𝒄𝒐𝒔𝒂 𝒇𝒂𝒄𝒄𝒊𝒐?

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La serata di ieri è andata bene, mi sono divertita davvero molto. Sono le 17:00 e sto terminando di chiudere tutte le valigie e borse. Odio preparare le valigie, non so mai cosa portarmi, e la cosa che odio ancor di più è dover rispettare il peso. È tremenda questa cosa.

"Gaia?"
"Che vuoi, Jack?"
"Maro, comm, si antipatic."
"Ja, sce dici. Scusami, sto nervosa perché queste cazzo di valigie non si chiudono," ride.
"Mi dai un aiuto?" chiedo.
"Ja, te le chiudo io, levati," sorrido.
"Comunque, sta sera ho organizzato un aperitivo con gli altri del cast, vieni?"
"L'hai chiesto a Maria?"
"Chiedilo tu, no?"
"Ti mette così in imbarazzo chiamarla?" rido.
"Ma sì, tutta scem, ja. Comunque, fammi sapere e chiedi anche a lei."
"Vengo, e tranquillo, verrà anche il tuo amore. Però ja, alle sei accompagnaci dal parrucchiere," lo supplico.
"Gaia, non è il mio amore."
"Sì, sì, ok, ci accompagni?"
"Va bene, però puntuali, perché devo andare a trovare Massi," appena nomina quel nome, rabbrividisco, ma scaccio subito via quel pensiero.
~
"Amore, mi sei mancata."
"Anche tu," dico abbracciando Clotilde. Dopo di lei, saluto un po' tutti.
"Chi sono?" Qualcuno mi mette delle mani davanti agli occhi, come non riconoscerlo.
"Il francese del mio cuore," dico alzandomi per abbracciarlo.
"Mi sei mancata, napoletana," ride.
~
Ho parlato tutta la sera con Nico, e a fine serata è arrivato l'argomento di cui speravo non parlasse: "Massimiliano."
"Gaia, non andrai a trovarlo?"
"Non lo so, Nico."
"Ma come? Sai che lui, anche dopo quello che è successo, ci tiene davvero molto a te?"
"Anch'io ci tengo a lui. So che, infondo, è un bravo ragazzo e che l'unica colpa che ha è non saper affrontare una vera relazione. Però, sai, domani parto. Dovrei andare ora, e sono stanca. Gli manderò un messaggio."
"Gaia, guarda, secondo me stai sbagliando, anche perché ora potete definirvi amici, diciamo. Se vuoi, ti posso accompagnare io da lui. Non fare sbagli, che poi potresti pentirtene."
"Nico, non penso che per non andare a trovarlo in ospedale diventerà un mio rimorso. Comunque, grazie." Mentre finiamo il nostro discorso, c'è Matteo che passa il telefono a Nico, dove c'è qualcuno in videochiamata. Non riesco a capire finché non vedo la sua faccia. Devo dire che sta messo abbastanza male, ha il braccio ingessato e varie ferite, una sulla labbra e un'altra sulla fronte e vari lividi sparsi.
"Frate, come stai?"
"Meglio, meglio, il mal di testa è passato," sorride. In queste condizioni, riesce ancora a sorridere.
"Gli aperitivi senza di te non sono uguali."
"Lo so, lo so, io sono lo spirito del gruppo. Senza di me, siete persi, anzi, tu in particolare," dice ironico.
"Hai ragione, frate, ora sto depresso a mille."
Parlando con lui, spunto anch'io nella videocamera. Vedo Nico guardarmi, e dopodiché rivolgo il mio sguardo allo schermo del telefono. Lo guardo, e il suo sorriso scompare.
Nico ritorna a guardarmi, facendomi capire che dovrei salutarlo, e così faccio.
"Ciao, Caiazzo," dico salutandolo con la mano con un pizzico di ironia.
"Ciao, Gaia," risponde lui freddo.
"Vabbè, frate, io attacco che qui ci stiamo andando," saluta Nico e dopodiché termina la chiamata.
Ok, ora sono un po' confusa. Cosa dovrei fare? Dovrei andarlo a trovare e togliermi questo pensiero, oppure lasciare le cose così e mandargli un semplice messaggio?
So che se vado a trovarlo, di sicuro nascerà qualche pensiero che poi mi tormenterà tutto il viaggio. Però forse è la cosa giusta.

𝓾𝓷 𝓪𝓶𝓸𝓻𝓮 𝓲𝓷𝓪𝓼𝓹𝓮𝓽𝓽𝓪𝓽𝓸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora