7: Ricci

919 26 3
                                    

Margherita pov's

Andò verso la parte nascosta della sala di relax dove i ragazzi venivano per rilassarsi.
Si accese una sigaretta, aspettando lentamente.
Chiuse gli occhi, rilassandosi per un attimo dalla sua vita da quando aveva deciso di intraprendere la carriera da camorrista.
Non respirava veramente da tanto tempo.
Aspiro il fumo nei suoi polmoni, rilasciandolo una volta aspirato.

Senti qualcuno aprire la tenda, e richiuderla alle sue spalle mentre camminava lentamente verso di lei.
Si posizionò alla parete, accanto a Margherita.
Quando apri gli occhi, butto la sigaretta a terra, girandosi di lato verso quel ragazzo.
Era così bello visto in quella prospettiva.
Il sopracciglio destro tagliato rendeva il suo sguardo più tenebro e oscuro, ma allo stesso tempo così attraente e sexy che la faceva incantare.

«Ho saput chillu che è succes co mi suoru in bagno»

Ed eccolo lì, pensava che questa volta fosse venuto da lei per parlare pacificamente, ma si sbagliava di grosso.

«E allor?»

Margherita era più che sicura che da lì a poco avrebbe scoperto qualcosa di fondamentale, non c'era nessun altro oltre a loro due in quella stanza.

«E allor?»

Ripetette lui assottigliando gli occhi.

Le sue labbra si arrossirono, facendo arrossire le guance della ragazza davanti a lui

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Le sue labbra si arrossirono, facendo arrossire le guance della ragazza davanti a lui.
Era così bello che Margherita pensò di svenire in quel momento, si riprese poco dopo.

«Tu hai minacciato mia sorella»

Gli disse con una strana voce calma e veritiera.
Si guardarono negli occhi, non riuscendo a dire niente se non osservarsi, ma doveva reagire.
Non poteva farsi bloccare da un ragazzo.

«Saprai anche perché ho dovuto farlo allora»

Erano così vicini da sentire quasi il loro respiro.

«O sacc pecché l'agg fatt, ma chist nun po' cangià il fatt che tu hai minacciato mi suoru»

Non smettevano di guardarsi negli occhi, erano come incatenati.

«Lei mi voleva mettere le mani addosso»

Rispose lei con tono provocatorio e befardo.
Ciro adorava quel suo modo di rispondere subito per ogni cosa gli si dicesse.
Botta risposta, botta risposta.
Per quanto potesse sembrare maleducato, a lui faceva impazzire.

«Nun te mintere contru di me Margherita»

Il suo nome detto da lui, risultava così bello che la ragazza penso di volerlo sentire all'infinito.

«E pecché? Tu chi si pe dimme chell che agg fa eh?»

Gli sussurrò lei quasi sulle sue labbra, toccandogli il mento con le dita delicatamente.

«Cumme nun o sacc? Ij so Ciro Ricci, il figlio del boss di Napoli»

Margherita cambiò totalmente sguardo, sorridendo soddisfatta.
L'aveva trovato, finalmente.
Collego sua sorella, Rosa.
Anche lei era una Ricci.
Quasi gli dispiaceva doverlo uccidere.

«Ah si? E a me che me ne fott de chi cazz si eh, po' ess chi te pare, pe me nun fa differenza. Se faccio una cosa è perché so di poterla fare. Pensaci bene Ci»

Lascio con le dita il mento di Ciro, lasciandolo lì da solo.
Lui si senti quasi spoglio senza di lei.
Sorrise guardandola andare via.
Cosa gli stava facendo?
E perché provava uno strano sentimento quando era con lei?

Margherita andò verso suo fratello, sedendosi sulla sedia, con un grande sorriso soddisfatto.
Era così fiera di aver quasi concluso la sua missione.
Ora gli mancava l'altro pezzo mancante, quello più importante.
Uccidere i Ricci.

«Pecché teng sta facc Panter»

Gli chiese suo fratello guardandola.

«Nun o sacc, sorriso e bast»

Osservò Ciro andare verso il suo gruppo.
Si posizionò davanti a lei, guardandola da lontano, che gli sorrideva ancora per prima.
Se solo sapesse che lo avrebbe dovuto uccidere, non gli sorriderebbe così tanto.

Margherita fece passare alcuni minuti, per poi dirigersi verso quel gruppo.

«Ora tocca a te Micciare»

Gli sussurrò all'orecchio, per poi dargli un bacio sulla guancia per camuffare il tutto.
Micciarella sorrise ammaliato, annuendo contento, mentre Margherita se ne andò a sedere vicino a suo fratello, dove sta a due minuti fa prima di alzarsi.
Ciro l'aveva guardata per tutto il tempo, domandandosi su cosa avesse a che fare lei con Micciarella.

«Che ve siete detti tu e chillu scem la»

Chiese suo fratello mentre giocava con la caramella alla fragola sulle sue mani.

«Niente, gli ho solo dato un bacio sulla guancia per ringraziarlo»

«E di cosa?»

Sorriso per l'insistenza com cui Carmine voleva sapere qualsiasi cosa la riguardasse.

«Per avermi aiutato con la verifica di Scienze»

Rispose lei alzando lo sguardo verso suo fratello.

«Pecché nun l'ha smetti di diri tutte chiste ammintà, e me dic le cose cumme stanno, senza nascondermi niente»

Margherita rise, e rise.
Lasciando tutti gli sguardi su di lei.
Era come una piccola luce in mezzo al buio più totale, e che se splendeva risaltava ancora di più, anche se era un puntino minuscolo.

«Fatt e cazz tuoi Carmine»

Rispose zittendo sia lui, che il chiacchiericcio intorno a loro.

Micciarella prese una mela, tirandola addosso ha uno dei zingari.
In poco tempo quel posto era diventato un bordello, anche suo fratello si era unito alla massa per cercare di dividere si suoi amici da quelli di Ciro, che si stavano riempendo di botte.
Anche le ragazze avevano preso parte a tutto ciò, iniziando a menarsi tra di loro.

Margherita si alzò, passando alla larga da quel bordello.
Gli occhi di Ciro in tutto ciò, erano sul suo corpo slanciato e magro.
Stava tirando calci a uno dei zingari, per fargli capire chi è che comandava, ma questo non gli impediva di guardarla.

Margherita approfittò delle guardi che stavano correndo nella Mensa per cercare di fermare tutto ciò, ma con scarsi risultati, e si diresse verso la sala dove tenevano i documenti dei prigionieri.
Andò verso il telefono e digitò un numero, aspettando che rispondesse.

«Marghe, ci hai impiegato quasi una settimana a chiamarmi, tutto bene»

Le chiese suo padre preoccupato.

«Si tranquillo papi, ho trovato le persone che cercavo, ora devo fare solo quello per cui sono venuta qui»

Rispose calma, mentre sorrideva soddisfatta.

«Attenta Marghe, da quello che tua madre mi ha detto, non sono persone deboli, al contrario, tengono coraggio da vendere»

«Che fai ora non credi nelle mie doti?»

Lo prese in giro Margherita.

«Ho paura solo che torni ha casa con un po' di graffi, no il contrario»

Sorrise a quelle parole, mentre si rigirava nel dito il filo del telefono.

«Tranquillo papi, i Ricci hanno i giorni contati con me»

Senti dei passi provenire dal corridoio, così salutò suo padre alla svelta, posando il telefono al suo posto.
Andò verso la porta trovandosi l'unico che in quel momento dove a esserci lì con le.
Ciro Ricci.

Troppo uguali / Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora