Capitolo 8

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Clara

Sono sveglia, ma è come se fossi morta, perché mi sento morta dentro. Come ha potuto farmi una cosa del genere? Come ha potuto approfittarsi di me in un modo così subdolo? Che razza di uomo ho sposato?

È questo il suo amore? Questo lo definisce amore?
Mi sento sporca, mi sento colpevole, mi sento una stupida.
Mi sono sottomessa così tanto da ridurmi in questo modo.
Gli ho permesso di avermi senza poter fare nulla.
Ho abbassato la guardia pensando che mi avrebbe rispettata.
Ho pensato che poteva esserci realmente qualcosa di buono in lui, ma mi sbagliavo.
Ancora.
Ha ragione ad odiarmi Giulio, perché anche io mi odio in questo momento.

«Marietta!!» La chiamo, con rabbia.
«Mi dica, Principessa.»
«Cosa mi hai dato da bere ieri sera?!» Le chiedo, per poi prendere il bicchiere sul comodino con rabbia:
«Che diavolo ci hai messo qui dentro?!» Le chiedo ancora, lanciando il bicchiere a terra.
«Principessa, vi prego, calmatevi.»
«Calmarmi?! Tu mi stai dicendo di calmarmi?!»
Mi alzo all'istante dal letto, andando verso di lei.
«Chi sei tu per dirmi di calmarmi?!»
Lei non risponde.
«Chi diavolo pensi di essere, eh?!»
«Principessa, per favore...»
«Sta zitta e rispondimi! Cosa hai messo nel bicchiere?!»
«Non lo so, Principessa...»
«Cosa significa che non lo sai?! Mi hai portato tu quel bicchiere, cosa significa che non lo sai?!»
«Io ho solo rispettato gli ordini...»
«Di cosa stai parlando?! Spiegati meglio, dannazione!»
«Il Principe mi ha ordinato di portarvi quel bicchiere prima del suo ritorno, gli ho detto che avrebbe potuto farvi del male, ma lui mi ha detto di non obiettare.»
«Che...che cosa?! Lui ti ha ordinato di stordirmi?»
«Mi dispiace Principessa, ma io non sapevo che intenzioni avesse, è pur sempre vostro marito...»
«E, secondo te, che intenzioni potrebbe mai avere un uomo per arrivare a stordire una donna?!»
«Mi dispiace, io ho provato a dirglielo, ma...»
«Ma, tu dovevi eseguire gli ordini, rispettare il tuo lavoro, no?»
Lei abbassa il viso.
«Non puoi nemmeno immaginare di cosa è capace il tuo Principe!»
«Posso fare qualcosa per voi?»
«Esci dalla stanza!»
«Come desiderate.»

«Ma che cosa sta succedendo qui? Perché hai mandato via Marietta?» Chiede Massimo, entrando all'improvviso nella stanza.
Non gli rispondo.
«Cos'è questo disastro sul pavimento? Chi ha rotto il bicchiere?»
Continuo a non rispondergli.
«Marietta, vieni a pulire il pavimento!» La chiamo velenosamente.
«Mi vuoi rispondere? Cosa è successo?!»
Nel mentre, rientra Marietta a raccogliere i pezzi di vetro sul pavimento.
«Pulisci bene, i pezzi di vetro vengono via subito, ma le azioni subdole no.» Le sputo velenosamente, con l'intento di uscire dalla stanza.
«Di cosa stai parlando?!» Chiede Massimo di scatto, bloccandomi il braccio.
«Lasciami, non osare toccarmi!»
«Rispondimi.» Insiste, senza lasciarmi il braccio.
«Sai bene di cosa sto parlando. Lo sai tu, io, e anche la tua servitù!»
«Clara, cosa dici...»
«Pensi che io non ricordi? Che mi hai fatta stordire al punto tale da non ricordare niente?»
«Clara, cerca di calmarti adesso, non sei in te.»
«È solo colpa tua sé non sono in me. Colpa tua e dei tuoi sporchi giochi!»
«Sta zitta, non sai quello che stai dicendo, ma sei impazzita?!» Chiede nervosamente.
Dopo aver pulito, Marietta esce dalla stanza.
All'istante Massimo mi lascia, per poi chiudere la porta.
«Non ti vergogni?!» Chiedo velenosamente.
«Di cosa dovrei vergognarmi? Non capisco di cosa stai parlando!»
«Come hai potuto farmi una cosa del genere? Come sei potuto arrivare al punto di stordirmi per avermi?»
Non mi risponde.
«Come mi hai detto? "Perdonami per quello che sto facendo, ma è l'unico modo che ho per poterti avere senza farti soffrire..."»
Lui continua a non rispondermi.
«Spero che tu possa perdonarmi, non volevo costringerti facendoti del male.»
«E ancora: "Perché dovresti sprecarti amando quell'uomo, non riesco a concepirlo.»
«Clara, ti prego...»
«Era l'unico modo per avermi senza farmi soffrire? Non volevi costringermi? E, dopo questo ti chiedi ancora come io possa amare Giulio?»
«Non nominare quell'uomo.» Dice, stringendo i pugni.
«Perché non dovrei nominarlo? Perché è l'uomo migliore che io abbia mai incontrato? Perché è l'uomo che ha continuato ad amarmi, anche dopo quello che gli ho fatto? Perché è colui che non mi farebbe mai una cosa del genere, quello che tu hai fatto a me!» Gli sputo con rabbia.
Di scatto, sento il mio viso girarsi dall'altra parte: uno schiaffo.
Non il primo, non il secondo, ma solo uno dei tanti schiaffi.
Dopodiché mi afferra con forza, sbattendomi al muro:
«Io l'ho fatto per te, l'ho fatto perché ti amo, e perché sapevo che non ti avrei mai avuta con il tuo consenso!»
«Questo è ciò che definisci amore?»
«Sì, è amore. A modo mio, ma è amore! Sei tu che riesci a tirare fuori sempre il peggio di me!» Dice nervosamente a pochi centimetri dal mio viso.
«Con quello che mi hai fatto, sei tu adesso che vedrai il peggio di me!»
«Cosa avrei dovuto fare?! Ti volevo, ti desideravo, cosa avrei dovuto fare? Ti saresti concessa a me senza opposizioni?!» Chiede, stringendomi al muro.
«E questo ti ha dato il diritto di approfittarti di me?»
«Non mi hai dato altra scelta.»
«Lasciami andare!»
«Clara, ti prego...»
«Ti ho detto di lasciarmi! Lasciami, o mi metto a urlare!»
Mi lascia.
«Siamo stati insieme, abbiamo avuto un rapporto, non rendere tutto così malvagio...»
«Tu sei stato con me, tu hai avuto un rapporto con me. Tu, non io!» Gli sputo velenosa.
«L'ho fatto anche perché volevo che tu mi dessi un figlio. Abbiamo bisogno di un erede.»
«Qualsiasi siano le motivazioni delle tue schifose azioni, sappi che io non ti perdonerò mai!»

**Angolo autrice**

Dopo aver superato la prima parte più difficile, andiamo avanti con le altre.
Penso che ogni donna dovrebbe avere la forza e il coraggio di ribellarsi, e di esprimere tutto ciò che sente e pensa, anche al costo di andare contro tutto e tutti.

A presto 🌺🍀

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