capitolo otto

11 2 0
                                    

La vista di Aleksandar sfarfallò per pochi, spasmodici istanti.

Era il solo punto fermo al centro di un flusso continuo e acquoso. Un torrente latteo e vorticante intorno al suo corpo impietrito, lo travolgeva senza che potesse sentirne la forza. Rimase saldo a terra e cercò di mettere a fuoco i punti in cui si diradava maggiormente, permettendogli di vedere oltre. Sacche biancastre e dense pendevano dal soffitto e dalle mura, intere colonie di bolle che di tanto in tanto fremevano, si ripiegavano su se stesse con la brutale facilità di un petalo di fiore, sussultavano e respiravano sotto i suoi occhi inorriditi. Quei movimenti convulsi gli facevano rizzare i peli sulla nuca e attorcigliare lo stomaco in una morsa dolorosa, tanto da bloccargli la gola. C'era solo il suo respiro pesante e profondo urlare.

Venne trascinato via, senza fretta. Ripiombò nella semi oscurità del corridoio principale, sbatté gli occhi precedentemente accecati da quel biancore funesto.

«Un notevole cambiamento dall'ultima volta, vero?»

Aleksandar si accorse del sudore che gli scendeva a rivoli sulle tempie e sulla schiena. Piegò la testa da un lato e la mosse per sciogliere i muscoli. Aveva la gola secca.

«...Sì, è passato tanto tempo».

Sedersi in una poltrona con un bicchiere d'acqua in mano qualche minuto dopo fu quanto di più piacevole avesse provato da molto. Non riuscì a pronunciare le sue domande, furono altri a porle per lui:

«Perché nessuno si è degnato di dirci una parola?»

«I Passeggeri hanno cominciato a fossilizzarsi esattamente due giorni fa. Sono costantemente monitorati, come ben sapete, e il tutto ha preso avvio tra la notte del 28 e il mattino del 29 dicembre. Volevamo essere sicuri che non fosse, per così dire, un comportamento di circostanza: nei documenti di cui disponiamo sono stati registrati fenomeni molto simili, mai prolungatisi oltre i tre giorni. Se ciò accadeva si sarebbe saputa la data».

«La data di apertura delle porte» la Laurent sembrò scuotersi. «Un momento! E' la notte in cui è morta la ragazza».

«Sì» confermò Noa e Aleksandar trattenne l'impulso di battere le mani per la rapidità con cui i suoi neuroni erano riusciti a fare due più due.

«Perciò ancora qualche ora e sapremo dire con esattezza se tra un anno a questa parte ci ritroveremo nello stesso identico posto».

La giovane Direttrice scattò in piedi dalla sua poltrona, in una postura che probabilmente voleva sembrare minacciosa: «queste sono informazioni che non devono assolutamente essere divulgate, mi sono spiegata?».

«Lavoro da più tempo e più da vicino alla causa rispetto a lei, signorina Laurent» Noa la trapassò con uno sguardo tutt'altro che gentile «e provvederò a informarvi di persona sui fatti appena possibile». Lei strinse le labbra e alzò le sopracciglia in un breve scatto di superiorità, rimanendo piantata dov'era.

«Contatteremo nel medesimo modo i restanti Ordini, se dovesse rivelarsi necessario. Predisporrò qualcuno che mi sostituisca dopodiché ci sarà urgente bisogno di riunirsi. Dobbiamo essere pronti. Prima di allora si continuerà come se nulla fosse, non verranno intensificati i turni di guardia né verranno predisposte nuove manovre organizzative. Non possiamo permetterci di attirare l'attenzione in nessun modo».

«Ma se Annalise è morta, esiste già una falla nel sistema. Non possiamo nemmeno permetterci di lasciare che chi ha fatto questo riesca ad arrivare fin qui» con le braccia al petto e lo sguardo malizioso, la Laurent affondò il colpo. Noa sorrise.

«Oh io credo di sapere a chi chiedere aiuto. Vi teniamo sotto controllo sempre, così come accade con gli altri Ordini e abbiamo a disposizione centinaia di Veggenti che quella notte hanno fatto sogni tranquilli. Nessuno, nessuno ha visto niente» l'uomo si inumidì le labbra, la frustrazione e l'incredulità al solo pensiero lampeggiavano nei suoi occhi stanchi. «Abbiamo a che fare con qualcuno capace di accecare, oltre che di aggirarsi indisturbato».

«Quindi la soluzione sarebbe...?» la donna aveva gli occhi ridotti a due pieghe sottili, desiderosi di sradicare la nonchalance di Noa.

Aleksandar alzò gli occhi al cielo sapendo che Noa evitasse di farlo solo perché prendeva il suo ruolo troppo seriamente.

«Se la Vista si unisce alla magia le carte in tavola possono cambiare velocemente» si limitò a dire. Non fece nomi e non si sbilanciò su dettagli che per ora potevano considerarsi irrilevanti. «Mi recherò al suo cospetto appena mi sarà possibile» promise, e aprì la porta in segno che la discussione fosse finita.

Dryden, in ascolto, sorrise tra sé e sé e si preparò ad accogliere il suo cortese ospite.

Cor atrumDove le storie prendono vita. Scoprilo ora