«Soli»

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È arrivata l'ora di andare a dormire, saluto amorevolmente Lana e Davide.

Si lo so è strano, finalmente mi sento pronta a chiamarlo per nome.

I momenti trascorsi insieme sono passati velocemente, è proprio vero che quando ci si diverte il tempo vola.

La macchina di Davide si allontana sulla strada sterrata, porta via con sé il suo innaturale rumore, lasciando spazio solo al suono della natura notturna che si sveglia.

Io e Ares torniamo verso il portone, la stradina che percorriamo è illuminata da piccoli led bianchi circondati da falene attratte dalla forte luce, l'erba è umida e c'è una piccola rana che salta su di essa.

La natura è così affascinante, ogni piccola creatura fa parte di un puzzle gigante, la vita, la stessa che crea e distrugge.

La villa vista di notte non può che sembrare un capolavoro ai miei occhi.

Mi ricorda la Grecia, mi ricorda casa...

La voce dolce di Ares rompe il silenzio dei miei pensieri «Domani manderò a ritirare le tue cose dall'appartamento, non è il caso che tu resti da sola.»

Restare qui con lui? Forse è un sogno che si avvera, siamo stati troppo tempo separati.

Ci meritiamo di un po' di felicità.

La notte è fitta e dalla finestra della stanza si avverte il verso inconfondibile dei gufi che si svegliano per cacciare.

La luce soffusa della lampada mi circonda mentre io, sola, non posso che sperare in un lieto fine.

«Ragazzina, ti ho comprato un po' di vestiti, ho fatto cambiare gli asciugamani trovi tutto nell'armadio.»

Non posso credere che lui fosse un Dio così crudele come narrano i libri di mitologia antica, come può un animo così puro e buono essere cattivo?

«Sai mi pento.»

«Di cosa Ares?»

«Mi pento di chi ero prima di conoscerti, mi pento di chi sono stato quando ti ho persa.»

«Ora sono qui, non sei più quella persona o meglio quel Dio, non fartene una colpa, chiunque può sbagliare.»

Mi sorride mentre si avvicina per baciarmi, le sue labbra sono sempre più morbide e la passione fra noi cresce ogni minuto che passa.

Decido di andarmi a fare un bagno freddo per non pensare troppo.

L'armadio è pieno di vestiti come diceva, apprezzo che faccia tutto questo per me.

Il lavandino in marmo e la vasca così grande da poterci nuotare, mi fanno sentire una ricca e viziata ragazzina, non ho mai aspirato a tutto questo, ma ormai sono qui e credo proprio che mi godrò questo bagno.

Mentre riempio l'acqua una sigaretta accompagna la mia attesa, non avrei mai pensato che la mia vita cambiasse così tanto in poco tempo.

Adesso so perché non mi sono mai sentita adeguata a questo modo, in cuor mio ho sempre saputo che io non c'entravo niente.

In questo preciso istante entro nella vasca, l'acqua gelida mi circonda il corpo, e il profumo del bagnoschiuma alla pesca mi accarezza il naso, sono in estasi, questo è ciò che io trovo rilassante.

Dopo il bagno mi sento rinata, indosso l'intimo e una delle camicie da notte che mi ha comprato Ares.

Devo dire che ha buon gusto.

«Lo so!» esclama avvicinandosi alla porta della stanza, mi guarda con desiderio e passione, mi imbarazza, ma allo stesso tempo mi piace.

«Quando uscirai dai miei pensieri Dio greco?»

«Non posso, e lo sai.» Risponde mentre si sbottona la camicia.

Vuole farmi morire! Il suo corpo è il sinonimo della perfezione, gli addominali scolpiti e perfino le cicatrici che si intravedono sulla schiena riescono a suscitare in me emozioni primordiali che non avrei mai pensato di poter provare.

«Vado a farmi una doccia ragazzina, peccato che tu ti sia già lavata, altrimenti l'avresti fatta come me...» Ma cosa gli è preso? Sarò diventata sicuramente rossa.

«Ma cosa dici?» Aggiungo imbarazzata.

Ares mi lascia sola in quella stanza, è entrato in vasca, io approfitto per uscire a curiosare, trovate un libro sarebbe l'ideale, dovrà pur esserci qualcosa.

So che sente i miei pensieri, ma questo crea più disagio a me che a lui ne sono sicura.

Finalmente trovo una libreria nella stanza di fronte, sarà forse l'ufficio di Ares?

È pieno di libri e scartoffie varie, non so veramente da dove iniziare, ci sono opere letterarie bellissime, ma nonostante questo, decido di rileggere orgoglio e pregiudizio che trovo adagiato su uno scaffale impolverato.

A un tratto mentre sono immersa fra le pagine ingiallite del libro con la coda dell'occhio vedo Ares entrare nella stanza, dai suoi capelli neri scorrono leggere le gocce d'acqua che gli ricoprono il viso, é coperto soltanto da un piccolo asciugamano blu legato in vita, lo guardo e in un attimo sono travolta da una sensazione di calore improvvisa, il suo corpo statuario è a un metro da me, lui è a un metro da me.

«Mi hai stregato, anima e corpo, e io amo... Ti amo... Ti amo» Il suo tono dolce e romantico seguito da quella frase mi lascia stupida e per un attimo non so cosa dire.

«Ares tu hai letto orgoglio e pregiudizio?»

«Perché ti stupisci tanto? È un libro bellissimo.»

«Non sapevo ti piacesse leggere.»

«Ci sono tante cose di me che non sai melissa.» Che sia dannato lui e la sua voce profonda e sensuale!

«Le scoprirò.» Aggiungo, mentre si avvicina alla scrivania sulla quale sono seduta, perché si avvicina? «Forse.» Mi sussurra all'orecchio.

Mi alzo e mi allontano un istante per l'imbarazzo, ma lui avanza sempre di più fino a farmi toccare con la schiena il muro freddo della stanza.

Lo guardo per lunghi secondi prima di parlare «Ares...» I suoi occhi sono rossi e brillanti, è la prima volta che li vedo in quel modo.

«Ragazzina.» Aggiunge baciandomi il collo, le sue mani mi sfiorano la pelle mentre sento il calore del suo corpo diffondersi sul mio, le nostre bocche sono così vicine da farmi riuscire a sentire il suo respiro affannato.

Ho aspettato troppo questo momento.

Voglio essere sua e voglio che lui sia mio.

«Andiamo in camera.» Sussurro con la voce che trema.

The Secret Of God 'Ares'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora