CAPITOLO IV: la mensa

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La lotta notturna era andata bene, nessun ferito.
Regh era abbastanza contento, ma aveva ribadito più volte il fatto che non bastava nascondersi dagli altri per dichiararsi "vincitori" della lotta. Infatti l'obiettivo era utilizzare l'astuzia, ovviamente, ma non significava solo nascondersi. Il mostro lo dovevi uccidere, non scappare da lui.
Eppure era quello che avevo fatto io, però ero giustificata.

Finito il resoconto fummo congedati nelle nostre stanze.
Avvistai Nancy nella folla e le corsi incontro insieme a Bill che era rimasto al mio fianco mentre Regh parlava.
"Nancy! Fermati!" le gridai dietro.
Lei si voltò sbuffando per essere stata fermata, odiava aspettare le altre persone, ma non appena vide Bill la sua smorfia divenne un sorriso.
Risi. Anche Bill lo fece, ma non credo per lo stesso motivo.
"Come è andata?" chiesi per prima a Nancy.
Ci raccontò che era corsa verso il primo ragazzo che aveva visto dopo lo sparo, voleva combattere con qualcuno.
Sogghignai, mi era già capitato che lei venisse da me dicendomi di lottare con lei solo per il gusto di farlo.

Era quasi mezzanotte e io volevo solo dormire, quindi alla domanda di Nancy di come fossimo finiti insieme io e Bill feci un gesto non curante con la mano dicendo che era una storia lunga.
Sicuramente non la prese bene, ma non m'importava: ero stanca e volevo solo sprofondare nel mio letto.

Bill insistette per accompagnarci fino alla nostra camera, cosa che Nancy avrebbero interpretato come una dichiarazione di amore.
Nel tragitto la mia amica e io eravamo le uniche a parlare. Bill ascoltava, qualche volta intervenendo o ridendo. Era inquietante il suo silenzio.

Quando Nancy girò la chiave dentro la serratura per aprire la porta, il ragazzo era appena partito per andare in camera sua.
La stanza era in disordine, o almeno la mia parte. Nancy amava il pulito e detestava il caos. Infatti fece una facciaccia quando vide il mio letto ricoperto di vestiti, asciugamani e oggetti.
Avevo dovuto fare una doccia velocissima, il tempo di sistemare non c'era stato.
Però anche così la camera mi piaceva.
Era abbastanza grande con un letto a destra e l'altro a sinistra. Ciascuno dei due aveva un comodino di lato con una lampada sopra.
Entrambe le parti delle stanze avevano delle mensole sul muro. Io ci tenevo i libri di studio di lotta con il pugnale e con l'arco, mentre Nancy aveva dei libri sulla mitologia greca e sulle varie guerra della storia.
Anche a me piaceva la storia, le rubavo sempre i libri senza che lei se ne accorgesse.
Nancy si buttò sul suo letto mentre io sistemavo il mio per potermici sdraiare sopra. Speravo con tutto il mio cuore che il giorno dopo ci sarebbero state le lezioni solo di pomeriggio.
"Domani cosa abbiamo?" chiesi a Nancy mentre piegavo una maglietta.
"Iniziamo alle tredici con matematica, un'ora, poi abbiamo tre ore con Regh." mi rispose Nancy in modo piatto. All'inizio non capii il motivo vero della sua freddezza e mi misi a dormire spegnendo le luci pensando fosse dovuto alla stanchezza.
Ma poi mi resi conto del terribile errore che avevo fatto. Bill era venuto con me durante la lotta notturna e io non le avevo spiegato il perchè.
"Nancy, sai che io e Bill non abbiamo fatto niente, vero?" chiesi senza nemmeno accendere la luce.
"Cosa intendi?" rispose con una voce da chi sa perfettamente cosa intendo.
"Era sul mio stesso albero, pensavo fosse il mostro che mi aveva attaccato e per questo ho iniziato a affilare un ramo" dissi per chiarire meglio. "Lui mi ha fermata, rivelandosi, dopo abbiamo passato il resto della lotta in silenzio. Mi aveva solo spaventata e io avevo reagito di conseguenza."
Non stava rispondendo, quindi chiusi di nuovo gli occhi per addormentarmi.
"Perchè pensavi fosse il mostro?" chiese come per cambiare argomento.
"All'inizio avevo visto solo un'ombra sopra di me, mi sono spaventata e ho pensato subito al mostro, magari era tornato per vendicarsi." spiegai sentendomi decisamente più libera.
"Ma i mostri non posso entrare nei confini della scuola, ci sono le mura degli strateghi..." fece per dire lei, ma mi intromisi subito. "Lo so, ma lui è diverso. Ho pensato che fosse abbastanza intelligente da superare la protezione."
Qualche attimo di silenzio e poi rispose:
"Stai tranquilla".
Sentii il suo letto cigolare e capii che si era girata dall'altro lato per dormire. Ne avremo riparlato meglio domani.

La luce del sole era sulla mia faccia, mi ero dimenticata di chiudere le persiane. Mi alzai per il fastidio e controllai l'ora: erano le nove e mezza. Pensavo che avrei dormito di più dopo tutta quella fatica della sera prima, ma a quanto pare erano bastate poche ore.
Nancy era già sveglia, vedevo la luce che proveniva dal bagno.
"Dormigliona! Io sono quasi pronta, oggi vado a fare colazione con Bill e i suoi amici. Se ti sbrighi puoi venire." gridò Nancy, probabilmente per aver sentito il mio imprecare contro la persiana aperta.
Le risposi che poteva andare senza di me, al massimo li avei raggiunti più tardi. Non volevo essere di troppo, anche se c'erano gli amici di Bill.

Quando uscì dal bagno notai che si era truccata. Non tanto, ma quel poco da rendere una persona più graziosa del solito. Le sorrisi.
"Non credere di sfuggirmi, quando ci vediamo a pranzo mi racconti tutto sul mostro." disse puntandomi un dito verso il petto.
Risi e annuii.
"Lo hai invitato tu?" feci prima che lei uscisse.
"Sì." rispose mentre si incamminava. Sentii lo sbattere della porta e il rumore dei suoi passi nel corridoio.

Andai in bagno a prepararmi.
Mi persi a sistemare i capelli in acconciature strane che immancabilmente finivano per essere schifose.
Erano le undici quando andai a fare colazione alla mensa.
Strano, ma vero: Nancy era ancora lì che rideva e scherzava con Bill e il suo gruppetto di amici.
Presi qualche biscotto insieme a una tazza di caffè e mi diressi al loro tavolo.
Quando arrivai Nancy mi fece un cenno col capo e Bill mi salutò con una mano. Un ragazzo mi disse "ciao" come se fosse una domanda, non mi conoscevano e nemmeno io conoscevo loro.
"Loro sono Louis e Miky" disse Bill.
"Piacere io sono Ivy" dissi sfoggiando un sorriso.
Offrii qualche biscotto agli altri, ma rifiutarono perchè ne avevano già mangiati abbastanza.
La conversazione era noiosa. Parlavano di grammatica. Come si può parlare di grammatica di mattina?
Il mio sguardo si era soffermato sui tavoli vicini. C'erano ragazzi come noi che stavano ancora parlando con i resti della colazione vicini e altri che stavano studiando per le probabili verifiche successive.
Alcuni ridevano mentre camminavano per uscire dalle enormi porte spalancate che davano sul giardino.
La mensa non era bella, era un specie di enorme capannone dove c'erano piccoli tavoli da sei allineati in colonne.

"Ivy? Ivy ci sei?" era Nancy che schioccava le sue dita davanti alla mia faccia per risvegliarmi dai miei pensieri.
"Emh, sì certo." risposi balbettando.
Louis, o come si chiama, rise e io lo fulminai con la sguardo. Smise subito.
"Ti ricordi cosa faremo con Regh oggi?" chiese Nancy per evitare che tirassi un pugno a quel tipo.
"Boh, di solito sei te che mi dici tutto." risposi con non curanza.
"Vado in palestra." dissi e me ne andai salutando Bill e Nancy, ma non quei due.
Seconda mangiata con Bill e secondo momento più imbarazzante di sempre.
Mai più.

La ragazza mortaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora