Capitolo 7

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Clara

«Buongiorno.» Dice Massimo, entrando in camera.
«Buongiorno.»
«Mi ha detto Marietta che non ti senti bene. Che hai?» Chiede, avvicinandosi al letto.
«Ho mal di testa. Scusami, ma non riesco a scendere per la colazione.»
«Non ti preoccupare, riposati. Chiederò a Marietta di portarti qualcosa.»
«Non c'è ne bisogno.»
«Ti servirà per calmare il dolore.»
«Come vuoi...non ho le forze per contraddirti.»
«Infatti, non devi farlo.» Mi bacia la fronte, per poi uscire dalla camera.

Massimo

«Marietta!»
«Ditemi, Principe.»
«Porta alla principessa qualcosa da bere per il mal di testa, in modo che possa riposare.»
«Subito, Principe.»
«E nel bicchiere, metti anche questo per stasera.» Dico, porgendole una bustina.
Lei mi guarda confusa:
«Ma Principe, questa la stordirà.»
«E quindi, Marietta? La stordirà, ma la farà stare più tranquilla, non è nulla di grave. Poi, da quando obietti ai miei ordini?»
«Mi scusi, Principe.»

Sera

«Ben tornato, Principe.»
«Ti ringrazio. Dov'è mia moglie?»
«È in camera a riposare, non è uscita dal palazzo.»
«Bene. Come si sente?»
«Un po' meglio.»
«Le hai già portato il bicchiere?»
«Si, prima del vostro ritorno.»
«Ottimo lavoro Marietta, puoi andare.»

Mi dirigo verso la camera, chiudendo la porta alle mie spalle. Mi avvicino al letto, guardandola.
«Quanto sei bella quando sei così tranquilla...»
Lentamente tolgo i vestiti e sbottono il pantalone, restando solo con l'intimo. Poi, entro nel letto.
«Massimo...sei tu...?»
«Sì, sono io, sono tornato. Tu, continua a riposare.» Dico accarezzandole il viso.
«Mi sento così debole e stanca...»
«Shhh, non affaticarti...»
Annuisce.
Le accarezzo il corpo, poi mi tolgo l'intimo. Lentamente le alzo la veste da notte, sfilando l'intimo anche a lei.
«Perdonami per quello che sto facendo, ma è l'unico modo che ho per poterti avere senza farti soffrire...»
Mi metto sopra al suo corpo, divaricandole le gambe.
«Spero che tu possa perdonarmi, non volevo costringerti facendoti del male. Sei così bella, amore mio...» Le scopro il petto, toccandole i seni.
«Sei cosi bella, perché dovresti sprecarti amando quell'uomo, non riesco a concepirlo.»
Mi abbasso verso il suo viso, baciandole la guancia. Poi passo all'orecchio, leccandole il lobo, per poi morderlo. Ora che posso, voglio godermi ogni singolo particolare del tuo corpo, senza interruzioni.
Tocco la sua parte intima, preparandola al rapporto.
«Quanto ti desidero, non posso più aspettare...»
Avvicino la mia parte intima alla sua, e lentamente mi unisco a lei. Inizio a spingere, dentro di lei, delicatamente.
«Non posso ancora credere che sei finalmente mia...» Ansimo tra le spinte, iniziando a velocizzarle.
Mi approprio del suo collo, baciandolo intensamente.
«Massimo...cosa stai facendo...?» Chiede debolmente, ancora stonata dal farmaco.
Non le rispondo, continuo ad assaporare il suo collo con spinte forti.
«Massimo, perché...» Cerca di muoversi.
All'istante la fermo bloccandole i polsi sul letto.
«Perché...perché mi stai facendo questo...»
«Ti desideravo da morire...» Ansimo tra le spinte.
Spingo forte e veloce, fino al punto da sentire il piacere.
Senza staccarmi da lei, arrivo al piacere.
La guardo mentre le scende una lacrima dal viso.
«Non piangere amore mio, è finita.» Le dico dolcemente accarezzandole il viso.
«Mi hai uccisa.»
Allontano la mia parte intima dalla sua.
«Sei così preziosa, così perfetta...» Le dico toccandole i seni.
«Vattene.»
«Spero che un giorno tu possa capirmi e sentire quanto ti amo.»

**Angolo Autrice**

Non aggiungo altro riguardo questo capitolo.
Lascio a voi il merito di commentare Massimo.

Solo una cosa, però, ci tenevo a dirla:

Per tutte le donne maltrattate,
Per tutte le donne violate,
Per tutte le donne che subiscono ancora, in silenzio,
Ricordatevi questo:
Se vi ama, non vi giudica.
Se vi ama, non vi picchia.
Se vi ama, non vi impone ordini.
Se vi bacia e chiede perdono dopo aver usato violenza su di voi,
Non è amore, ma possesso.
Non è amore,
è solo una mente malata.

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