non sono un'assassina

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             "non lasciarmi sola, sei il
                     mio tutto 💚"

anna pov's

mi sto dirigendo verso la cella di Roberto, sono davvero in ansia per quello che potrebbe dirmi

«Roberto» dissi incazzata nera

volevo sapere la verità a tutti i costi.

«sei stato tu a sparare Edaordo? Devi dirmi la verità»

ero la persona più arrabbiata di questo mondo, e si poteva capire dal mio sguardo

«si sono stato io perché? Ti manca il tuo fidanzatino?»

a quelle parole il mio sguardo si fece gelido, lui se ne accorse e tolse quel suo mezzo sorrisino da stronzo dal viso

me ne andai senza dirgli nulla, andai da Nunzia per dirle tutto quello che avevo scoperto

«Nunzia, so chi è stato» si voltó verso di me guardandomi incredula

«come lo hai scoperto nennè?» mi disse guardandomi con le lacrime agli occhi

«sono andata da Roberto, sospettavo di lui, mi ha confessato tutto, è stato lui»

«la direttrice ora è fuori per degli impegni appena tornerà ti chiamerò»

la abbracciai, volevo bene a Nunzia e anche tanto, anche se alcune volte la odiavo per le sue urla mattutine infondo era come una seconda mamma, mi aveva insegnato tanto

«mo vai in cella dai» disse asciugandosi le lacrime andando via

proseguii per la mia strada non togliendomi dalla testa Edoardo steso a terra privo di sensi, ora che sapevo che il colpevole fosse Roberto non la passerà liscia, per nessun motivo al mondo

entrai in mensa senza farmi vedere, e aprii la porta della cucina dove trovai molto utensili al suo interno, ma quello che mi interessava era un coltello, lo trovai senza neanche cercare molto

aveva la lunta affilata proprio come lo cercavo io, dovevo aspettare il momento giusto, e far fuori Roberto, potró farlo solo di notte, quando tutti dormono, c'è meno probabilità che qualcuno mi veda

all'uscita mi trovai Naditza davanti

«amo? Cosa ci fai qui in cucina? Non è ora di pranzo»

non sapevo cosa dirle, non avevo pronta nessuna scusa credibile al momento

«ehm..no niente ero qui per puro caso»

cercai di cambiare discorso e parlare di altro ma non ci riuscii

«Anna non mentirmi..cosa ci fai qui» mi disse decisa della sua domanda

la guardai, non dicendo nulla, stetti zitta e me ne andai correndo, stando attenta a non mostrare il coltello dietro la mia schiena

in poco tempo mi ritrovai di nuovo nella mia cella, da sola, aspettando la notte

per ingannare il tempo mi misi a bordo della finestra, ripensando ai bei momenti passati assieme ad Edaordo

quando eravamo felici.

ero ignara di tutte le bugie che mi stesse dicendo in tutti quei mesi, ma ero felice lo stesso, perché in quei mesi ero con lui

il mio cuore non chiedeva altro, voleva solo lui, ma ora non poteva più, non potevo più baciarlo, accarezzarlo, abbracciarlo

non potevo fare nulla, era finita.

tra i miei pensieri in men che non si dica si fece notte fonda, ero ancora su quel davanzale mentre Ciro domenica nel suo letto

mi incamminai verso la cella di Roberto, mentre percorrevo quel corridoio mi ricordai la prima volta che misi piede qui dentro, la prima volta che lo vidi

credevo che fosse uno stupido cammorrista ma in verità conoscendolo meglio, Edoardo aveva un gran cuore

mi scesero alcune lacrime ma le asciugai subito, ora il mio compito era quello di proteggere Edoardo

e di far fuori Roberto.

entrai nella sua cella e lo vidi steso sul letto che leggeva un libro

«guarda chi si vede, la stornza di turno, che ti porta da queste parti?»

lo buttai giù dal letto con uno spintone e si ritrovò disteso sul pavimento

«ma che cazzo fai brutta troia»

non resistetti più che gli infilzai il coltello dritto nello stomaco, e inzió a perdere una valanga di sangue che neanche io so spiegare

solo dopo pochi secondi mi resi conto del gesto che avessi appena fatto, avevo accltellato una persona, io non ero un'assassina, guardai le mie mani sporche di sangue e mi maledissi dell'azione che avessi appena fatto

da un lato ero soddisfatta di me stessa da l'altro no, mi sentivo uno schifo totale, non ero così cattiva, l'ho fatto per proteggere davvero Edaordo..

appena tornati nel presente Roberto era provo di sensi con una mano sul petto anch'essa sporca di sangue

me ne andai correndo per i corridoi senza farmi vedere da nessuno, lavai le mani cercando di togliere tutto il sangue che mi era rimasto

più mi guardavo allo specchio più mi facevo schifo

mi poggiai sul letto e scoppiai a piangere, come una vera bambina che si era appena sbucciata un ginocchio

ma Ciroi sentii piangere e scese dal suo letto scendendo sul mio

«oh Anna, che è successo?»

non riuscivo a parlare..mi sentivo senza forze e senza voce

«mi dici cosa cazzo è successo?»

decisi di dirglielo

«ho accoltellato Roberto»

piansi ancora più forte.

«non ti preoccupare si sistemerá tutto, dormi con me stanotte» disse dandomi un bacio in fronte

Ciro mi fece coricare sul suo fianco e mi abbracció, lui era com è un fratello per me, solo così riuscii a dormire

edoardo pov's

mi svegliai e i miei occhi era accecati dalla forte luce, appena ripreso conoscenza mi resi conto che quella non era la mia cella

ma un letto d'ospedale

come ci ero finito li?

SPAZIO AUTRICE
ehi visto che ho avuto un po' di tempo ho aggiornato la storia, spero vi piaccia, vi aspetto nel prossimo capitolo <3

un bacio, ~Evie ❤️

YOU AND ME. - Edoardo Conte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora