«Catering»

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L'attesa sera è arriva, sono leggermente agitata, speriamo vada tutto bene...

Mi faccio una doccia veloce e rilassante mentre penso al rinfresco, ho cenato presto proprio per non fare pause più tardi.

in fin dei conti sono soldi extra no?

Cerco di auto convincermi che la scelta di accettare l'offerta di lavoro sia la più giusta, ma c'è qualcosa dentro di me che mi grida di fare attenzione.

Mentre mi trucco sono avvolta dall'odore di lavanda del mio siero per capelli.

Truccarmi mi è sempre piaciuto lo trovo un momento di relax, l'eyeliner d'altro canto non è mai stato il mio forte, ma per stasera cercherò di impegnarmi correttore,fondotinta e un po' di fard.

stavo per dimenticare il mascara!

Asciugo i capelli e li lego in una coda alta, direi che sono abbastanza elegante o almeno spero.

Mi infilo il tubino nero e le scarpe col tacco.

Poco tacco evitiamo di fare figuracce, mi ripetevo mentre le acquistavo.

Cammino verso la porta prendo la borsa e sono già diretta verso il chiosco, li mi aspetta il capo con il signore del catering.

Un furgone bianco accosta vicino la spiaggia, sulla strada adiacente al bar, sono emozionata giusto un po' mentre saluto l'autista.

Il percorso é stato più breve del previsto, qualche curva, gli alberi che inghiottivano il furgoncino e deliziose rose rosse ci hanno accolto nel vialetto illuminato.

«Siamo arrivati.» Mi avverte il conducente, scendo tranquilla, ma non posso far altro che notare la bellezza della villa antica contornata da luci graziose lungo tutto il viale.

Sono presenti delle siepi ricoperte di fiori bianchi, il profumo che emanano è dolce e intenso.

Sono stupida dall'atmosfera calma, ma giocosa per via delle maschere che indossano gli invitati estasiati.
Sono anche consapevole della presenza di persone importanti e ricche, ma sono comunque a mio agio nonostante tutto.

Mi accingo a preparare i tavoli per il buffet degli antipasti, le persone sono molto felici e mi riempiono di complimenti per il cibo e per il vestiario.

Menomale! Esclamo fra me e me.

Servo champagne e cocktail seguiti da tartine con condimenti vari, quando ad un tratto mi avvicina una figura mascherata.

«Devo ammetterlo, il nero ti dona ragazzina.»

Ha una voce famigliare, ma indossano tutti delle maschere, eppure sono sicura sia Ares nessuno mi chiama così se non lui.

Indossa un costume greco, sono sicura che si tratti proprio del dio Ares.

«Maschera interessante, cosa rappresenta?» Gli chiedo gentile.

«Sono sicuro che tu lo sappia già, non è vero?» Mi risponde inarcando un sopracciglio.

Cosa fa mi legge nella mente? È sempre più misterioso, non riesco a capirlo, prima mi tratta male poi mi fa complimenti...

«Ho studiato mitologia a scuola» Ribatto fredda.

«E tu ci credi ?» Domanda stupito, forse dalla mia conoscenza in materia.

«Cosa intendi Ares?» Gli chiedo curiosa.

«Tu credi nella mitologia?» Risponde con un'altra domanda, tipico di Ares ormai l'ho inquadrato.

The Secret Of God 'Ares'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora