𝒖𝒔𝒄𝒊𝒕𝒂

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Sono le 8 e mezza e finalmente io e mio fratello stiamo tornando a casa.

"Che vuoi stasera per cena?" mi domanda lui.

"McDonald's?" rispondo io.

"Ja, io volevo una bella pizza, no ste schifezze".

"Marò, Giacomo, sei un vecchio!"

"Vabbuò, prendiamo il McDonald's!"

"Ti amo, ora ordino!"

"Eh, ti amo", dice lui ridendo.

Siamo arrivati a casa da mezz'ora. Nel frattempo che arrivasse il cibo, io ho fatto la doccia e lo shampoo e ho messo una tuta. Poi ho svuotato metà dell'armadio per decidere cosa mettere. Siccome stasera Maria e Clotilde mi hanno invitato in un locale con dei loro amici e io ho accettato, il mio unico grosso problema è come vestirmi, come sempre.

"Arrivo, Jack".

Jack è il soprannome che ho dato a mio fratello da piccolo. Vi chiederete come mai. Semplicemente perché mio fratello da piccolo amava il film del capitano Jack Sparrow e quindi tutta la mia famiglia lo soprannominò così.

"Continuiamo la serie tv di ieri sera?"

"Ovvio!"

Sono le dieci meno un quarto e Giacomo è crollato mentre io sono ancora sveglia, guardando la serie tv finché non mi accorgo dell'orario.

"Cazzo, è tardi!"

"Che c'è, Ga?" mi domanda mio fratello.

"Nulla, dormi".

Salgo subito di sopra. Alle dieci e mezza, Maria mi passa a prendere. Io non so cosa mettermi e devo ancora piastrare i capelli.

Mi dirigo subito in bagno, inizio a piastrare i capelli. Dopo 20 minuti ho finito. Penso di averli piastrati veramente male, ma dopo ci penserò.

Finalmente decido cosa mettermi. Indosso un top brillantinato e una gonna nera. Come scarpe, metto dei camperos neri. Dopodiché, concludo l'outfit con anelli, collane, orecchini e bracciali.

Per i capelli ho fatto una mezza cosa, lasciando dei piccoli ciuffi. Ok, sono le dieci e venticinque. Ho cinque minuti per truccarmi, non c'è l'ha farò mai.

Ecco che sento bussare alla porta e subito dopo salire le scale.

"Amo, stai ancora così!" mi sgrida Maria.

"Amo, scusami veramente. Dammi 5 minuti e sono pronta".

"Principe, esci e non mi dici nulla, l'hai chiesto il permesso?"

"Giacomo, non rompermi, ja".

"Tu sei più piccola e mamma e papà ti hanno affidato a me".

"Se sì, perché tu sei affidabile".

"Sì", dice lui sorridendo.

Io gli faccio il dito medio, spruzzo un po' di profumo, prendo la borsa, do un bacio sulla guancia e io e Maria scendiamo al piano di sotto.

Ma subito dopo risento la voce di mio fratello chiamarmi, aiutatemi.

"Gaia, dove vai? E con chi?"

"Giacomo, ja, davvero. Fai, ho diciotto anni, so badare a me stessa".

"Gaia, sei piccolina. Dove vai?"

Sbuffo. "Andiamo in un locale nuovo al centro, con Clotilde e dei suoi amici".

"Ja, dai, Giacomo, tranquillo. Li conosco anch'io alcuni", lo rassicura Maria.

"Mari, pur tu si piccrell, eh", ride Giacomo.

"Vabbè, ja, ora noi andiamo. Ciao, Jack".

"Attenta! E chiamami che ti vengo a prendere!" Non fa in tempo a finire di parlare che io gli chiudo la porta in faccia.

"Che rompipalle!" affermo io.

"Ja, dai, è bellino. Si preoccupa per te".

"Amo, ti piacess' mio fratello".

"Ma quando mai, sei scema!" ride lei.

Pensandoci, ho sempre sospettato di loro due, chissà, li vedrei da dio insieme.

𝓾𝓷 𝓪𝓶𝓸𝓻𝓮 𝓲𝓷𝓪𝓼𝓹𝓮𝓽𝓽𝓪𝓽𝓸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora