo fece sorridere. <<Non decidi tu chi entra e chi no>>
<<C'è una cosa importante che lui deve sapere, vieni con me>> Niragi storse il naso, ma prima che potesse allungare ancora di più il discorso la riccia cedette all'ansia e si precipitò nella stanza lasciando la porta leggermente aperta per Chishiya e Arisu, che la seguirono poco dopo.
La sala era vuota stavolta, niente divani di velluto o tavolini disordinati pieni di bicchieri, ogni traccia del cappellaio cancellata dalla stanza tranne che per un solo orripilante dettaglio che fece bloccare il respiro a Ryori: il suo cadavere, steso senza vita su un tavolo miseramente coperto da un lenzuolo. Arisu la vide tremare flebilmente, bloccata al lato del tavolo con lo sguardo fisso sul corpo immobile, nessuna traccia di espressione sul suo volto. Era strano vedere quel volto spoglio dai soliti occhiali da sole e sorriso a trentadue denti. All'inizio non sentì niente, la sua mente lo catalogò come un semplice sconosciuto della spiaggia, e poi la realizzazione la colpì: non sarebbe entrato nella sua cucina con la solita cantilena del suo nome sulle labbra, facendola ridacchiare mentre le chiedeva di insegnargli a cucinare, non le avrebbe più arruffato i capelli passandole accanto nei corridoi e non le avrebbe più offerto drink di colori strani dai bicchieri mezzi vuoti che gli pendevano sempre in mano, ma che lei gentilmente rifiutava.