CAPITOLO 46

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VICTORIA

Tutte le cose belle arrivavano inaspettatamente. I momenti che stavamo vivendo io e Richard, dal giorno del nostro fidanzamento ufficiale, erano i più belli di tutta la mia vita.

Ero tornata ad essere felice dopo tanto tempo. E questo mio cambiamento venne accertato anche durante le successive sedute dallo psicoterapeuta. Specialmente dopo quella volta in cui avevo ricordato mia nonna e parlato apertamente con il dottor Lopez di lei, aveva notato che il mio modo di parlare fosse cambiato. Anche io, effettivamente, mi sentivo più sicura di me.

L'ansia stava finalmente diventando sempre meno frequente.

Il supporto di Richard era diventato fondamentale. Riusciva a rendersi conto di quando i miei pensieri iniziavano a vagare da soli e a prendere troppo il sopravvento. Curava ogni mia ferita anche con un semplice tocco. Tempo fa mi aveva detto che sarei stata capace di brillare anche da sola ma, grazie a lui, questa luce ero certa che non l'avrei mai persa.

Il nostro fidanzamento aveva sorpreso molte persone. Soprattutto i nostri genitori e Catherine Barker. Non si era esposta tanto sulla questione, continuava a lavorare in azienda come se niente fosse, ma tutta la sua avversione nei nostri confronti era percepibile anche a distanza.

Quel lunedì, andai in azienda nel tardo pomeriggio. Appena scesi dalla macchina, notai tantissime persone intorno l'edificio. Non capivo cosa stesse succedendo. C'erano cameramen e molte testate giornalistiche che cercavano di ottenere informazioni, provando persino a entrare all'interno della Universe Corporation.

«Victoria Morgan» uno di loro si accorse della mia presenza, provocando una reazione a catena con tutti gli altri giornalisti. Iniziarono a puntarmi contro i loro microfoni nella speranza che rispondessi a qualsiasi domanda. «Cosa ne pensa della vecchia relazione avvenuta tra...»

Una delle guardie di sicurezza riuscì a far allontanare tutti i giornalisti da me e mi permise di entrare in azienda. «Cosa sta succedendo?» domandai, continuando a guardare oltre le vetrate.

Prese il telefono e me lo porse. «Signorina Morgan, non sa davvero niente?» mi chiese con apprensione «La notizia si trova su tutti i giornali.»

Di quale notizia stava parlando?

"Come dichiarato da alcune fonti interne alla Universe Corporation, Marcus Cooper, attuale socio insieme a Oscar Morgan e ai loro rispettivi figli, sarebbe stato coinvolto in una relazione (alcuni anni fa) con la propria segretaria Catherine Barker."

Quello che stavo leggendo non era possibile. Mi costrinsi a riguardare tutta la notizia più volte, i miei occhi non potevano credere a quelle parole. Ora si potevano spiegare i motivi per cui il rapporto tra Richard e suo padre fosse così complicato. Quest'ultimo aveva fatto una cosa imperdonabile, tradendo la fiducia di suo figlio.

Quando riposai gli occhi sullo schermo del telefono notai che le brutte sorprese non fossero terminate. Ciò che lessi dopo, mi sconvolse ancora di più. «Non può essere vero» sussurrai tra me e me, ingrandendo il file di un documento di adozione.

"Come sopraindicato, viene reso noto il documento di adozione di Richard Cooper, secondogenito dei coniugi Marcus e Diana Cooper."

Tutto quello che stava accadendo era un disastro. Richard era stato adottato? No, non poteva essere vero, probabilmente era tutto un errore. Uno scherzo di pessimo gusto.

Mi rimisi a riguardare il documento e lessi ogni dicitura: data, orfanotrofio, firme dei signori Cooper, ogni singolo dettaglio. I miei occhi non volevano credere a quello che stavano vedendo.

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