Ero tornata alla scuola tutta in disordine e con il fiatone che mi era rimasto dalla precedente corsa.
Tutti mi si erano fiondati addosso preoccupatissimi, facendomi domande su domande.
Io però mi sentivo molto stanca, volevo solo chiudere gli occhi e staccare.
Mi sedetti per terra, appoggiandomi al muro, aspettando il buio.
Persi i sensi, come era stato intuibile.
Sognai di essere a scuola.
Stavo correndo, avevo il fiatone, qualcosa mi prendeva da dietro e tutto buio.
Sentii un fresco pervadermi, seguito da dei lievi tocchi. Aprii piano, piano gli occhi. Davanti a me c'era il signor Regh, il mio professore preferito. Mi stava chiamando. "Ivy, Ivy, resta sveglia".
Mi guardai attorno, ero stata messa in un lettino in infermeria e oltre al signor Regh c'erano Nancy, la mia compagna di stanza nel dormitorio, e un ragazzo che avevo visto in giro per la scuola, forse a lezione in palestra.
"Stai abbastanza bene da spiegarci cosa è successo? Perché sei stata dichiarata dispersa dopo che non sei tornata nell'orario stabilito dalla tua missione. Credo che tu abbia avuto un imprevisto." continuò Regh.
Fece segno a Nancy di uscire e lei ubbidì, cosa che non fece al ragazzo.
"Perché lui rimane e Nancy no?" chiesi senza nemmeno considerare con uno sguardo il ragazzo.
"Cara, lui rimane perché deve fare un lavoro per me. Non ti preoccupare." mi rispose il professore.
Non mi fidavo per niente, il signor Regh mi diceva sempre tutto, la cosa si faceva seria, lo avevo già intuito dall'incontro con il mostro. Era stato troppo intelligente, bloccarmi da dietro e placcarmi per terra. Era alto almeno due metri e dotato di muscoli eccezionali e io non avevo sentito nemmeno un passo, nessun rumore.
Successivamente ci feci caso durante la fuga, una leggera pressione, non so come spiegarlo...
Menomale che ero a casa, potevo riprendere i miei corsi di matematica, arte, lotta, arco... E cacciare mostri non così intelligenti. Se ne sarebbe occupato qualcun altro di questo. Io ero solo un orfana nel pieno degli studi, ero dotata, ma fino ad un certo punto.
I mostri erano stupidi e ingenui, ma erano forti fisicamente e questo ti portava a non sottovalutarli.
Loro erano il frutto di una malattia mentale, la si definisce pazzia in generale, causata da persone o fatti strani presenti nella loro vita passata da umani. Infatti essi sono uomini impazziti che nella loro pazzia hanno dimenticato tutto: amici, famiglia, affetti... Fino a diventare quello che sono: degli umani enormi dall'aspetto intimidatorio.
Ma lui era diverso e questo mi spaventava.
"Lui è astuto, non è come gli altri" dissi rivolgendomi a Regh. Si vedeva che aveva capito all'istante a chi mi riferivo e sembrava molto spaventato da questa notizia.
Raccontai la storia di cosa era successo in missione. Nessuno mi interruppe.
Nel frattempo Regh si era alzato in piedi e camminava in giro per l'infermeria mormorando vari 'mhmh' quando mi fermavo nel discorso.
Alla fine parlò: "Interessante, un comportamento veramente bizzarro. Complimenti per l'idea del ramo, anche se dobbiamo ammettere che ti sia andata di fortuna questa volta".
Era vero, se lui non avesse cercato di strapparmi dalle mani l'albero io sarei già morta da qualche ora.
"Quanto tempo dovrò rimanere qui?" chiesi. Non sopportavo l'idea di perdere le mie lezioni settimanali solo per uno scontro finito male.
"Il tempo necessario. Forse, se fai la brava, sarai fuori per domani mattina. Nel frattempo Nancy potrà stare con te, ma tu dovrai rimanere nel tuo letto." rispose con un accenno di sorriso il professore.
Pensavo peggio. Di solito si rimaneva in infermeria per molto più tempo di così.
I due si misero a mormorare tra loro qualcosa che non compresi e poi si avviarono verso la porta.
"Ah giusto! Ivy quando esci dall'infermeria ti prego di farti trovare in palestra. Devo provare una cosa." e se ne andarono.
Odiavo quando le persone facevano così, 'quando starai meglio...' , 'tra poco ti dirò...'.
Dimmi quello che devi dire subito. Nessuna squallida scusa. Mi fa innervosire e non sono simpatica da nervosa.
Entrò Nancy che mi abbracciò tutta felice di poterlo finalmente fare.
"Menomale che stai bene, mi ero preoccupata tantissimo! Dovevi tornare alle 11.30! Non ti sei fatta viva per mezz'ora! Hanno dato l'allarme e... e io ero così preoccupata! Santo Cielo che spaventi che mi fai prendere! NON LO FARE MAI PIÙ!"
"E secondo te era nella mia volontà? Mi conosci bene, sarei arrivata un'ora prima solo per far vedere che ero brava nell'uccidere mostri. Si capiva che qualcosa era andato storto." dissi ridacchiando.
"Appunto! Lo avevo capito fin da subito! Era questo che mi preoccupava, ma magari avevi deciso di farti aspettare... Quindi fino alle 11.30 ho sperato in un tuo arrivo, ma niente." rispose abbracciandomi di nuovo, sta volta più forte.
Tossii e la colpii per far finta di stare soffocando e lei si staccò con un sospiro esasperato. Si vedeva che la tensione delle ore precedenti stava piano, piano scomparendo.
La adoravo. Dal primo giorno di scuola mi era stata accanto. All'inizio solo come presenza, successivamente anche come amica.
Mi piaceva farla ridere, vedere i suoi ricci scuri impigliarsi nella spazzola prima di andare a dormire, quando mi scrutava da lontano, mentre mi mettevo nei casini, con quegli occhi marroni.
Stavo diventando sdolcinata, meno male che l'avevo solo pensato.
"Ora dovresti dormire...Ti lascio sola..." Si affrettò a dire.
"Ehy! Pensi di scappare in questo modo? No, non puoi! Soprattutto se io ti blocco la strada!" mi alzai di scatto e corsi verso la porta, facendo da barriera.
"Ivy! Devi stare nel tuo letto! Se ti trova..."
"Sì, sì e se tu gridi in questo modo mi scoprono in ogni caso. Quindi che ne dici di rimanere qua mentre io sono sdraiata nel mio lettino come una moribonda?" proposi sghignazzando.
"Va bene. Certe volte mi fai proprio innervosire!"
"Ti voglio bene anche io!" risposi piantandole sulla fronte un bacino frettoloso, mentre tornavo a fare la finta malata.
Rise, i suoi denti bianchi a contrasto con la carnagione scura. Strano che non fosse fidanzata, era molto bella... (perchè, ammettiamolo, è uno dei fattori più importanti). Glielo avrei chiesto più tardi, ora mi toccava raccontarle cosa era successo.
Dopo infinite esclamazioni finii di raccontare la storia, erano già le undici di sera.
"Vai a dormire che altrimenti l'infermiera ti sbatte fuori a calci" dissi.
Lei sorrise, mi salutò e uscì dalla stanza.
Appena rimasi sola mi accorsi di quanto fossi stanca e in meno di cinque minuti ero già nel mondo dei sogni.
Correvo sempre e qualcosa mi afferrava da dietro.
Mi svegliai, era mattina, l'infermiera era davanti a me.
"Sei libera, il professor Regh mi ha chiesto di rilasciarti, anche se servirebbe un altro giorno di riposo assoluto..." disse.
"Grazie mille, ma le giuro che sono nel pieno delle mie forze!" risposi educatamente.
Lei fece un sorriso, probabilmente dalla mia inaspettata risposta gentile, e mi lasciò andare con le mie poche cose.
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La ragazza mortale
FantasyIvy è una cacciatrice di mostri e va a scuola per imparare ad ucciderli. Un giorno, però, una nuova creatura la attacca. È diversa dalle altre, è molto più intelligente. Ivy sarà legata sempre di più a essa e questo porterà la ragazza alla scoperta...