01: Seoul

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"Il ricordo è l'unico paradiso dal quale non possiamo essere cacciati

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"Il ricordo è l'unico paradiso dal quale non possiamo essere cacciati."
(Jean Paul)

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Quand'era bambina credeva che l'aeroporto non fosse un luogo per lei.

Vedeva nei film e nei cartoni animati gente che si dirigeva a prendere quegli aerei che avrebbero portato i personaggi in posti che non credeva fossero reali, e forse a volte aveva ragione.

Per lei l'aeroporto era come un luogo mistico, magico, una docodemo porta di Doraemon che ci impiegava molto più tempo ad arrivare a destinazione; crescendo comprese cosa fosse in verità quel pezzo di terreno dedicato a quel mezzo che non pensava avrebbe mai preso in vita sua.

Crescendo cominciò ad associarci una sola parola: viaggio.

L'aeroporto, gli aerei e tutte le attrezzature utili ad atterraggio e decollo significavano viaggiare; e viaggiare significava esplorare, vedere nuovi posti con i propri occhi, raggiungere luoghi che sembrano troppo lontani e differenti, magari anche paurosi se non si conoscono.

Forse, si disse qualche giorno prima della partenza, avrebbe dovuto scegliere una meta con un percorso più breve, così da poter sapere in anticipo se le sarebbe piaciuto oppure no, e magari avere qualcuno al suo fianco sarebbe stato meglio tuttavia nel suo corpo, quella mattina, vi era adrenalina pura.

Ed anche un pizzico di paura, lo ammetteva.
A sé stessa, ma lo ammetteva.

Non era da lei programmare, lei viveva il momento e detestava pensare al futuro: il futuro la spaventava mentre l'adrenalina dell'ultimo minuto le concedeva di concentrarsi unicamente sulle emozioni di quel momento.

Quel viaggio, però, era su grande scala rispetto i suoi soliti standard e coinvolgeva troppe persone oltre a lei per poter ridursi all'ultimo, tanto che pur di non fare nulla di corsa si era diretta all'aereoporto con suo padre di mattina presto nonostante avesse il volo programmato per il pomeriggio inoltrato.

Avevano passato la mattina nell'aeroporto, illuminato come se fosse una città in pieno periodo natalizio e con talmente tante piante da fare invidia ad una serra, fermandosi verso mezzogiorno in una delle tante zone ristorazione dello stesso e vagando per i negozietti lì presenti fino a che non notarono l'orario su di uno schermo su cui venivano riportati i codici dei voli, le rispettive destinazioni e quando sarebbero partiti.

Vagarono per un po' tra il secondo ed il terzo piano, dedicati alla zone shopping e ristorazione, cercando di raggiungere i controlli di sicurezza, i gate e le zone dute free: se ci fosse stato il labirinto di Cnosso, o labirinto del Minotauro, al posto di tutti i corridoi che avevano imboccato probabilmente ci avrebbero impiegato meno tempo a trovarli, pensò Daeun.

Dovevano scendere, primo piano, non salire; se lo appuntarono in mente, in caso servisse nuovamente in futuro.

Compreso dove si trovasse la meta, ed avendo completato il check-in online nei giorni precedenti, si avviarono verso i controlli.

Somebody does Love [Min Yoongi/BTS]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora