|𝟎-𝐏𝐑𝐎𝐋𝐎𝐆𝐎|

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Risate allegre riecheggiarono nel piccolo parco, una bambina correva sull'erba, i suoi capelli scuri si muovevano nel vento, le sue piccole mani accarezzavano i fiori, sfiorandoli mentre scappava

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Risate allegre riecheggiarono nel piccolo parco, una bambina correva sull'erba, i suoi capelli scuri si muovevano nel vento, le sue piccole mani accarezzavano i fiori, sfiorandoli mentre scappava.

Quella sua fuga non durò a lungo.

Due braccia forti la presero, stringendola in una presa sicura e la alzarono in aria, suscitandole un grido quasi spaventato.

Sorrisi mentre guardavo Ian far roteare Ivy, lei alzò le braccia al cielo, muovendole come se stesse volando. Il suo sorriso così sereno mi scaldava il cuore.

Chiusi gli occhi, reclinai la testa all'indietro, il sole che mi baciava la pelle e il leggero dondolio dell'altalena mi rilassarono, presi un respiro profondo.

La risata di Ivy mi riempiva le orecchie, Ian doveva averla rimessa a terra, poteva sentire la sua voce leggera mentre lo incitava a riafferrarla, potevo percepire la sua aura serena, quieta come un mare calmo, ignorava quello che era appena successo; ignorava che la sua famiglia era appena stata massacrata.

Il volto pallido di Hazel mi passò nella mente, i suoi occhi caldi priva di vita che mi supplicavano di scappare, di mettermi in salvo, di proteggere sua figlia, ricordavo ancora le sue braccia che si erano strette attorno alle mie spalle, le sue ultime parole erano state delle scuse, l'ultimo suo gesto un bacio sulla guancia che sapeva di grazie e parole non dette.

Poi si era staccata di colpo, ed era corsa dal suo compagno, abbiamo ritrovato i loro corpi solo molte ore dopo.

Scossi la testa, non volevo ripensare a quei momenti, non quando Ivy era a pochi metri da me a divertirsi.

Cercai di distrarmi, dirigendo i miei pensieri verso Ivy, concentrandomi su di lei, sfiorando la sua energia positiva con la mia, sperando che questa riuscisse a contagiarmi un minimo.

La cosa sembrò funzionare ma quando tornai a rilassarmi sentì qualcosa di inaspettato.

Qualcuno si stava avvicinando.

Puntai un piede a terra, bloccando il mio oscillare, riaprì gli occhi, la bestia senza di me stava spingendo, chiedendomi di lasciare a lei il controllo, la repressi un poco, ma feci scivolare la mano lungo la mia coscia, stringendo tra le mani l'elsa del pugnale che mi ero fatta scivolare in tasca prima di uscire.

Potevo sentire l'aura dello sconosciuto farsi sempre più vicina, girai appena il capo, osservando da dietro le ciglia le fronde degli alberi che circondavano il piccolo parco in cui ci eravamo recati quella mattina.

Cominciai a sentire i passi in lontananza, sfiorai quell'aura lontana con la mia, provando a respingerla, ma quando la toccai non trovai alcun nemico da combattere.

Non mi sarei mai aspettata di rivedere uno di loro.

Sistemai nuovamente l'arma, alzandomi in piedi, Ivy aveva smesso di correre, e si era seduta nell'erba, davanti a sè aveva raccolto una manicata di margherite e stava provando a intrecciarle tra di loro, Ian si era steso davanti a lei, studiava i suoi gesti con aria divertita, aiutandola di tanto in tanto, ma era turbato potevo percepirlo.

𝐈𝐕𝐘 𝐈𝐥 𝐬𝐚𝐧𝐠𝐮𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐝𝐫𝐮𝐢𝐝𝐢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora