Capitolo 3

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Clara

Sono in giardino per una passeggiata, avevo bisogno di respirare un po' di aria pulita e fresca, di aprire un po' la mente e di distrarmi da ciò che è accaduto. Osservo le persone lavorare, curare il giardino, pulire le piante e i fiori, dando a essi l'acqua.

«Clara, vuole che le faccio portare qualcosa?» Chiede avvicinandosi una cameriera.
«No, ti ringrazio. Tranquilla, non pensare a me.» Le rispondo dolcemente, per poi riprendere a camminare.

Da quando ho rivisto Giulio non faccio altro che pensare a quante spiegazioni vorrei dargli. Non posso rincontrarlo, sarebbe troppo rischioso per entrambi, ma vorrei provare a scrivergli una lettera, magari facendogliela recapitare, anche se so che l'ultima volta questa cosa non è andata a finire bene...

«Cara, sei qui.» Dice Massimo avvicinandosi a me.
«Sembra proprio che io debba riferirti passo dopo passo tutto ciò che faccio.»
«A cosa devo questo tono?»
«Al fatto che controlli assiduamente dove sono. Non c'è ne bisogno, non mi allontano dal tuo palazzo!»
«Ancora con questa tua testardaggine. Se solo non ci avessero interrotti ieri sera...»
Ma, lo interrompo all'istante:
«Forse volevi dire: se non ti avessero interrotto.» Gli specifico pungente.
«Sei incredibile, davvero.» Sorride alle mie parole.
«Non sono incredibile, ci tenevo a precisare che io non accettavo nulla di ciò che stavi facendo, e di quello che avresti voluto fare.»
«Se preferisci così, va bene. Ma sappi che se non mi avessero interrotto avrei iniziato a domare questo carattere testardo che hai!»
«I miei più sinceri complimenti allora. Non sapevo che la costrizione portasse una persona ad ammorbidire il proprio carattere.»
«Sono le circostanze della vita che ti costringono a cambiare.»
«Io non cambierò per soddisfare i tuoi piaceri.»
«Clara, non sono solo i miei piaceri in quanto uomo, ma anche in veste di marito.»
«Cosa vuoi dire?» Chiedo confusa.
«La situazione di ieri mi ha fatto riflettere molto. Siamo sposati da qualche mese, e io a differenza tua non posso più permettermi di aspettare oltre, data la mia età.»
«Non capisco, cosa stai cercando di dirmi?»
«Che voglio un figlio, ho bisogno di un erede dopo la mia morte.»
«Cosa?!» Dico all'istante, sconvolta.
«Hai capito bene, che tu lo voglia o no, mi darai un figlio, ho già aspettato abbastanza.»
«Io...io non posso...»
«Credo di non aver capito!»
«Io, non posso...»
«Tu puoi e devi, in veste di donna e moglie, tu devi darmi un figlio.»
Non gli rispondo, sono sconvolta e sorpresa, non so cosa dirgli. Avere un figlio con lui significherà restargli legata in maniera indissolubile, e io non voglio questo.
«Ho del lavoro da fare, ci vediamo stasera, non stancarti troppo durante il giorno.»
«Mi stancherei se avessi realmente qualcosa da fare.» Dico velenosa.
«Non sopporto le tue continue lamentele, non c'è mai niente che ti vada bene! Fidati, un figlio saprà tenerti impegnata, a stasera!»
Ti odio, ti odio immensamente!

Sera

Sono appena uscita dalla vasca. Avevo proprio bisogno di un bagno caldo per rilassarmi. In questo palazzo sono continuamente sotto pressione e non riesco a godermi un solo giorno tranquillamente.
Indosso la mia veste da notte. Sto per mettermi a letto quando all'istante entra Massimo:
«Buonasera, cara.» Mi dice entrando, per poi chiudere la porta alle sue spalle a chiave.
«Buonasera. Perché hai chiuso a chiave?»
«Perché non voglio essere disturbato, oggi è stata una giornata pesante.»
«Tu, come stai?»
«Potrei stare meglio.»
«Hai pensato a ciò che ti ho detto oggi?» Domanda avvicinandosi a me.
«Sì, penso che non sia il momento adatto, possiamo aspettare un altro pò.»
«E quanto altro credi che sia disposto ad aspettare?» Domanda ancora, eliminando lentamente la distanza tra di noi.
Sospiro nervosamente senza rispondergli.
«Per caso, ho rovinato qualche tuo piano Clara?» Domanda stuzzicandomi a pochi centimetri dal mio viso.
«Che piano potrei mai avere? Sei pazzo a pensare una cosa del genere!»
«Tu sei pazza se credi di poterti liberare di me un giorno. Togliti dalla mente queste fantasie!» Dice eliminando del tutto le distanze, per poi continuare:
«Sei mia moglie, e in quanto tale mi darai un figlio. Sarai la madre del futuro principe Savelli.»
«Non credo di sentirmi pronta, adesso.»
«Non sarai mai pronta perché nutri ancora qualche speranza, lo so per certo.»
«Non è così! È a rischio la sua vita, il suo lavoro, come potrei pensare di fare dei passi falsi?!» Gli domando nervosamente.
«Ancora lui?! Ancora che pensi a ciò che è meglio per lui?! Sei sposata con me, devi dimenticarlo!» Dice alzando la voce, per poi continuare:
«Lo capisci che non mi basta più averti solo al mio fianco, io voglio un figlio con te. Voglio costruire qualcosa di importante con te!»
«Tu vuoi legarmi a te con un figlio, il che è diverso.»
«Voglio legarti a me perché ti amo, e farò qualsiasi cosa per impedirti di andartene, qualsiasi!» Dice, per poi continuare:
«Non lascerò che tu te ne vada, non dopo quello che ho fatto per poterti avere!»
«Non andrò via da qui, hai la mia parola. Quindi, non penso sia necessario mettere al mondo un bambino a causa delle tue paure!» Dico nervosamente.
«Come osi parlarmi così?!» Domanda all'istante afferrandomi i capelli con forza, per poi continuare:
«Pensi che per me tutto questo sia un gioco?! Rispondimi!» Domanda ancora, tirandomi i capelli.
Respiro dolorante senza rispondergli.
«Questa è la nostra vita, che ti piaccia o no siamo sposati, e io non resterò a guardare il tempo che mi scorre davanti, mentre tu sarai impegnata a sfruttare questo matrimonio solo per proteggere quel traditore!»
«Mi stai facendo male...» Sospiro dolorante.
«Che tu lo voglia o no, avremo un figlio! Faresti bene a prepararti a questa situazione, perché non intendo aspettare oltre!» Termina, lasciandomi bruscamente i capelli.
«Cosa pensi di fare? Mi costringerai a stare con te?»
«Dipende tutto da te, ma se deciderai di essere accomodante di certo mi faciliterai la situazione.»
«Non posso credere che arriveresti a tanto...»
«L'hai potuto costatare tu stessa che...» Dice avvicinandosi all'incavo del mio collo, per poi continuare:
«Se voglio una cosa, prima o poi la ottengo. Io non chiedo, prendo!» Termina, fiondandosi nell'incavo, segnandolo di baci.
«Sono stanca, lasciami...»
Lui non curante delle mie parole, mi cinge i fianchi incastrandomi alla parete del letto, senza lasciare il mio collo:
«Ti farei mia anche adesso! La tua pelle mi fa perdere il controllo...» Dice con il respiro affannato.
«Massimo, ti prego, non farmi questo...» Dico debolmente.
Lui lentamente si allontana dal mio collo guardandomi negli occhi:
«Non lo farò, almeno, non per il momento. L'ultima cosa che voglio è farti vivere quel momento in maniera negativa, non voglio essere cattivo, né costringerti a fare nulla, ma tu dovrai cercare di lasciarti andare, dovrai concederti a me senza opporti.»
Sospiro affranta.
«Credimi, sarà meglio per te, non ti porterà a nulla opporti.»
«Certo, sarà meglio per me! Perché la mia vita dipende tutta da te, da tutto ciò che vuoi tu per me, o sbaglio?»
«Non essere ridicola!» Risponde con l'intenzione di allontanarsi da me, ma questa volta lo fermo io:
«Perché non mi rispondi? Non sai cosa dirmi?»
«Vuoi che ti risponda? Allora no, non ti sbagli, ma ti sei chiesta perché ti trovi in questa situazione?»
Lo guardo senza dire nulla.
«Perché sei stata inaffidabile fin dall'inizio!»



*Angolo autrice*

Buongiorno a tutti, e buona giornata. Sono contenta di vedere che piano piano state leggendo i capitoli, spero vi stiano piacendo!

A presto ❤️

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