Su una giornata di fine settembre.

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Un fine settembre di qualche tempo prima.

Sono riusciti a venire al mare. Due giorni, né uno in più né uno in meno.

È stata un'estate intensa, non hanno avuto modo di venire prima e stare un po' di più.

Lui ha avuto un'estate impegnativa, piena di appuntamenti per la presentazione del suo libro.
Lei, Monica, attuale fiamma di Carlo, cerca di farsi strada nel mondo del cinema. Mentre attende l'occasione che le cambierà la vita, ha trovato lavoro come barista in un noto locale del centro, dove d'estate la parola "ferie" risulta essere bandita.

E poi non sono ancora così intimi da programmare una vacanza lunga insieme.

Hanno deciso all'ultimo momento, trovato un albergo piuttosto accogliente a due passi dal mare, preso la moto di Carlo e via, destinazione il mare di fine stagione.

Escono insieme da poco e, in verità, nessuno dei due crede che l'attuale frequentazione possa dar luogo a qualcosa di più lungo e duraturo. Ma si stanno divertendo, assaporano insieme il gusto della libertà, quella fatta di nessun obbligo in particolare nei confronti dell'altro, quella che ti permette di prendere e partire, senza dover dare conto a nessuno.

Carlo e Monica arrivano in spiaggia che è mattina inoltrata. Lei tira subito fuori il telo dalla maxi borsa da spiaggia, abbinata al copricostume che ha deciso di indossare nonostante sia fine settembre, da cui si intravede un bikini due pezzi, triangolo sopra e tanga sotto, anche quello abbinato a tutto il resto.

Temeraria, o forse un po' esibizionista, dipende dai punti di vista, si toglie il copricostume, si stende sul telo e inizia a cospargersi di auto abbronzante, sia mai che quel tiepido sole di settembre decida di andarsi a posare sulla sua pelle perfetta.

Carlo invece si è fermato al bar sulla spiaggia, si è seduto ad uno dei molti tavoli liberi e ha ordinato una birra, prontamente servita da un giovane cameriere.
Occhiali da sole scuri in dosso, sorseggia la sua birra e si guarda intorno.

Prima guarda Monica. Lei gli fa un cenno dal punto della spiaggia in cui si è sistemata, vuole che lui la raggiunga. Lui le sorride e con un gesto della mano le fa capire che arriverà dopo. Quanto dopo, non lo sa nessuno dei due. Stanno bene insieme, ma entrambi stanno bene anche da soli.
Carlo, sopratutto.

È una giornata perfetta. Caldo non eccessivo, vento tiepido che rinfresca e riscalda.

E poi c'è il mare. Il mare è una delle poche cose che riesca a farlo rilassare davvero.
Il rumore delle onde lo conforta.
È piacevole.
Così lontano e diverso dal caos assordante di Milano.
Starebbe giornate intere ad ascoltarlo. Il mare, si intende.

I pensieri sembrano più nitidi. O forse no, ma c'è il mare e tutto il resto perde importanza. Tutto quello che non va, quel malessere che giorno dopo giorno si sta facendo strada dentro di lui senza che riesca a dargli un nome, tutto diventa meno importante davanti all' immensità del mare.

C'è poca gente a fine settembre, anzi pochissima. E a Carlo piace anche di più. Nessun chiacchiericcio, nessun bambino che piange, nessun venditore di cocco che urla. Sembra di averlo tutto per sé, il mare. Non lo devi condividere con nessuno.

Si accende una sigaretta e ordina un'altra birra.

Pensa che gli piacerebbe vivere al mare.
Gli piace l'idea di potersi recare in spiaggia quando vuole, magari una volta uscito dal lavoro, anche se in realtà qualcuno gli potrebbe far notare che lui è uno scrittore, o almeno ci prova, e può scrivere dove e quando vuole, gli basta avere con sé il portatile.
Ma quell'idea dell'uscire da lavoro gli piace, gli trasmette una certa idea di sicurezza, e tranquillità, e sentiero definito, e direzione certa.

O magari una sera in cui non hai niente di meglio da fare, o una mattina a vedere l'alba. Dopo che sei uscito dall'inaugurazione dell'ultima discoteca, e non hai ancora voglia di tornare a casa. Oppure poterci portare la tua ultima conquista. Cosa c'è di più romantico di un primo appuntamento in spiaggia, magari al tramonto, o di notte?

Poi pensa anche che l'inverno al mare è lungo, fa freddo e non c'è nessuno, glielo dicono tutti.

Vero, ma non crede che freddo e solitudine possano essere due problemi insormontabili.

Al freddo c'è abituato, vive a Milano. Se dice di fare freddo, a Milano, fa freddo.
Quando ci sono quelle giornate grigie, e sale quell'umidità che ti entra dentro piano piano, e ti ritrovi a tremare dalla testa ai piedi, e nessun giaccone griffato, che hai pagato diverse centinaia di euro perché "questo tiene caldo sul serio" sembra poterti riscaldare davvero.

In quanto alla solitudine, quella un po' lo spaventa. Ma preferisce stare da solo piuttosto che in mezzo a persone con cui ha poco o niente in comune, come gli sta succedendo sempre più spesso.

Torna a guardare Monica.
Pensa a quando tra loro finirà. Perché lo sa già, Carlo, che tra loro finirà. Carlo è uno di quelli che pensa quasi subito a quando le cose finiranno. O forse ci pensa solo perché è consapevole che tutte le sue avventure non sono altro che passatempi, e tutti i passatempi, prima o poi, finiscono con l'annoiarti.

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