Capitolo 14

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Clara

Sto aspettando nella stalla del palazzo che il cavallo che ho richiesto sia pronto. Sento il bisogno di stare da sola, al contatto con semplicità della terra, della natura e della vita. "Vita", colei che da un po' di tempo, per me, non è più tale da definirsi così.
Non riesco a capacitarmi di ciò che sto ancora sopportando, e di come, riesco ad andare ancora avanti. Sto cercando di aggrapparmi a qualsiasi cosa pur di non mollare, perché non posso accettare di dover continuare a vivere una vita che non è la mia, perché, questa, non la sento mia.
«Ci vuole ancora molto?»
«No, Principessa. È quasi pronto.»
«Per favore, fai in fretta. Devo partire prima che si faccia buio.»
«Dove devi andare con così tanta fretta?» Chiede Massimo, entrando nella stalla improvvisamente.
«Massimo...»
«Allora?»
«A fare una passeggiata.»
«Una passeggiata?»
«Sì, non penso ci sia nulla di male.»
«Figuriamoci! Tu, non ci vedi mai nulla di male in quello che fai.»
«Cosa vuoi dire?»
«Voglio dire, che non andrai a fare questa passeggiata.»
«Cosa?! Vuoi impedirmelo?!»
«Date le tue condizioni, sì.» Dice, indicandomi la mia gravidanza.
«Massimo, per favore! È solo una passeggiata!»
«Puoi risistemare il cavallo, per favore?» Ordina allo stalliere, senza curarsi di me.
«Massimo, sto parlando con te!»
«Lo rivoglio nella sua postazione, adesso.» Continua.
«Massimo, guardami!» Esclamo, andandogli incontro.
«Potresti impegnarti in altro invece di preoccuparti di queste assurde passeggiate!»
«Mancava solo che iniziassi a gestire anche i miei piaceri. Ora, siamo al completo!» Gli dico nervosamente, per poi uscire dalla stalla.
Mi incammino velocemente verso il palazzo, quando noto che mi sta seguendo. Accelero il passo, fino ad arrivare nella stanza, ma non faccio in tempo a chiudere la porta, che lui entra dopo di me.
«I capricci che fai sono inutili. Conosco bene le tue intenzioni, stai continuando nonostante io ti abbia perdonata già una volta!»
«Di cosa stai parlando?!»
«Vuoi perdere il bambino!»
«Cosa?! Tu devi essere completamente impazzito! Sei tu che continui a trattarmi come una prigioniera e io sono stanca, capito?! Stanca!»
«Le tue azioni finora non mi hanno permesso di pensare diversamente!»
«Allora, lasciami andare! Non capisco perché ti ostini nell'obbligarmi a stare con te! Io non ti amo, e  per quanto tu voglia continuare in questo modo, io questa famiglia con te, non la voglio!»
«Ti rendi conto di quello che dici?!»
«Quando accetterai il fatto che apparterò sempre e soltanto a Giulio?!»
All'istante mi schiaffeggia, portandomi a girare il viso nella direzione opposta alla sua.
Resto immobile, senza dire nulla.
«Conta solo una cosa per me, ed è sapere che porti in grembo mio figlio!»
Lentamente mi tocco la parte del viso lesa dal suo schiaffo.
«Non hai apprezzato nulla di quello che ho fatto per te! Non hai nemmeno dato importanza al potere che hai acquisito stando al mio fianco!»
Non gli rispondo.
«Cos'è che vuoi?! Dimmelo! Vuoi perdere questo bambino? Vuoi andartene da qui?! Dimmelo!»
Sospiro pesantemente continuando a mostrargli indifferenza.
«Farò quello che vuoi, ma sappi che non ti permetterò mai di tornare da lui, perché se non puoi essere mia, allora vorrà dire che non sarai di nessun altro!»
«Preferirei anche restare sola, piuttosto che rimanere con un uomo come te...»
All'istante, mi afferra i capelli con forza:
«Ti piace provocarmi, vero?! Ti piace vedere il peggio di me!» Dice con rabbia, cercando di contenersi.
«Invece a te, non piacciono le mie verità, quello che penso su di te, perché vorresti altro...» Dico a fatica, dolorante per la presa sui miei capelli.
«Io mi prenderò tutto quello che voglio, con le buone, e se sarà necessario, anche con le cattive!» Dice, per poi lasciarmi.
«Mi sarei aspettato di tutto da te, fuorché avessi un carattere così ingestibile e indomabile. Spero vivamente che prima o poi ti stancherai anche tu di questa continua e inutile lotta, perché sappi che io non ho nessuna intenzione di fermarmi, ma soprattutto, di perdere contro un brigante!»Conclude severo, per poi uscire dalla stanza.

Sera

È quasi buio, il cielo sta iniziando a diventare scuro, e io, l'unica cosa che voglio è riposare. Mi fa male la testa, ma sono anche preoccupata per il bambino, spero che tutta questa tensione non abbia avuto conseguenze negative su di lui.
Sospiro pesantemente guardando dalla finestra della stanza e mi accarezzo la pancia.
Bambino mio, anche se odio con tutto il cuore tuo padre, non posso fare a meno di sperare che tu stia bene e che non ti succeda mai niente di brutto. Farò di tutto per proteggerti e per darti una vita migliore della mia, ma soprattutto, spero che tu sia felice con la persona che un giorno amerai...
All'improvviso, mentre sono avvolta nei miei pensieri, vedo un'ombra passare su un cavallo e fermarsi davanti al palazzo.
Mi manca il respiro, è Giulio...
Incredula, resto alla finestra a guardarlo senza capire cosa voglia fare.
Mi guarda intensamente come se volesse capire cosa sta succedendo, come sto, cosa sto facendo...
Poi, d'un tratto, entra Marietta.
Sobbalzo all'istante timorosa.
«Mi scusi se l'ho disturbata Principessa, ma ho un messaggio per voi...»
«Dimmi...»
«Ecco.» Dice, consegnandomi un biglietto.
«Ti ringrazio.» Lo prendo titubante, per poi aprirlo.

"Clara, ho bisogno di sapere che stai bene. Da quando ci siamo rivisti, quello sguardo che avevi pieno di paura e terrore non riesco più a dimenticarlo. Ho bisogno di sapere che sei felice, per poter andare avanti per la mia strada..."

Dopo aver letto il messaggio, guardo fuori dalla finestra. Lui dopo essersi assicurato che io abbia letto il messaggio, mi rivolge un ultimo sguardo per poi andare via.
Una lacrima scivola lungo il mio viso.
Non mi aspettavo che lui facesse una cosa del genere, né che si interessasse a me. L'ho allontanato da me per proteggerlo, e il fatto di vedere che lui abbia trovato un modo per mettersi in contatto con me mi dà tantissima forza per andare avanti.
«Va tutto bene?» Mi chiede Marietta, preoccupata.
«Perché l'hai fatto?»
«Non capisco...»
«Hai capito benissimo.» Le dico, per poi avvicinarmi a lei: «Sapevi chi fosse il destinatario di questo biglietto, ma nonostante tutto, me l'hai fatto ricevere ugualmente. Perché? Sai bene che facendo così, vai contro il volere del Principe.»
«Perché mi dispiace per voi. Non posso continuare a guardare senza poter dire né fare nulla, è troppo.»
«Per te, adesso è troppo?»
«Avete ragione, mi dispiace e mi scuso ancora. Avrei dovuto...»
Ma la interrompo all'istante:
«Non potevi fare nulla, non puoi incolparti, l'unica artefice di tutto questo, sono solo io. Comunque, non so come ringraziarti, e non so quanti lo avrebbero fatto al tuo posto. Grazie...»
«Per così poco. Almeno, per una volta, avete versato lacrime di gioia e non di dolore. È per quell'uomo che avete sposato il principe?»
«Sì, per proteggerlo da lui. La sua vita, era ed è nelle mie mani...»
«A momenti tornerà il principe, meglio che questo biglietto sparisca.» Mi intima, porgendomi la sua mano per averlo.
«Marietta, ti prego, non deludermi...»
«Potete fidarvi, altrimenti non ve lo avrei nemmeno portato.»
Annuisco e glielo porgo.
«Buon riposo, principessa.»
«Grazie, anche a te.»
Lentamente, e con la testa ancora immersa ancora sul quel biglietto, mi metto a letto.
Vuole sapere di me, non mi ha dimenticata.
Giulio, amore mio, stavo per perdere tutte le speranze.
Dopo qualche ora che cerco di dormire, la porta della stanza si apre. Chiudo immediatamente gli occhi, fingendo di dormire.
È Massimo. Lo sento venire verso di me.
Si toglie gli indumenti, alza la coperta ed entra nel letto, mettendosi vicino a me.
Si avvicina a me, toccandomi la pancia. È alle mie spalle.
Continuo a fingere di dormire.
Mi abbraccia da dietro, stringendosi a me.
«Quanto vorrei che tu mi amassi almeno la metà di quanto ti amo io...» Dice debolmente, per poi continuare:
«Non mi arrenderò mai, perché sono convinto che con la presenza del nostro bambino, un giorno, riuscirai a provare qualcosa per me. Non rinuncerò mai a te, soprattutto adesso, che hai qualcosa che mi apparterà per sempre.» Conclude, toccandomi la pancia.

Angolo autrice

Giulio, sembra aver capito qualcosa e ha fatto un passo in avanti verso Clara, ma chissà, se lei riuscirà a rispondere a quella lettera, confessandogli la verità.

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