CAPITOLO 13

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~NATHAN~

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~NATHAN~

猿も木から落ちる
(saru mo ki kara ochiru)

"Anche i più esperti, ogni tanto, possono commettere errori"

ANTICHI DETTI GIAPPONESI

Anna è seduta accanto a me e mi osserva furtivamente. Ha le cosce unite tra loro, e si tormenta con insistenza le mani raccolte nel grembo, i suoi occhi passano in rassegna il mio profilo. Un paio di volte di troppo si è soffermata sulle mie labbra.

Vincerò la scommessa in men che non si dica. La soddisfazione mi si espande nel petto, un formicolio mi si scatena nel bassoventre e mi lecco le labbra per farla andare fuori di testa.

"So che vuoi baciarmi, ragazzina, e sta' sicura che ti accontenterò".

«A cosa stai pensando?»

«Io? A niente! Voglio solo trovarmi a casa il prima possibile», risponde in fretta, sulla difensiva, proprio come se volesse nascondere la verità: mi vuole. Sorrido. Non è brava a raccontare le bugie.

Mi giro verso di lei, che ricambia il mio sorriso. Probabilmente non se ne rende nemmeno conto. «Sono irresistibile, vero?», la provoco, assottigliando lo sguardo.

«Sì», sussurra appena con lo sguardo perso nel mio prima di deglutire e sgranare gli occhi diventando tutta rossa in volto. «Cioè, no! È il narcisismo in persona. Intendevo no!»

Rido di petto, incapace di farne a meno. Sarà passata una vita dall'ultima volta in cui ho riso in questo modo, tanto che mi fanno male i muscoli della faccia.

La ragazzina arrossisce violentemente, osservandomi sorpresa prima di distogliere lo sguardo e abbassandolo sulle sue mani tormentate. La sua lingua fa capolino tra le labbra e con lentezza si muove in modo circolare lubrificando i due boccioli di rosa che scintillano appena nel buio dell'abitacolo, come a richiamare ogni mia attenzione a sé come una sirena fa con i marinai. Mi si mozza il respiro, come a comunicarmi quanto erotico è questo gesto involontario per poi fare ritorno in bocca.

Ho uno spasmo violento al cazzo per il modo innocente in cui ha compiuto quel gesto, come se non si fosse nemmeno accorta di avermi provocato. "Vorrei passare la mia, su quelle ciliegine".

Lei non se n'è accorta, ma si sta mordendo il labbro inferiore. Un ringhio animalesco mi sale in gola ma lo soffoco per non farle capire quanto facilmente mi sta soggiogando, vorrei baciarla in questo preciso istante. Se non la smette, inchiodo e la faccio salire sul mio cazzo per dare sollievo alle strane voglie del mio corpo che questa mocciosa m'infonde.
Questa sera non mi scappa.

Come se mi avesse letto nel pensiero, smette di torturare il labbro, già gonfio e pronto per me, e liberando le mani dalla morsa della sua stessa stretta, si afferra le ginocchia per nascondere il tremore convulso. È estremamente agitata.

ʟᴇɢᴀᴍɪ ᴛʀᴀ ɢʟɪ ᴇʟᴇᴍᴇɴᴛɪ ᴛᴇɴᴇʙʀᴇ ᴇ ʟᴜᴄᴇ ᴠᴏʟ.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora