Capitolo 10
Il secondo giorno a Barcellona è stato faticoso.
Mi sono dovuta alzare presto, alle sei, perchè sono arrivati i pacchio con dentro le nostre cose che avevamo nella nostra casa a Roma.
Prima ho aiutato a portare i pacchi in casa, quando avevamo finalmente finito, ho portato le mie cose nella mia staza, Tommaso mi ha aiutato dato che erano super pesanti e dovevo fare più scale degli altri.
Ho voluto sistemare la mia stanza uguale rispetto all'altra così da ricordarmi com'era.
Ci ho messo davvero una giornata intera, perfortuna verso le 5 di pomeriggio quanto Tommaso aveva finito la sua stanza è venuto ad aiutarmi.
"Hey ho visto che non hai pranzato, l'ho fatto io, tieni. Intanto ti aiuto a sistemarla".
Non ci vedevo pù dalla fame ormai quindi lo ringrazio e mi metto a mangiare il panino che mi ha portato mentre lui mi sistema l'armadio.
Dopo che finalmente abbiamo finito, ci sdraiamo sul letto e guardando il soffitto vedo una piccola porticina, o almeno così mi sembra. Senza pensarci troppo chiedo a Tommaso di aiutarmi, quindi inventandoci una scusa chiediamo la scale a Fabio.
Dopo un pò Tommaso riesce ad aprire la porticina, sale sopra e mi fa un gesto come per dire "seguimi".
Arrivata vedo un sacco di ragnatele, dopo averle tolte, vedo che era una piccola mansarda carinissima dove potevo arredarla per stare un pò per conto mio.
"Vorrei non dirlo a nessuno di questa cosa, vorrei restasse un segreto, quando vorrai sarai il benvenuto". Gli dico, infatti volevo fosse solo mio e di Tommaso.
Scegliamo di portare delle coperte, una torcia su dato che non c'erano lampadine ed era tutto buio.
Senza neanche accorgercene era ora di cena quindi abbiamo sistemato tutto velocemente e siamo scesi.
Lì ho parlato con Giada, vuole farmi vedere la stanza e vuole vedere pure la mia.
La casa era arredata abbastanza bene anche se mancavano degli scatoloni che ci porterrano domani.
Ho fatto vedere a tutti la mia stanza e io ho visto la loro, poi sono subito tornata in camera mia perchè ero stanca.
Mentre mi stavo facendo la doccia sento bussare e urlo AVANTI, è Tommaso cavolo, sono uscita dalla doccia in un secondo, mi sono messa l'accappatoglio e gli ho detto di aspettarmi che mi dovevo vestire.
Dopo 10 minuti sono uscita con i capelli bagnati.
"Non volevo disturbarti, volevo tornare nel nostro posto segreto".
Mi sono messa a ridere, posto segreto, mi piaceva...
Mi sono asciugata i capelli e siamo saliti.
Lì abbiamo parlato tanto di noi.
Lui fa come me il liceo classico, ha dovuto lasciare la sua fidanzata quando si è trasferito qua e pratica il calcio.
Ho scoperto un sacco di cose di lui, non vedevo l'ora di dirlo a Chiara.
Si sono fatte le una quindi senza fare confusione scendiamo e ci diamo la buonanotte.
Appena se n'è andato mi sono messa il pigiama, sono andata a letto con le cuffie e ho scritto alla Chiara di Tommaso.
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Una amicizia nata per caso
Short StorySofia e' una ragazza di sedici anni. I suoi genitori sono separati da un anno e sua mamma ha conosciuto un uomo con due figli...