XXXVII.

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Un amore romanticizzato

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Un amore romanticizzato. Idealizzato. Talvolta esagerato, fino a sorgere irrealistico. Niente di tutto ciò era realistico.

Una forzatura fuori da ogni possibile, tanto da rendere la realtà amara agli occhi scopritori di chi venga a contatto con l'ingratitudine della natura.

Kim Taehyung aveva idealizzato il possibile creandosi preconcetti mentali a dir poco perfetti, così da differir col reale.

L'immagine astratta che l'uomo crea nella propria mente - che sia di una persona, di un semplice oggetto - si scontra con la realtà, a distruggere quel castello immaginario su cui è solito riporre fiducia.

Ce ne innamoriamo. Facciamo di ciò la nostra parte più preziosa, fino a proteggerla, curarla, nutrirla con idee inesistenti.

Fin tanto che cresce, più ci sembra reale; malamente accettiamo, qualora venga a scontrarsi - a raggiungere il suo distruggersi - con il vero, lontano dal nostro punto di partenza.

L'idea stratta di Jungkook, che il riccio si portava nella mente, gravemente incastonata nel cuore, era figlia delle false esperienze da lui vissute.

Arduo gli fu di cambiar parere alla rivelazione dell'io dell'altro.

A suo discapito, un io non vero. Il confine fra il reale e la menzogna, fra il vero e falso, fra il buono ed il vilio era tanto labile agli occhi di Taehyung.

Fu confuso dall'atteggiamento del suo complice - di Jungkook - che celava un animo sensibile, fin troppo.

L'idea del riccio, che portava alta come veritiera, si scontrò con un'immagine del sé, fatta da Jungkook, in realtà fallace. Taehyung si era sbagliato, ma solo all'apparenza.

Il suo cuore si era spezzato al rifiuto di Jungkook - allo scontrarsi della sua idea con quella reale -, ma essa - l'aspetto che Jungkook ebbe costruito di sé - non cozzava con quella tangibile.

S'illudeva che ci fosse qualcosa di speciale in Jungkook, perché così era. Ma il suo animo timido, introverso, profondamente leso necessitava di una protezione tale che solo la lontananza poteva concedergli.

"Hey- Tae." Yoongi camminava al suo fianco. "Non sentirti colpevole. Non hai sbagliato niente."

"Debbo contraddirti, Yoon." gli rispose il riccio.

Si spostavano con tranquillità verso la sala mensa del campus. La Late Night Academy li aveva avvicinati, oltre che come colleghi anche come amici. Talvolta si confidavano fra di loro.

"Uhm- vuoi esser giudicato o compreso? Tae- sarò onesto con te. Se vuoi un mio parere personale, non avertela. Sono molto diretto."

L'occhio analitico di Yoongi gli fu prestito per una valutazione personale sulle sue scelte.

"Non mi offendo. Mi preme il tuo giudizio. Fossi uno sconosciuto che sbotta sentenze senza sapere, mi riterrei. Ma- sei tu, Yoon. Ormai siamo amici." Taehyung lo pregò.

Late Night Academy | VKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora