|𝟏- 𝐑𝐔𝐎𝐓𝐈𝐍𝐄 𝐐𝐔𝐎𝐓𝐈𝐃𝐈𝐀𝐍𝐀|

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𝟏𝟎 𝐀𝐍𝐍𝐈 𝐃𝐎𝐏𝐎

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𝟏𝟎 𝐀𝐍𝐍𝐈 𝐃𝐎𝐏𝐎

Attorno a me il fuoco dilagava. Le sue ardenti lingue si espandevano ovunque, raggiungendo i piani più alti delle abitazioni, le piante, le persone. Lasciandosi dietro solo cenere e sangue.

Urla lancinanti echeggiavano da ogni dove, grida di aiuto, suppliche di pietà, poi i suoni degli spari, il clangore di spade, ringhi animaleschi e guaiti.

Sembrava di essere all'inferno.

La mia vista si offuscò per qualche istante, le mie orecchie cominciarono a fischiare, qualcuno stava correndo verso di me, sembrava essere una persona, ma più si avvicinava più mi resi conto che sembrava essere un'animale, indietreggiai di colpo, strusciando sull'erba, qualcosa sbattè contro la mia schiena, interrompendo la mia fuga.

Mi rannicchiai sul tronco di quell'albero, cercando di rimpicciolirmi, nella vaga speranza che quella cosa non sarebbe giunta da me in quel modo.

Ma quell'essere stava avanzando sempre di più sempre di me, portai le mani davanti agli occhi, quando la bestia saltò spalancando le fauci, mi preparai a sentire l'impatto, strizzando con forza gli occhi; solo quando sentì un guaito abbassai appena le mani tremolanti.

La belva che stava per attaccarmi era stesa al suolo, sopra di lui incombeva un'altro animale, un lupo, che con le sue zanne affilate stava lacerando la pelle, sporcandosi gli artigli di sangue, poco dopo di quella bestia che aveva tentato di aggredirmi non era rimasto che un mucchio di ossa, pelo e sangue inerme.

Mi lascai sfuggire un singhiozzo impaurito e il lupo inclinò il muso verso di me, i suoi occhi erano più rossi delle fiamme che mi circondavano.

<<Incredibile, una B- ti rendi conto?>> un metro e ottanta di adolescente maschio si lasciò cadere sull'armadietto affianco al mio, provocando un cigolio metallico che mi fece trasalire di colpo, riportandomi rapidamente al presente.

Il leggero vociferare dei corridoi mi riempì le orecchie, rimisi a fuoco i libri che stavo tenendo in mano, scuotendo appena il capo e rimettendoli apposto, mentre cercavo di togliermi di dosso le sensazioni orribili che quello strano sogno a occhi aperti mi aveva causato.

Perché quelle scene mi erano sembrate così vivide?  Perché mi era sembrata di averle vissute davvero?

<<Ivy? Stai bene?>> mi chiese Edmund, piegò appena il capo, studiandomi con occhi preoccupati, scossi la testa, tossendo appena prima di tornare a prestare attenzione ai faldoni che tenevo in mano. 

<<Sto bene, stavo solo pensando a cosa devo portare a casa da studiare>> gli risposi con tranquillità recuperando il libro di scienze <<Allora la Stewart non ha apprezzato il tuo saggio sulla letteratura europea del 1900?>> ridacchiai quando lui arricciò il naso, sbuffando innervosito.

𝐈𝐕𝐘 𝐈𝐥 𝐬𝐚𝐧𝐠𝐮𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐝𝐫𝐮𝐢𝐝𝐢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora