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LE rotaie della metro erano un posto sinistro, i tunnel facevano sentire ogni singolo suono che i corpi di Arisu, Usagi e Ryori provocavano.

I passi pesanti del ragazzo, insieme a piccoli grugniti di dolore accompagnate da smorfie che non riusciva a trattenere, il fiato veloce della scalatrice insieme ai passi piccoli e calcolati sull'asfalto ai lati delle rotaie, e il suono metallico della katana che ballava sulla schiena della riccia ad ogni passo, la lama danzava dentro alla fondina con un ritmo periodico facendo da melodia al loro viaggio.

Dopo la scenata di Aguni e la tanto attesa rivelazione di Ann che confermò i dubbi della cuoca, Niragi era arrivato insieme ad una pioggia di proiettili e fuoco a radere al suolo anche l'atrio. Usagi e Tatta erano andati a prendere Arisu da terra, accompagnando il loro amico velocemente fuori dall'hotel insieme alla folla che correva al riparo, e a Ryori non rimase altro da fare se non cercare il suo ultimo amico, ma nessun uomo tatuato era in vista.

Corse nella direzione opposta, verso l'area bar vicino alla cucina dove c'era un'uscita secondaria dato che le porte principali erano intasate dai sopravvissuti alla caccia alle streghe, e la sala la accolse con un pavimento pieno di cocci di vetro e travi cadute, in un angolo seduto e appoggiato contro il muro la figura famigliare di Last Boss attirò la sua attenzione. Si era avvicinata, e anche velocemente, gli aveva corso incontro pronta a tirarlo fuori, non pronta a perdere un'altra persona, ma lui si era già arreso.

Era ferito, aveva combattuto contro Kuina alimentato per la prima volta da un sentimento che non era nemmeno riuscito a riconoscere all'inizio, l'amicizia, provare a vendicare la sua "amica", ma un paio di settimane nelle borderland in cui si era allenato con un ex fanatico di armi non erano riuscite a contrastare anni di abusi e allenamenti forzati che Kuina aveva dovuto subire nel vero mondo. Ci aveva provato però, ed era soddisfatto, poteva lasciarsi andare, ma aveva aspettato di rivedere Ryori perché sentiva che l'aveva rivista.

Quando la riccia aveva provato a prendergli un braccio per metterselo intorno alle spalle e tirarlo su, si era rifiutato, rimanendo nella sua comoda posizione contro il muro con il respiro flebile e il sangue che gli abbandonava il corpo, e Ryori si sentì gli occhi lucidi alla vista dell'unica persona che non l'aveva tradita spegnersi davanti ai suoi occhi. Le aveva allungato la katana, sapendo che ormai ne preferiva la lama ai proiettili, e le aveva detto qualcosa che ad ogni tintinnio in quelle gallerie sotterranee si ripeteva nella sua testa, come se il suono metallico fosse l'eco della sua voce.

<<Tu li sconfiggerai, Chishiya, Kuina, questo mondo e l'altro>>

Parole di incoraggiamento che finalmente si meritava, nessun secondo fine dietro, nessun piano per estorcerle chiavi o carte, nessuna motivazione celata da volti identici e nostalgie famigliari, stava morendo, non aveva senso che le mentisse. Ryori tiró fuori la pistola, la mano leggermente tremolante mentre toglieva la sicura mentre si faceva coraggio.

HUNGER || chishiya shuntaroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora