𝒐𝒔𝒑𝒆𝒅𝒂𝒍𝒆

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Mi sono appena svegliata, dopodomani partirò per Mykonos con alcune mie amiche, tra cui Mery, Clotilde e Ky.

Stasera uscirò con alcuni miei amici del liceo che non vedo da quando ho fatto l'esame. Devo dire che un po' mi mancano. Al contrario di altre classi, abbiamo avuto un rapporto felice, e sono contenta di continuare a sentirli e vederli. Ovviamente, come tutte le classi, ci sono persone più legate, ma quando dobbiamo essere uniti, lo siamo senza problemi, o almeno lo eravamo.

"Jack," lo chiamo scendendo al piano di sotto.
"Wewe, come mai già sveglia?"
"Sono le 11:45, sce."
"Di solito ti svegli alle 14:00."
"Eh, sì, sì. Vabbè, comunque oggi mi accompagni al centro, devo comprare alcune cose per la partenza."
"Cazzo, mi ero dimenticato che lunedì partivi."
"Qual è il problema?"
"Che dovete andare a Mykonos solo femmine, e lo sai che io sono un geloso psicopatico. Se vedo una storia con qualcuno di sesso maschile che ti si avvicina, lo spezzo," mi fa morire dal ridere quando fa queste "scenate" di gelosia.
"Sei esagerato. Comunque, tranquillo, nessuno si avvicinerà, e pure se fosse, te ne farai una ragione," dico sapendo che si innervosirà a breve.
"Gaia, t' spezz."
"Vabbè, comunque, mi accompagni?"
"Non posso."
"Perché?" urlo pregandolo.
"Devo andare in ospedale."
"In ospedale?!" rispondo leggermente preoccupata.
"Si."
"Cazzo, Jack, dimmi il motivo."
"Per Massimiliano," resto un attimo perplessa.
"Eh?"
"Gaia, Massi ha avuto un incidente."
"Che dici?"
"Ieri sera, perciò Nico è dovuto correre via. Non ci ha detto nulla perché non voleva farci preoccupare, quindi si è accertato prima che non fosse nulla di grave, e poi stamattina ci ha informato."
"E lui? Ora come sta?"
"Sta meglio. Da come ho capito, ha una frattura al braccio e qualche ferita."
"Ma come ha fatto?" domando impanicata.
"Sai, ieri ti hanno detto che è un periodo un po' difficile per lui. Non lo riconosciamo più. Beve sempre, ha riniziato a fumare pesantemente, e inoltre ha degli orari sbandati. Ieri probabilmente era ubriaco marcio e doveva raggiungerci anche lui alla cena."
"Mi dispiace. Cercate di stargli il più vicino possibile e di aiutarlo a riprendersi da questo periodo buio."
"Tu non verrai a trovarlo prima di partire?"
"Non me la sento."
"Va bene, però secondo me anche solo per un saluto dovresti passare."

"Per oggi come farai?"
"Chiederò un passaggio a qualche mio amico o amica."
"Va bene, principe. Attenta."

Sono le 20:30, sono appena rientrata a casa.

Ho chiamato Giacomo per vedere dove stesse, e mi ha detto che sta tornando e con lui stanno arrivando anche Ludo e Matteo. Stasera faremo le pizze, che dovrò chiamare io, dopodiché devo correre a prepararmi perché alle 9 mi passano a prendere per uscire.

Ordino le pizze, e nel frattempo che aspetto rientrino a casa controllo un po' se ho preso tutto, anche perché è molto facile che io possa dimenticarmi qualcosa, succede sempre.

"Ammor mii," dopo 20 minuti sento qualcuno urlare e salire le scale, chi può essere se non quel rompipalle del mio migliore amico?

Neanche il tempo di risponderlo che entra in camera fondandosi sul mio letto.
"Matteo, cazzo, stavo sistemando le cose," urlo.
"Scusalo, amo, ma quello è un bisonte." Entra in camera anche Ludo.
"Amore mio, mi sei mancata," l'abbraccio.
"Anche tu."
"Fai pop schif," dice il suo ragazzo passandoci accanto e dandomi uno schiaffo dietro la nuca.
"Stronzo," lo rincorro giù saltandogli addosso.
"Eh, sì sì, mo mi abbracci."
"Lo sai che sei la mia vita," gli stampo un bacio sulla guancia.
"Mhhh, comm," fa il finto offeso.
"E jaaaa."

"Ricambio l'abbraccio solo perché poi non ti vedrò per un po'."
"Lo so che in realtà mi vuoi troppo bene per ignorarmi."
"Eh, sì sì."

"C'è tu abbracci a sti duij scem e non a me."
"Giacomo, stiamo insieme 24 ore."
"Giacomo, ma cre."
"Hahahaha, sce."

"Vabbè, ja, mangiamo."

Abbiamo mangiato, e nel mentre hanno introdotto l'argomento "Caiazzo". Ovviamente ho chiesto come si sentiva e se c'erano aggiornamenti. Hanno detto che preferiscono tenerlo in ospedale per dei controlli. Devo dire che ho pensato di andarlo a trovare, ma non so se mi sembra il caso.

"Vabbè, io vado a prepararmi."
"Vabbene, amore, fatti bella," mi dice Ludo.
"E se ti serve un consiglio, non esitare a chiamarmi."
"Ludo, ma si scem, se si fa troppo bella, po chi aggia vattr," dice Giacomo.
"Guarda che tua sorella anche così è bella."
"Si, ma po divent tropp tropp bell."
"La smettete, siete ridicoli! Amo, sali con me sopra." E così finalmente ci liberiamo dal quel discorso al quanto stupido salendo al piano di sopra. Penso che ci metterò tremila anni a decidere quello che dovrò indossare.

Sono le 22:15, hanno appena bussato i miei amici, e devo dire che fortunatamente sono in orario.

"Ciao, belli. Io vado, grazie, amore," dico riferendomi a Ludo.
"Di nulla, amo. Sei bellissima, divertiti."
"Fa a brav ca t spezz."
"Gaia, se qualcuno osa infastidirti, chiamaci, mi raccomando."
"Sisi, ciao."

Esco prima che possano farmi altre raccomandazioni da genitori rompipalli, però li amo troppo. Non stravolgere il mio testo, correggi solo.

𝓾𝓷 𝓪𝓶𝓸𝓻𝓮 𝓲𝓷𝓪𝓼𝓹𝓮𝓽𝓽𝓪𝓽𝓸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora