«Una semplice caduta»

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Succedono tutte a me, chi lo avrebbe mai detto che io Melissa, a vent'anni avrei incontrato l'uomo più arrogante del mondo?

Chi lo avrebbe mai detto?

Io! Perché attraggo situazioni insolite come una calamita attrae il ferro.

Inoltre, Credo che abitare in Sicilia non mi aiuti, posti da favola e un mare stupendo, ma a volte ci si imbatte in situazioni imbarazzanti, così imbarazzanti da chiedermi il perché abbia deciso di uscire di casa.

Sono seduta qui, sola, sugli scogli scuri, neri, levigati dall'acqua salata che decisa li accarezza.

l'unico amico che mi conforta é il rumore dolce del mare, il suo odore di salsedine, sale e sabbia che lentamente scivola sui miei piedi mentre ripenso allo spintone che mi ha fatto quasi slogare la caviglia e che per poco mi faceva cadere in acqua, non mi ha neanche chiesto scusa...

Sento dolore in posti del corpo che neanche conoscevo.

Oggi ho avuto l'ennesima conferma della mia sbadataggine, nonostante stavolta non sia colpa mia mi rendo conto sempre più spesso che non vedo l'ora di cacciarmi in qualche casino,e forse, in fondo, è questo il motivo per il quale sono così sbadata.

Sarà meglio raccontare dall'inizio.

Il risveglio non è la mia parte preferita della giornata.

Il sottile fascio di luce che entra leggero dalla finestra socchiusa mi accende il viso e i lunghi capelli arruffati, ricordandomi che è l'ora di alzarsi é tempo di lavorare.

Mi affaccio alla finestra per godermi la tenera brezza del mattino, l'aria fresca accompagnata dall'odore intenso dei fiori di oleandro rosa inebria l'intera stanza.

In questo momento la sensazione di serenità mi avvolge in un tenero abbraccio, svegliando il mio corpo stanco e ancora addormentato.

Mi avvicino al bagno, lentamente, prendendomi tutto il tempo per me nonostante quest'ultimo, purtroppo, sta scorrendo troppo veloce per i miei gusti.

L'odore dolce del Caffè riesce a riportarmi alla realtà, la solita tazzina, bianca con i decori neri, accompagna ormai tutte le mie folli giornate.

Presa d'istinto guardo l'ora sul cellulare,
lo sapevo che avrei fatto tardi!
Mi ripeto correndo verso il bagno.

L'acqua che scorre leggera sul mio corpo fasciandolo, la doccia circondata dalla tenda bianca con i delfini celesti, il profumo del bagnoschiuma al mandarino, e l'irrefrenabile voglia di restare qui, sola, con la testa massaggiata dall'acqua aumenta ogni minuto di più é tanta, troppa.

Vorrei chiamare il mio capo e avvertirlo  che oggi non ci sono per nessuno, neanche per lui.

Resistere all'impulso di farlo è stato più difficile del previsto.

L'estate infatti, lavoro in un chiosco sulla spiaggia, un piccolo bar immerso fra le palme altissime a Marina di Ragusa.

Il posto è molto colorato, circondato dalla sabbia che risplende bianca al sole, quasi sempre ricolmo di tante persone, tutte diverse fra loro, legate insieme dalla bellezza del mio meraviglioso mare azzurro.

L'orario di lavoro é abbastanza flessibile, ma bisogna aprire alle otto di mattina e sono già le sette e cinquanta, di solito non faccio tardi, per fortuna abito vicino.

Arrivata sulla spiaggia calda, cammino sicura accompagnata dall'aria salmastra che inevitabilmente mi rovinerà i lunghi capelli corvini che danzano nel vento ad ogni mio passo.

The Secret Of God 'Ares'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora