Dodici.

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Stiles il mattino dopo, alle undici e mezza, è già nella sua vecchia camera di quando era un adolescente della stessa età di suo figlio e non vuole minimamente pensare a poche ore prima. Al volto di Eli triste, a quello di Derek impassibile e agli occhi di rimprovero di Peter. Vuole solo disfare la sua valigia, evitare suo padre più che può e magari sbrigare qualche atto burocratico per il lavoro.
Sta proprio accendendo il PC quando sente prima un colpetto alla finestra, poi la sente aprirsi. E sa già chi è.
“Non credevo che a quasi quarant’anni ce l’avrei comunque fatta.”

Stiles prende un lungo respiro, prima di girarsi e guardarlo negli occhi.
“Va’ via” dice con tono duro e fermo, alzandosi.

“No” è la risposta ferma dell’altro. “Ti ho dato settimane per smaltire la rabbia, so che sei ancora furioso, ma spero tu possa farmi parlare almeno. Mi manchi da morire, Stiles. E non solo da qualche settimana, mi manchi da almeno quindici anni, da quando qualcosa tra di noi si è rotto.”

Stiles abbassa lo sguardo, poi annuisce e Scott ricomincia a parlare.
“Mi dispiace. E non nei tuoi confronti, ma per Eli e Derek. Mi dispiace non essere riuscito a trovare un altro modo per sbarazzarci di quel mostro e di aver permesso a Derek di sacrificarsi. Mi dispiace per Eli perché ha visto suo padre bruciare vivo davanti a lui e perché credeva fosse morto. So che Derek è tornato, ci siamo visti e mi sono scusato anche con lui ma, Stiles, perché secondo te avrei fatto un torto a te?”
Stiles vorrebbe rispondere, vorrebbe ancora urlargli addosso, ma ha capito cosa intende Scott. Che, infatti, continua. “Sapevo avessi lasciato Lydia, ovviamente, ma lei ci ha sempre detto che era stato a causa di un sogno, una premonizione” spiega Scott. “E invece tu arrivi e mi urli addosso che ho praticamente ucciso tuo marito davanti a vostro figlio. Stiles, io pensavo che Derek ti piacesse quando avevi vent’anni, come potevo sapere che siete sposati? Vero che Eli ha il tuo stesso carattere e il tuo gusto nel vestire, ma da cosa dovevo capire che è tuo figlio? Perché non ce l’hai detto?”

Stiles si sente colpito in pieno. Sa che quelle cose sono vere, che ha sbagliato e che ha lasciato che il suo lavoro si mettesse in mezzo al suo matrimonio e a tutte le sue relazioni. “Eli è stato concepito tre giorni prima del mio matrimonio con Lydia” comincia a spiegare, sedendosi sul letto, Scott al suo fianco.

Spiega di Lydia, di Derek e di come hanno capito di essere compagni. Gli spiega della convivenza, della difficoltà che ha avuto nel partorire e nella sua ripresa al lavoro dopo pochi mesi della sua nascita. E poi gli racconta del matrimonio, del legame e di quando ha accettato di fare quella missione sotto copertura. “Ero spesso fuori, Scott. E nessuno poteva sapere della mia reale famiglia e non potevo rischiare di mettere in pericolo nessuno. Ho fatto missioni fino agli undici anni di Eli.”

“Poi?” chiede Scott.

“Poi ne ho accettata una davvero grossa, ma che mi ha allontanato da mio figlio fino a poche settimane fa e che ha distrutto il mio matrimonio.”

Gli spiega i dettagli, della sua collega e del bambino. una lacrima gli scende quando gli racconta di Derek e del suo essere convinto che l’abbia tradito.
“Il figlio della tua collega quindi non è tuo figlio?”

“Assolutamente no. Sì, mi chiamava papà, ma perché è un bambino, non poteva sapere che fossimo sotto copertura.”

“E ora? La missione è finita?”

“Sì” risponde. “Per me sì. Ho dato le dimissioni appena papà è riuscito ad avvisarmi della vostra situazione.”

Scott lo guarda sconvolto. “Derek lo sa?”

Stiles abbassa lo sguardo. “Non mi lascia nemmeno spiegare.”

Scott appoggia una spalla contro la sua. “Io non vi ho mai visti insieme come coppia, ma ho visto il tuo dolore e si capisce quanto siete legati. Sono convinto che aggiusterete tutto e” aggiunge, “tuo figlio è una forza della natura. È così educato, gentile, ed è uguale a te.”

Stiles si asciuga una lacrima solitaria, poi guarda Scott. Suo fratello.
“Mi dispiace non avertelo detto. Ho fatto un casino enorme.”

E Scott lo stringe forte. Lo stringe e Stiles si rende conto che gli è mancato come l’aria e che, come ha detto Scott, gli manca da anni. “Sono ancora arrabbiato” dice.

Scott annuisce accennando un sorriso. “Lo so e lo sento, ma io voglio essere parte della tua vita e mi farò perdonare. Sono stato egoista e non è stato bello. La morte di Derek ha distrutto anche me, mi sono sentito inerme ma non è una giustificazione.”

Stiles annuisce. “Allison sta bene?” chiede, perché i sensi di colpa per la sua morte non se ne sono mai andati.

“Sì, sarebbe felice di incontrarti quando e se te la sentirai” risponde Scott, poi gli sorride e si avvicina alla finestra. “Faccio il tifo per voi” dice, prima di saltare giù.

Family All The Way | SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora