15 • Aiko

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LA tv che si accendeva, mostrando l'immagine del dieci di cuori, fu la prima cosa che fermò il pianto di Ryori, distraendola dal dolore provocato dal sentire la voce di Kuina attraverso la radio che Chishiya teneva in mano.

La seconda fu la voce robotica che invitava i giocatori a radunarsi nell'atrio per la caccia alle streghe, facendola alzare da terra come se il gioco le stesse riempiendo le vene.

La terza fù il fuoco che cominciò a brillare nel giardino dell'hotel, vicino alla piscina, un falò che raggiungeva senza problemi i tre metri d'altezza implicando la presenza di un dealer nella spiaggia che si occupasse delle preparazioni del gioco.

Ryori guardò la porta, quasi esitando mentre le lacrime le si asciugavano sul volto e la carta della foto le si stropicciava tra le mani, la sua sicurezza si era sbriciolata, eppure cercava ancora di aggrapparsi ai giochi che aveva finito prima di arrivare alla spiaggia. Il fatto che Chishiya l'avesse sconfitta o che il cappellaio l'avesse portata qui non per la sua intelligenza non cancellavano completamente i suoi traguardi, solo...li affievolivano, doveva ritrovarsi.

O meglio, doveva finalmente trovare Ryori, in quanto le parole di Chishiya l'avevano colpita in pieno dandole una boccata di realtà, lei non era mai stata Ryori, rispondere con il nome che vorresti alla domanda "come ti chiami?" Non ti rendeva automaticamente una persona nuova, era stata una sciocca a crederlo, aveva bisogno di tempo per lavorarci su.

Si era buttata a capofitto in tutte le novità che aveva sempre voluto assaggiare: la cucina, la libertà, i giochi, l'autorità, eppure era rimasta la stessa vecchia Aiko che si affezionava per una carezza e riconosceva come bugia solo l'esistenza di suo padre. C'erano molteplici mali nel mondo, molteplici bugie, lei lo sapeva ma li aveva ignorati e le si era riversato tutto contro.

Poteva scendere nell'atrio solo se era pronta ad accettarli e affrontarli tutti, a vederli tutti, e quando ne fù certa si alzò dal pavimento e andò dritta verso l'ascensore alla fine del corridoio, passò per la cucina prendendo un coltello per sicurezza dato che la pistola che le aveva dato Aguni era più simbolica che altro, e poi andò verso la sua vera destinazione.

L'atrio era pieno di persone, tutte concentrate nel mezzo del salone, Ryori afferrò un telefono dal tavolino e poi si avviò a passo lento verso la raduna di giocatori, la veste viola che le svolazzava dietro le dava un'aria fin troppo simile al cappellaio facendo aprire la folla come se fosse lo stesso numero uno a passeggiare tra di loro.

Chishiya notò subito la figura della riccia, i suoi occhi la seguirono fino a quando non si fermò al margine della folla, c'era una certa aura intorno a lei che quasi lo entusiasmò, il modo in cui i suoi occhi non lo cercavano più nei dintorni era elettrizzante, sapeva che fosse un nemico eppure non voleva sapere dove si trovasse, ci era davvero riuscita in così poco tempo? A diventare la Ryori che voleva e lasciare Aiko nella suite? Impossibile, ma era di certo sulla buona strada. La riccia guardò la ragazza stesa a terra con un coltello ficcato nel petto che ovviamente proveniva dalla sua cucina, appena la videro tutti la ricollegarono all'arma ma solo una ragazza ebbe il coraggio di puntarle il dito contro. <<Se fosse lei la strega? È l'unica ad avere la chiave della cucina! Ed è stata chiusa tutto il giorno!>> una lama famigliare a Ryori trapassò il petto della ragazza, che cadde a terra rivelando la figura di Last Boss, i due si scambiarono uno sguardo complice prima che quest'ultimo sbuffasse. <<Siete fastidiosi, perché non lo buttiamo tutti nel fuoco>>

HUNGER || chishiya shuntaroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora