CAPITOLO VIII: non è possibile (parte I)

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Arco di tempo capitolo: martedì

Mi trovavo in macchina. Erano tutti pronti per cacciare, ma io non ero pronta per riaffrontarlo.
Nancy lo aveva capito e si era offerta volontaria nella spedizione, l'adoravo, non avrei mai potuto ringraziarla abbastanza.

Di fianco a me c'era il ragazzo di nome Luca, Bill aveva detto che mi avrebbe spiegato tutto e così fece.

Mi disse che gli strateghi avevano dovuto trovare un piano efficace, ma in pochissimo tempo. Per fortuna la maggior parte di loro era formidabile.

Il piano era molto semplice, come ci si poteva aspettare in così poco tempo, e prevedeva che i cacciatori si mettessero vicino al luogo in cui erano stati avvistati i due mostri, nascosti, ad aspettare qualsiasi segno di vita.
Dopo questo avrebbero dovuto attaccare.

Mi avevano detto di salire su un albero e usare arco e frecce, ma avevo declinato l'offerta.

Non sarei scappata questa volta. Lo avrei affrontato e sconfitto.

"Non è niente di particolare, ma ci accontentiamo. In caso di pericolo Regh ha detto di ritirarci, però non dobbiamo farci seguire dai mostri altrimenti scoprirebbero la scuola e non sarebbe bellissimo..." disse Luca cercando di allentare la tensione. Gli sorrisi per incoraggiarlo e aggiunsi: "Lo credo anche io. Oltre a noi tre chi sono gli altri?"

"C'è Matilde, Sam, Giulio, Alessio, Frida, gli altri non li conosco" mi rispose scrollando le spalle.

Detto questo iniziai a guardare fuori dal finestrino.

Eravamo su una strada asfaltata in mezzo ai campi. Vedevo in lontananza una pineta molto folta, ma non eravamo diretti in quel luogo.
Ci avevano già informato che saremmo dovuti andare in un bosco normalissimo, con alberi normalissimi.
Meglio, ci si poteva arrampicare e colpire dall'alto.

Però niente poteva fermare la mia ansia. Lo avrei rivisto. Ormai ne ero certa. Avevo davvero una possibilità contro di lui?

L'autista, un professore, girò bruscamente a sinistra e finimmo su una strada di campagna, non cementata.
Durante la curva ero finita addosso a Nancy che si trovava alla mia sinistra e stessa cosa fece Luca nei miei confronti.
Risero sia lui che la mia amica e io accennai un sorriso malinconico sulla mia faccia per sembrare normale.

Non ero riuscita a farlo bene, probabilmente, perchè Nancy mi guardò preoccupata e mi mise una mano sulla mia, stringendola.
Era facile capire ciò che voleva dirmi.
Significava: io sono con te, non ti preoccupare.
Strinsi di rimando la mano per ringraziarla e passammo tutto il resto del tempo a contemplare il paesaggio fuori in quella posizione.

Nessuno parlò. Tutti erano troppo assorti nei loro pensieri.
Io non parlavo mai nei viaggi per la caccia. Non lo trovavo né utile né bello.

Stavo andando ad uccidere, cosa dovevo dire di così importante?

Sentivo ogni buca che le gomme dell'auto percorrevano e pensavo a quante ne mancassero all'arrivo.
Avevo provato a tenere il conto, ma mi ero stancata quasi subito, persa com'ero nei miei pensieri.

Ogni tanto stringevo di nuovo la mano a Nancy, nei momenti in cui sentivo il cuore accelerare e le mie paranoie aumentare. Lei ricambiava la stretta e mandava sempre lo stesso messaggio.
Sembrava come un bottone da premere per avere conforto, se solo esistesse sempre...

"Ragazzi siamo quasi arrivati. Vi lascio in un posto e voi dovete seguire le istruzioni che vi sono state date. Noi torneremo tra due ore e dovrete trovarvi nel posto in cui vi ho lasciati. Nel caso ci siano problemi chiamate Regh. Tutto chiaro?" disse il professore.
Annuimmo tutti e lasciai la mano a Nancy, era tempo di combattere.
"State attenti" aggiunse così piano l'uomo che a stento si potè sentire.

La ragazza mortaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora